“Non si guadagna mai nulla non partecipando”. Il messaggio lanciato dal presidente francese, Emmanuel Macron, sembra puntare dritto verso Matteo Salvini. Al termine dell’incontro convocato a Parigi con i ministri dell’Interno dell’Ue per discutere nuove proposte per la gestione dei migranti, summit al quale il vicepremier italiano ha deciso di non partecipare inviando i tecnici del Viminale, il capo dell’Eliseo ha “deplorato” il comportamento di quel gruppo di Paesi che si oppone alle proposte nate sull’asse franco-tedesco e che ha deciso di disertare la riunione. E la direzione che il gruppo dei presenti ha deciso di seguire sembra essere distante dalle posizioni di Roma: “Quando una nave lascia le acque della Libia e si trova in acque internazionali con rifugiati a bordo deve trovare rifugio nel porto più vicino“, ha detto. La risposta del vicepremier è arrivata poco dopo: “Non prendiamo ordini da nessuno”.

Salvini aveva annunciato che non si sarebbe presentato a Parigi, dopo gli scontri con i suoi omologhi francese e tedesco, Christophe CastanerHorst Seehofer, durante il meeting di Helsinki, con una lettera al ministro dell’Interno d’Oltralpe. Nella missiva, il vicepremier aveva motivato la sua decisione ribadendo che il principio secondo cui gli sbarchi debbano avvenire nel porto sicuro più vicino trovava la totale opposizione di Roma: “L’Italia non è più il campo profughi di Bruxelles, Parigi, Berlino. E non è più disposta ad accogliere tutti gli immigrati in arrivo in Europa“, aveva ribadito.

Ma la sua assenza ha favorito chi, invece, ha nel concetto di “porto sicuro più vicino” un punto fermo in tema d’immigrazione, come ha spiegato lo stesso Macron: “Dobbiamo rispettare le regole umanitarie e del diritto marittimo internazionale – ha affermato il presidente francese – Quando una nave lascia le acque della Libia e si trova in acque internazionali con rifugiati a bordo deve trovare rifugio nel porto più vicino. È una necessità giuridica e pratica. Non si possono far correre rischi a donne e uomini in situazioni di vulnerabilità. L’impegno della Francia è totale per proseguire una politica efficace e che risponda ai nostri principi. Non dobbiamo lasciar montare i populismi da nessuna parte”.

A chi gli chiede del ruolo svolto dalle ong nella ricerca e nel salvataggio dei naufraghi nel Mediterraneo, il presidente francese risponde: “Oggi abbiamo bisogno di capacità di salvataggio, nessuno di noi auspica che i migranti siano sottoposti ai più grandi rischi, ma deve avvenire in un quadro di cooperazione strutturata, nel rispetto del Codice di buona condotta delle ong e in legame con i Paesi che si assumono le loro responsabilità, di cui la Francia è in prima linea, e le organizzazioni internazionali”.

E se dal governo italiano dovessero levarsi delle proteste sugli accordi presi al tavolo parigino, il capo dell’Eliseo ha dichiarato di “deplorare” la decisione di alcuni responsabili politici di non partecipare alla riunione. “Non si guadagna mai nulla non partecipando”, ha detto. Quindi l’appello a “rafforzare” insieme “l’efficacia della nostra solidarietà europea”.

Matteo Salvini ha subito commentato le dichiarazioni del capo dell’Eliseo, dicendo che “la riunione sui migranti organizzata a Parigi è stata un errore di forma e di sostanza. L’Italia ha rialzato la testa, non prende ordini e non fa la dama di compagnia. Se Macron vuole discutere di immigrati venga pure a Roma“. Il vicepremier leghista definisce poi un “flop” il vertice organizzato nella capitale francese: “Il vertice di Parigi voluto da francesi e tedeschi – aggiunge – si è rivelato un flop ed è stato ampiamente disertato dai ministri europei”. La riunione di Parigi, conclude poi, “è sbagliata nella forma, perché convocata con poco preavviso e in modo assolutamente irrituale visto che siamo nel semestre di presidenza finlandese, e nella sostanza, perché ha ribadito che l’Italia dovrebbe continuare a essere il campo profughi dell’Europa. Avevo già detto ‘no’ al mio omologo Castaner la settimana scorsa a Helsinki”.

Nonostante le difficoltà nel coinvolgere gli Stati alle frontiere esterne dell’Europa come l’Italia, fonti francesi si dicono “fiduciose” sulla possibilità di raggiungere un accordo con un’altra decina di Paesi europei entro “settembre” su un “meccanismo di solidarietà” che ponga fine alla questione dello sbarco dei migranti nel Mediterraneo centrale. L’obiettivo è quello di firmare un accordo nel prossimo vertice di Malta, “un accordo con una decina di Paesi, tra 12 e 15, su un meccanismo che consenta di garantire maggiore efficacia e più umanità nello sbarco dei migranti nel Mediterraneo”.

Lanciata su impulso di Francia e Germania, l’iniziativa punta a formare una “coalizione di volontari” che si ripartisca sistematicamente le persone soccorse in mare, senza dover avviare ogni volta complesse trattative dopo il salvataggio. Il meccanismo punta a distribuire “il più presto possibile” i richiedenti asilo tra i Paesi aderenti in cambio di un’apertura dei porti dell’Italia e di Malta, precisano le fonti, aggiungendo che al momento sono sette i Paesi che hanno raggiunto un accordo su questo meccanismo, già nella prima riunione di giovedì scorso a Helsinki.  Una formula che non sembra in realtà essere molto distante da quella proposta dal ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, che recentemente ha parlato di “zone franche” nelle quali accogliere i migranti che dovranno poi essere redistribuiti in vari Paesi Ue.

“Lo scopo di oggi è di mettere tutto nero su bianco ed ascoltare tutti. Ci sono stati messaggi convergenti – concludono le fonti – Altri Paesi si sono detti pronti a discutere nei prossimi giorni, prendendo come scadenza settembre in occasione di una riunione a Malta”. Lunedì pomeriggio, Macron ha in programma anche un incontro con degli esponenti dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e l’Alto rappresentante Onu per i rifugiati (Unchr).

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