“Vanno aumentate le categorie per la concessione dei permessi umanitari“. Nei giorni in cui è viva la discussione sulle modifiche, promesse entro gennaio dal segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ai decreti Sicurezza voluti da Matteo Salvini, arriva l’apertura del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che va oltre ai cambiamenti basati sulle indicazioni del Presidente della Repubblica. Cambiamenti, spiega a Otto e Mezzo su La7, che servirebbero a evitare quello che stava avvenendo a fine dicembre, quando “abbiamo rischiato che finissero i strada” migliaia di persone che non avevano più diritto ad essere ospitate negli Sprar e in altri centri d’accoglienza. E sul caso Gregoretti dice: “Nessuno di noi può sottrarsi alla legge”.
“Oltre a quello che è stato indicato dal presidente della Repubblica – ha spiegato il ministro – va fatto un discorso più complessivo. Eravamo l’unico paese che era al 28% di permessi umanitari sul totale, a fronte di un 3-4% degli altri Paesi. Ma non è un bene così come è stato ridotto, dobbiamo prevedere ulteriori categorie”. Tutto questo nonostante l’instabilità libica possa avere “grosse ripercussioni” sull’entità dei flussi migratori, dice spiegando che i migranti pronti a partire fanno registrare “numeri consistenti. E noi dobbiamo essere pronti ad operare a livello di Ue affinché vi sia una soluzione politica. In questo senso la conferenza di Berlino potrà fare tanto”. A questo proposito, il ministro ha anche confermato la riduzione delle multe per le ong che dovrebbero tornare all’iniziale previsione da 10mila a 50mila euro.
Lamorgese poi interviene anche sul caso Gregoretti e sulla possibilità di processo nei confronti di Matteo Salvini: “A seconda di quello che si deciderà, andrà di fronte ai magistrati ordinari”, ha dichiarato la titolare del Viminale. “Non amo entrare su questo argomento perché ritengo che nessuno di noi è sottratto o può sottrarsi alle leggi vigenti – sottolinea Lamorgese – Un ex ministro va davanti al tribunale dei ministri, non ritengo di dover essere io” a giudicare.