Lo avevano chiesto a gran voce i genitori, che avevano bisogno di matite e quaderni per i compiti dei loro figli, o semplicemente di matite colorare per passare il tempo disegnando. Ma non essendo “beni di prima necessità” non potevano essere venduti nemmeno al supermercato, che si allineava alla chiusura delle cartolerie disposta dal dpcm dell’11 marzo 2020. Oggi quella che è stata soprannominata “la battaglia dei pennarelli” è stata vinta: in Piemonte la vendita è di nuovo possibile già da oggi grazie a un’ordinanza firmata dal governatore Alberto Cirio, in deroga al decreto nazionale. E presto – annuncia il sindaco di Milano Beppe Sala, sarà ufficializzato anche sul sito del Governo: “Ieri con un blitz a sorpresa abbiamo vinto la battaglia dei pennarelli, o perlomeno stiamo aspettando la conferma ufficiale”.

Il divieto di vendita non riguardava solo penne e matite, ma anche biancheria per la casa, abbigliamento, giocattoli stoviglie e attrezzi da cucina. Tutte quelle categorie merceologiche, insomma, escluse dai beni necessari specificatamente previsti dal decreto: alimentari, prodotti per l’igiene personale e per la pulizia della casa. E così i supermercati si erano attrezzati transennando le corsie corrispondenti e affiggendo cartelli che spiegavano il divieto – chi tutta la settimana, chi solo il sabato. Ma erano montate le proteste dei clienti: oltre ai più piccoli che desideravano un gioco nuovo, anche chi lavora da casa può avere necessità di un blocco per gli appunti o di una nuova penna. E i tanti che in queste settimane si cimentavano per la prima volta con i fornelli chiedevano la possibilità di poter comprare una ciotola o un mestolo. Tra i motivi del divieto, oltre alla necessità di rendere più rapida la spesa, c’era anche la concorrenza sleale agli esercizi chiusi. Ottenendo però l’effetto opposto, cioé quello di spingere i consumatori verso la concorrenza – spietata – degli store online come Amazon. Cartolerie e altri negozi soggetti a chiusura potranno continuare con la vendita per corrispondenza con consegna a domicilio (al momento l’unica possibile) e la Regione, in accordo che le associazioni di categoria, si impegnerà a promuovere e a dare loro visibilità sul proprio sito istituzionale.

L’ordinanza del Governatore è stata definito in collaborazione con l’assessore al Commercio, Vittoria Poggio, e gli assessori all’istruzione Elena Chiorino e ai bambini Chiara Caucino. “Siamo intervenuti al limite delle nostre possibilità giuridico-normative perché abbiamo ritenuto importante – dichiarano Cirio e Poggio – venire incontro alle esigenze espresse da tante famiglie e dal mondo scolastico in un momento in cui la didattica a distanza è uno strumento fondamentale da continuare a potenziare. Comprendiamo però il disagio e le difficoltà del settore per questo lavoreremo insieme ai loro rappresentanti nell’ambito del Piano di misure economiche straordinarie che stiamo predisponendo per sostenere tutte le imprese e i lavoratori colpiti dalle drammatiche conseguenze del coronavirus”. L’ordinanza firmata oggi prevede anche che le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità garantiscano un accesso prioritario a medici, infermieri, operatori socio sanitari, membri della Protezione Civile, soccorritori e volontari muniti di tesserino di riconoscimento. Chiunque, insomma, sia in prima linea nell’emergenza. “Un atto che ci sembrava doveroso – concludono il presidente Cirio e l’assessore Poggio – nei confronti di coloro che da settimane dedicano ogni istante del proprio tempo a tutelare e proteggere le nostre vite”.

L’ultimo atto della “battaglia dei pennarelli” sarà quello di modificare quindi la relativa sezione del sito del governo, che adesso recita: “Il responsabile di ogni attività commerciale può esercitare esclusivamente l’attività di vendita dei predetti generi alimentari o di prima necessità ed è, comunque, tenuto a organizzare gli spazi in modo da precludere ai clienti l’accesso a scaffali o corsie in cui siano esposti beni diversi dai predetti. Nel caso in cui ciò non sia possibile, devono essere rimossi dagli scaffali i prodotti la cui vendita non è consentita. Tale regola vale per qualunque giorno di apertura, feriale, prefestivo o festivo”.

Articolo Precedente

Coronavirus, l’aggiornamento dalla regione Lombardia: il punto stampa in diretta con il presidente Fontana

next
Articolo Successivo

Coronavirus, danni al crocifisso “miracoloso” portato in piazza San Pietro per la preghiera del Papa: è rimasto per ore sotto la pioggia

next