Se Sandro Gozi dovesse scegliere tra l’essere eletto eurodeputato in Francia o vedere l’Italia vincere il prossimo Mondiale di calcio cosa sceglierebbe? “L’Italia può aspettare qualche anno in più prima di avere la quinta coppa”. Si presenta così agli elettori francesi l’ex sottosegretario agli Affari europei dei governo Renzi e Gentiloni, nonché il democratico che ha fatto il grande salto e ha deciso di correre alle Europee con il partito di Macron in Francia. In un’intervista semi-seria al quotidiano Libération per la newsletter “Chez pol”, il politico italiano, attualmente indagato a San Marino per una consulenza fantasma da più di 200mila euro, si racconta ai nuovi potenziali elettori parlando di tutto: da cosa sognava di diventare da piccolo al sesso. Quando infatti, commentando la campagna dell’attrice Alyssa Milano che per difendere il diritto all’aborto ha lanciato lo sciopero del sesso, gli chiedono cosa gli mancherebbe di più se dovesse privarsene, risponde: “Una vita senza sesso? Impossibile”.

Il dialogo semi-serio inizia con una presentazione del volto “poco conosciuto” della scena francese, così lo definisce Libération. “Sono”, risponde Gozi, “figlio ‘rifondatore’ dell’Europa, generazione Erasmus e sportivo. Ex diplomatico a Bruxelles con Romano Prodi e a Roma con Matteo Renzi. Primo ‘marcheur italiano’ (italiano candidato di En Marche ndr)”. Qual è secondo lui l’oggetto indispensabile per un candidato alle Europee? “Il telefono cellulare”. Cosa sognava di diventare da piccolo? “Giulio Cesare. Sono nato a Solignano sul Rubicone (piccola città dell’Emilia Romagna vicina al fiume Rubicone ndr). Lo ha attraversato ogni giorno”.

Ma Gozi non si è sottratto neppure alle domande su sport e musica. Parlando della nuova maglia della Juventus ad esempio, gli chiedono se per lui l’apparenza è importante: “Io sono tifoso della Juve quindi per me ha sempre ragione per definizione. Quindi una battuta sull’Eurovision: “Infine un’opportunità dell’Italia per brillare sulla scena internazionale”, dicono gli intervistatori. “Può essere”, ribatte. “Ma l’Italia deve avere il coraggio di cambiare musica. In quanto ex deejay posso proporre una nuova playlist per il mio Paese”.

L’ex sottosegretario torna serio quando si parla di Brexit. “Quattro squadre in finale delle due coppe europee di calcio: Liverpool, Tottenham, Arsenal, Chelsea… Ci avete mentito: la Brexit è super no?”. “E’ la prova che la Brexit non è stata ancora fatta ed è il modo migliore di farsi del male da soli. Ma non dobbiamo commettere lo stesso errore del trattato costituzionale del 2005. Bisogna che gli inglesi escano, è un fatto democratico. Hanno votato e scelto di uscire. E se vogliono rientrare, faranno un nuovo dossier d’adesione”. Infine una battuta su Matteo Salvini. “Fa rima con?”, è la domanda. Risponde: “Eccesso”.

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