Niente più carcere duro per Massimo Carminati. Col parere positivo della Dda di Roma e della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo è stato revocato il 41 bis all’ex estremista nero, uno degli imputati principali del processo Mondo di mezzo. Lo si apprende in ambienti del ministero della Giustizia. La decisione è una conseguenza della pronuncia della Corte di Cassazione che ha fatto cadere per Carminati e altri imputati del processo l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso.

L’istanza per la revoca del 41 bis era stata presentata dai difensori di Carminati formalmente al ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Spetta infatti al Guardasigilli infatti firmare il provvedimento per il cosiddetto carcere duro così come revocarlo. L’ex Nar, che al momento è detenuto nel carcere di Sassari, ai suoi legali è apparso “contento”. Positiva è pure la reazione dell’altro imputato principale del processo, Salvatore Buzzi, che come anticipato dal fattoquotidiano.it adesso punta alla scarcerazione. “Hanno tolto il 41 bis a Carminati? La decisione, alla luce della sentenza della Cassazione, era scontata, non mi sorprende. Piuttosto adesso il mio assistito, Salvatore Buzzi, va fatto uscire di galera, gli va immediatamente revocata la misura cautelare in carcere”, dice Alessandro Diddi, difensore dell’ex ras delle cooperative. Il legale, come annunciato al fatto.it, è pronto a presentare un’istanza di scarcerazione per il suo assistito, che ha già scontato quasi cinque anni di carcere: è in custodia cautelare dal 2 dicembre 2014. “Ma non ci sono automatismi – aveva spiegato – perché questo non è un processo normale, dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza. Hanno giocato con una norma, il 416 bis, e con la vita delle persone. Sono soddisfatto perché sostenni la tesi sigillata ieri dalla Cassazione già davanti ai giudici del Tribunale del Riesame”,

Carminati in appello era stato condannato a 14 anni e mezzo, Buzzi invece a 18 anni e 4 mesi. Come deciso dagli ermellini le pene dovranno essere ricalcolata dai giudici dell’appello di Roma. Ora che il Cecato sarà ospitato in un braccio per detenuti “normali”, anche gli avvocati Francesco Tagliaferri e Cesare Placanica – così come Diddi – valuteranno di presentare la richiesta di scarcerazione. L’imputato, con la caduta del reato 416 bis, potrà vedere la sua pena scendere. Alcuni reati sono stati annullati senza rinvio e l’ipotesi prospettata era che la condanna potesse ridursi fino a due terzi. “La pena va rivista e ci dovrà essere il ricalcolo – aveva detto dopo la sentenza l’avvocato Tagliaferri – Ma faccio presente che l’istanza dovrà essere presentata alla Corte d’appello. E quei giudici avevano invece sostenuto come provato il 416 bis. Mi sembra prematuro parlare di maxi sconto”.

Ex esponente dei Nuclei armati rivoluzionari, in contatto con vari esponenti della Banda della Magliana, Carminati è l’uomo che ha ispirato il Nero di Romanzo criminale : per la procura di Roma era il boss di Mafia capitale. Una tesi bocciata dagli ermellini. “È la teoria del mondo di mezzo compà. Ci stanno, come si dice, i vivi sopra e i morti sotto e noi stiamo nel mezzo. E allora vuol dire che ci sta un mondo… un mondo in mezzo in cui tutti si incontrano… come è possibile… che ne so… che un domani io posso stare a cena con Berlusconi”, è il modo con cui Carminati definiva la sua organizzazione. Un’intercettazione che ha dato il nome all’operazione del Ros dei carabinieri.

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