“Ero in zona porta Venezia per consegnare un pacco. Sono salito nell’edificio e quando sono sceso ho notato che quello che avevo sistemato sulla bici non era come l’avevo lasciato. Avevo legato tutti i colli ed erano coperti da un telo, come sempre. Quando mi sono girato verso l’angolo della strada ho notato un uomo che teneva in mano una cassetta di verdura che poco prima avevo lasciato sulla bici“. Così Pierfrancesco Scatigna, 25enne pugliese, racconta il furto subito venerdì scorso mentre stava consegnando con la sua bicicletta delle cassette di frutta e verdura in pieno centro a Milano, per conto dell’azienda per la quale lavora, BiciCouriers, servizio indipendente di consegna in bicicletta attivo in tutta la città e nell’hinterland. Quando si è accorto che qualcosa non quadrava ha provato ad intervenire ma è stato aggredito: “Quell’uomo mi ha tirato un pugno in pieno volto, ho cercato di reagire e c’è stata una colluttazione. Gli ho detto ‘hey, cosa fai?’ Non mi ha neanche dato il tempo di parlare – ha spiegato il corriere – ha lasciato quello che aveva a terra e mi ha dato pugno”. Nonostante l’aggressione, il 25enne non se l’è sentita di sporgere denuncia: “Credo fosse un disperato”.

E, sempre a Milano, nello stesso giorno un altro rider è stato derubato mentre stava consegnando del vino mentre qualche giorno dopo ad un fattorino di un’altra piattaforma di delivery sono state rubate due confezioni di uova mentre consegnava una spesa a domicilio. Casi simili sono stati segnalati anche a Firenze e Palermo. “Siamo a Milano dal 2015 e statisticamente a nessuno dei nostri 15 corrieri era mai successo un episodio di questo tipo“, ha spiegato BiciCouriers aggiungendo che “entrambi i nostri rider stavano consegnando in abitazioni private e sono stati sorpresi da malintenzionati o magari da persone che in una situazione di emergenza come quella del coronavirus fanno fatica a sopravvivere”. A denunciare quanto sta accadendo è anche il sindacato di categoria Deliverance, che tutela i fattorini impegnati nelle domicilio: “Ci sono arrivate segnalazioni di numerosi episodi di furti e aggressioni a Milano, avvenuti ai danni di alcuni fattorini, durante il turno. La situazione è grave – si legge in un post pubblicato sulla loro pagina Facebook -. I rider, una delle categorie di lavoratori meno tutelate, stanno diventando dei bersagli mobili, appetibili a chi non ha nulla da perdere, perché a sua volta abbandonato in strada alla mercé del virus e ai morsi della fame”.

Una volta i fattorini erano bersaglio dei malintenzionati che puntavano ai loro cellulari e agli spiccioli raccolti con le mance ora invece, in questo contesto di emergenza, con fabbriche e negozi costretti a rimanere chiusi per cercare di arginare il contagio, il bene più prezioso per chi si trova in situazione di indigenza è il cibo che trasportano. Oltretutto, dopo il calo iniziale della domanda, nelle ultime settimane c’è stato un boom di richieste di consegne a domicilio e così moltissimi rider armati di mascherine e guanti, sono tornati ad andare su e giù per la città senza sosta, rischiando un possibile contagio e riaprendo il dibattito sulla mancanza di tutele nei loro confronti.

Molti ci considerano possibili untori ma anche noi abbiamo paura e adottiamo ogni cautela”, spiega ancora Pierfrancesco Scatigna. Non sempre però questo succede, come sottolinea Deliverance: “Ai corrieri continuano a mancare i dispositivi di protezione individuale adeguati che le aziende stanno distribuendo soltanto a macchia di leopardo”, spesso giustificandosi con le lunghe tempistiche di reperimento. Una situazione attestata anche dal Tribunale di Firenze che ha accolto il ricorso di un rider di JustEat, Yiftalem Parigi, disponendo che l’azienda ha l’obbligo di fornirgli mascherine, guanti e gel disinfettante contro il contagio da coronavirus. Il lavoratore, che è delegato sindacale Nidil-Cgil di Firenze, ha presentato ricorso con l’assistenza legale della Cgil e ha visto riconosciuta la sua battaglia. In una nota il sindacato riferisce che, alla richiesta del rider e poche ore prima del provvedimento del Tribunale, la società “si è limitata a distribuire una mascherina monouso senza cellophane protettivo ad alcuni lavoratori”. Intanto a Milano il sindaco Beppe Sala, è intervenuto annunciando che l’amministrazione distribuirà guanti e mascherine a diverse categorie di lavoratori, tra cui appunto i rider, che si trovano costretti a scegliere se continuare a lavorare nonostante i rischi di contrarre il Covid-19 o ritirarsi e perdere magari quella che è la loro principale se non addirittura unica fonte di guadagno.

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