La riforma delle prescrizione in vigore dal 2020 piace a Bruxelles. Anzi, la commissione Europea sembra addirittura benedire la legge al centro del dibattito politico da diversi mesi. “Una riforma benvenuta, che blocca la prescrizione dopo la sentenza di primo grado, cosa che è in linea con una raccomandazione specifica per il Paese formulata da tempo, è entrata in vigore nel gennaio 2020″, la definisce la Commissione Ue nel rapporto sull’Italia approvato oggi. “Di conseguenza – prosegue la Commissione – serviranno misure per aumentare l’efficienza soprattutto al livello di appello, dove ancora circa il 25% dei procedimenti è stato dichiarato prescritto nel 2018”.

“Ok a riforma del processo penale, attenzione a norme su giudici che non rispettano i termini” – La legge fortemente voluta dal guardasigilli Alfonso Bonafede incassa dunque il gradimento della più alta autorità europea. Non potrebbe essere altrimenti visto che già in passato vari organi di Bruxelles auspicavano una riforma di questo tipo. Ma non solo. Perché nel rapporto sull’Italia la commissione dedica un intero paragrafo alla giustizia. E ricorda che “da tempo il governo discute una tanto necessaria riforma della procedura penale, che
includa una revisione del sistema di notifica, un ricorso più ampio alle procedure semplificate, la limitazione della possibilità di impugnare una sentenza attraverso l’imposizione di un nuovo
mandato specifico per gli avvocati, l’introduzione della composizione monocratica (giudice unico) in secondo grado per la citazione diretta, un più ampio ricorso agli strumenti elettronici per la
presentazione dei documenti e norme semplificatein materia di elementi probatori”. In pratica sono le misure già previste nella riforma del processo penale approvata dal Consiglio dei ministri. “Una rapida adozione di queste misure, assieme ad altri provvedimenti volti ad affrontare l’elevato numero di cause dinanzi ai tribunali d’appello, potrebbe migliorare l’efficienza della giustizia penale e l’efficacia della lotta alla corruzione”, spiega la commissione Ue. La stessa legge che prevede sanzioni per i giudici che non rispettano i tempi dei processi. Una misura che però la commissione suggerisce di monitorare: “La possibile introduzione di nuovi casi di responsabilità disciplinare dei giudici dovrebbero essere attentamente monitorato per quanto riguarda il loro impatto su il funzionamento della magistratura“.

“Lotta a corruzione sta migliorando ma deve essere completata” – Sulla lotta alla corruzione, il rapporto fa notare come “il quadro italiano stia migliorando ma deve essere completato. L’Italia ha recentemente migliorato il suo sistema anticorruzione, tra altre cose, adottando un nuovo programma per proteggere gli informatori (la normativa sul whistleblowing ndr), conferendo all’autorità nazionale anticorruzione (Anac) un ruolo più forte, e approvando una legge anticorruzione nel gennaio 2019″, sottolinea il rapporto. Che poi promuove la legge Spazzacorrotti: “Vista la crescente contiguità tra corruzione e criminalità organizzata segnalata dalle procure, l’applicabilità delle misure investigative per la lotta contro la criminalità organizzata è stata estesa ai casi di corruzione” mentre il traffico di influenze illecite è stato configurato come reato in linea con le norme internazionali”.

Note negative: “Discrezionalità in appalti aumentata a 150mila euro” – Tra le note negative, Bruxelles segnala che “c’è stato un aumento delle segnalazioni di irregolarità, ma l’attuazione del whistleblowing nel settore privato rimane problematica a causa del carattere volontario dell’adozione di un protocollo d’intesa“. E poi che “le disposizioni contro le attività di lobbying non si applicano membri del governo e del parlamento; e non esiste alcun regolamento che sanziona il conflitto di interessi per i funzionari pubblici eletti”. Negativi per Bruxelles le “modifiche apportate al codice degli appalti pubblici che possono aumentare il margine di discrezionalità nelle procedure di appalto, elevando il massimale per le aggiudicazioni dirette da 40mila e 150mila euro”. Per questo motivo la commissione fa notare come “i recenti miglioramenti nella lotta alla corruzione in Italia hanno ancora una eco limitata sugli indicatori di percezione. L’Italia si è classificata al 62 ° posto nell’indicatore mondiale della governance 2019 per il controllo della corruzione e ha ricevuto un punteggio del 53 % nell’indice di Transparency International del 2020 sulla percezione della corruzione, entrambi risultati sono tra i peggiori nell’Ue e con solo a miglioramento marginale rispetto all’anno prima”.

“Contezioso civile troppo lungo, allontana investimenti stranieri” – Sul fronte civile la commissione rimane al momento insoddisfatta: “Nonostante i recenti miglioramenti – si legge nel rapporto – la bassa efficienza del sistema giudiziario civile italiano rimane problematica. Il tempo di risoluzione dei contenziosi in Italia rimane tra i più alti dell’Unione europea. I lunghi procedimenti civili possono ostacolare le attività imprenditoriali e gli investimenti esteri. Un progetto di legge per snellire la procedura civile è stato approvato dal Consiglio dei ministri a dicembre del 2019 e ora deve essere approvato dal Parlamento. Inoltre, il progetto di bilancio per il 2020 consente l’assunzione di nuovi giudici a partire dal 2020, che, potrebbe ridurre l’arretrato giudiziario con a elevato numero di casi pendenti”.

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