Francia e Germania hanno fatto un primo passo proponendo un Recovery fund da 500 miliardi, ma secondo il premier Giuseppe Conte serve molto di più per risolvere la crisi economica causata dall’emergenza coronavirus che ha travolto l’Europa. In un intervento a sua firma su Politico.eu, il presidente del Consiglio scrive: “Se vogliamo superare questa crisi insieme, in quanto unione di interessi e valori comuni, è necessario fare molto di più”. Per questo “la proposta francese e tedesca” rappresenta “un passo coraggioso e significativo verso una risposta comune dell’Unione europea alla pandemia che ha devastato il continente. Ma è anche solo questo: un passo”.

Una posizione che il premier nelle scorse ore ha già presentato personalmente a Emmanuel Macron e Angela Merkel, in occasione di due colloqui telefonici avvenuti proprio il 19 maggio. E che ha ribadito in una telefonata oggi con la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen, in vista della presentazione della proposta della Commissione Europea prevista per mercoledì 27 maggio. In serata il premier ha parlato anche con il presidente del Consiglio e il primo ministro della Repubblica portoghese Antonio Costa, condividendo il suo punto di vista sul fondo e sulla necessità che lo sforzo economico sia più consistente.

“La quantità di risorse mobilitate da tutti gli strumenti europei, incluso il Recovery fund“, si legge oggi nell’intervento di Conte in riferimento alla proposta franco-tedesca, “non è all’altezza delle stime di ciò che molte istituzioni pubbliche e private ritengono necessario per mantenere a galla l’economia. Incoraggio pertanto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen a presentare nei prossimi giorni un’ambiziosa proposta per il Recovery Fund e il prossimo quadro finanziario pluriennale in linea con le esigenze e le aspettative dei cittadini europei”.

Quindi, continua il premier, “non chiediamo generosità, ma consapevolezza della responsabilità che abbiamo nei confronti dei valori fondanti dell’Ue, del benessere dei nostri cittadini” e del “ruolo fondamentale dell’Ue e del suo mercato unico per il successo di tutte le nostre economie”. Se consentiamo” alla pandemia “di aumentare le divergenze economiche e sociali dell’Ue, non raggiungeremo gli obiettivi chiave come il Green Deal”: “è importante ricordare che nessun Paese sarà in grado di riprendersi da solo“. Questo perché, si legge ancora, “le nostre economie sono collegate tra loro. Molti Paesi dipendono da questa interconnessione per ampie porzioni del loro Pil. Una frammentazione del mercato unico colpirebbe gravemente tutti i paesi dell’Ue, anche i più ricchi dell’Unione”.

Conte ha poi ricordato nuovamente, che l’Italia è stata la prima ad affrontare in solitudine l’emergenza. E, come sottolineato anche dal presidente Mattarella in più occasioni, l’esperienza italiana è servita anche al resto dell’Unione europea: “Quando la pandemia ha raggiunto l’Europa”, scrive Conte, “il mio Paese è stato il primo e il più duramente colpito. Con nessuno dei nostri vicini a cui chiedere assistenza, abbiamo dovuto elaborare una risposta a uno shock senza precedenti, costruendo la nostra strategia mentre imparavamo di più sul virus: abbiamo agito risolutamente e la nostra esperienza è stata un esempio per molti altri paesi che sono stati colpiti dal virus dopo di noi”.

Di fronte a questa crisi senza precedenti, “l’Europa non può permettersi di ripetere gli errori del passato facendo troppo poco o reagendo troppo lentamente: una mancata azione rapida comporterebbe un forte ampliamento delle divergenze tra i paesi membri dell’Ue“. E, ha concluso, “se non gestita, questa crisi metterà a repentaglio l’intero progetto europeo, con il nostro mercato unico che non riuscirà a tenere il passo con altre economie leader. L’Ue subirà un duro colpo, emarginando la nostra posizione economica e politica nel mondo”.

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