“Promuovere la cultura dell’inclusione e del rispetto di ogni differenza con iniziative adeguate e idonee nella famiglia, nella scuola, nelle varie realtà sociali ed in ogni forma di comunicazione, e far sì che questa cultura si traduca in comportamenti quotidiani”. È l’appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della 13esima Giornata contro l’omofobia, la difobia e la transfobia, istituita dal Parlamento europeo nel 2007 invitando le istituzioni ad impegnarsi per la lotta all’intolleranza. La giornata, sottolinea il capo dello Stato, “costituisce l’occasione per riaffermare la centralità del principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue” contro “ogni forma di discriminazione inerente all’orientamento sessuale o alla identità di genere”.

Per il Quirinale sono “inammissibili” e “dolorosi” gli episodi di aggressività e intolleranza che “continuano a verificarsi causando sofferenze nelle vittime”, motivo per cui, sottolinea Mattarella, “denuncia e la lotta all’omofobia deve costituire un impegno deciso e costante per le istituzioni e per ciascuno di noi”. “Come più volte affermato – prosegue il messaggio del presidente della Repubblica – occorre promuovere la cultura dell’inclusione e del rispetto di ogni differenza con iniziative adeguate e idonee nella famiglia, nella scuola, nelle varie realtà sociali ed in ogni forma di comunicazione, e far sì che questa cultura si traduca in comportamenti quotidiani”. 

Perché “solo attraverso un percorso di legalità non disgiunto dai principi di solidarietà propri della nostra tradizione civile potremo sconfiggere ogni forma di intolleranza e di violenza. Su queste basi va proseguita la ricerca delle misure sempre più adeguate ed efficaci per abbattere i più diversi fenomeni di esclusione sociale, consolidando i valori ideali e morali su cui si fonda una civile convivenza democratica“, conclude il Presidente.

Il 17 maggio è stato scelto come data perché in questa giornata nel 17 maggio 1990 l’Organizzazione mondiale della sanità ha deciso di rimuovere l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Messaggi sono arrivati anche dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dai presidenti di Senato Camera. “Ogni discriminazione e ogni forma di violenza basate sull’orientamento sessuale non solo sono deplorevoli, ma ledono gravemente i diritti umani – ha scritto Conte – Per un reale cambiamento occorre una nuova cultura aperta al rispetto e al riconoscimento dell’altro, chiunque esso sia”.

Maria Elisabetta Alberti Casellati ha ricordato come la società “non si costruisce sull’odio e sulla discriminazione” e “qualunque forma di intolleranza sessuale è un passo indietro sul cammino del progresso sociale e civile non solo del nostro Paese ma dell’intera umanità”. L’omofobia, dice la presidente del Senato, “non è accettabile”. Mentre Roberto Fico ha commentato: “Ancora oggi, in Italia e nel mondo, troppe persone continuano ad essere bersaglio – solo in ragione della propria identità sessuale – di pregiudizi, discriminazioni ed episodi di violenza. Intollerabile per una comunità che si definisce tale”. “Molta strada è stata fatta, a livello legislativo, nei sistemi giuridici di tanti Paesi, ma occorre valutare se introdurre ulteriori misure che rafforzino diritti e tutele. Di questa battaglia, che è anzitutto culturale, per la costruzione di una società pienamente inclusiva dobbiamo essere tutti protagonisti”, conclude Fico.

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Noi trans inganniamo i maschi etero e quando ci scoprono ci picchiano. Normale, no?

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