Una nuova giornata di sangue in Afghanistan, con due attentati nella mattinata di martedì. Il primo ha colpito il reparto maternità di un ospedale di Kabul dove opera anche Medici Senza Frontiere, causando 16 vittime, tra cui due neonati, mentre il secondo ha avuto come obiettivo un funerale nel distretto di Khewa, vicino a Jalalabad, provocando 24 vittime e 68 feriti. E a rivendicare la responsabilità di almeno il primo agguato, che ha fatto strage di donne e bambini, è stato lo Stato islamico nel Khorasan, il braccio delle Bandiere Nere in Asia Centrale.

L’attacco all’ospedale, strage di donne e bambini
Il primo attacco è quello che ha coinvolto l’ospedale di Kabul nella mattinata. Secondo le ricostruzioni, un commando armato ha fatto irruzione nella struttura situata nell’area 13 della capitale afghana, chiamata Dasht-e-Barchi, aprendo il fuoco contro la polizia di guardia alla struttura. Alcuni testimoni che vivono nella zona parlano anche di due esplosioni. Entrati nelle sale dell’ospedale, gli uomini hanno preso in ostaggio le persone al loro interno, tra cui bambini, donne e infermieri.

Dopo ore di scontri, le forze di sicurezza afghane sono riuscite a neutralizzare i jihadisti, ma almeno 16 persone, tra cui due neonati, hanno perso la vita durante lo scontro a fuoco.

La “malvagità” dell’attacco all’ospedale di Dasht-e-Barchi a Kabul è quella di colpire un luogo dove nascono i bambini, dove ogni giorno transitano per qualche ora le mamme solo per dare alla luce i propri figli, ha dichiarato Msf: “L’ospedale – rende noto l’ong – è l’unica struttura per i parti di emergenza e con complicazioni in un quartiere con una popolazione di oltre un milione di persone. Gestiamo le sale travaglio e le sale parto, una sala operatoria, una sala risveglio, un reparto di maternità e un’unità neonatale”.

Kamikaze in un corteo funebre: almeno 24 vittime e 68 feriti
Sempre in mattinata, nella parte orientale del paese, vicino alla città di Jalalabad, un uomo si è fatto esplodere in mezzo alla folla riunita per un funerale. Anche in questo caso, il bilancio delle vittime è altissimo: almeno 24 morti e 68 feriti, secondo quanto comunicato dal portavoce del governatore della provincia orientale di Nangarhar, Attaullah Khogyani.

Isis rivendica. I Taliban dichiarano di non essere coinvolti
I Taliban, attraverso il loro portavoce, Zabiullah Mujahid, si sono detti estranei agli attentati di martedì mattina. Una versione che concorda con la politica portata avanti negli ultimi anni dagli Studenti coranici che evitano di sferrare attacchi che abbiano come obiettivo i civili, concentrandosi invece sulle forze armate presenti nel Paese, in particolar modo quelle governative.

Lo Stato Islamico ha invece rivendicato l’azione del commando armato nell’ospedale di Kabul, secondo quanto riferito dai media locali. Una versione che concorderebbe sia con l’obiettivo dell’attacco che con gli sviluppi che nelle ultime ore hanno coinvolto il gruppo terroristico nella provincia del Khorasan. L’azione potrebbe infatti essere una ritorsione del gruppo dopo la cattura, lunedì, del suo leader nella regione, Zia ul-Haq, alias Abu Omar Khorasani.

L’uomo è finito in manette insieme ad altri due esponenti del gruppo in un blitz a Kabul, secondo quanto comunicato dalla Direzione nazionale della sicurezza (Nds), i servizi afghani. Gli altri arrestati sono il portavoce, Saheeb, e il capo dell’’intelligence, Abu Ali. Una nota dell’Nds, riportata da ToloNews, parla di un’operazione congiunta della polizia afghana e dell’Nds nella zona di Kart-e-Naw scattata grazie alle confessioni di altri quattro esponenti di Daesh già catturati dai servizi afghani.

Ghani ordina una nuova offensiva contro i Taliban
Nonostante non siano apparentemente coinvolti nei due ultimi attacchi che hanno insanguinato l’Afghanistan, il presidente Ashraf Ghani, secondo quanto riporta Tolo News ha comunicato di aver dato ordine alle forze di sicurezza e all’esercito di riprendere l’offensiva contro i Taliban e altri gruppi ribelli, mettendo fine alla debole tregua raggiunta a fine 2019 tra il gruppo estremista e i negoziatori Usa in Qatar. Una decisione, quella del leader afghano, che contrasta con le scelte degli ultimi giorni: nelle scorse settimane, gruppi legati al movimento guidato dal mullah Hibatullah Akhundzada hanno sferrato attacchi contro postazioni delle forze governative, ma appena due giorni fa, il 10 maggio, il governo di Kabul ha deciso di liberare mille prigionieri Taliban dalle proprie carceri, seppur con l’intento di limitare la diffusione del coronavirus.

Nel suo messaggio, Ghani ha chiesto alle forze afghane di passare dalla modalità “difesa attiva” a “offensiva”. Nel suo intervento, il presidente ha affermato che i Taliban hanno ignorato i ripetuti appelli a ridurre la violenza e al cessate il fuoco e ha aggiunto che invocare una tregua non è un segnale di debolezza, ma dimostra l’impegno del governo per la pace.

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