L’ultima polemica tra Lega e Movimento 5 Stelle verte sulle lealtà rispetto al contratto di governo. La Lega, tramite le parole di Salvini, ha chiesto all’alleato (e al ministro Tria) di inserire la flat tax del Documento di economia e finanza, proprio puntando sul rispetto dell’accordo che ha portato alla nascita dell’esecutivo Guseppe Conte. Il M5s, dal canto suo, ha rilanciato, sempre puntando sulla lealtà: “Flat tax? Certo, noi siamo leali al contratto e la misura è nel contratto”. Poi il distinguo: “Abbiamo solo affermato che non bisogna fare facile campagna elettorale su certe misure, perché sono ambiziose e costano”. Poi, in rassegna, ha elencato gli strappi del Carroccio rispetto ai patti. Resta il fatto che Salvini ha cambiato registro comunicativo: basta polemica con Di Maio, che porta consenso solo al M5s, e affondo sui temi economici, con messaggi ad alleati di governo e ministro del Tesoro. Saranno i sondaggi che danno la Lega non più in crescita, sarà l’avvicinarsi delle europee di maggio, fatto sta che Matteo Salvini,ospite all’inaugurazione del Vinitaly di Verona, ha forzato tempi e toni su questioni strettamente economiche: non più sicurezza e migranti, ma autonomia, pensioni, grandi opere e, innanzitutto, flat tax. Che va varata subito e non nella legge di bilancio di settembre, come fatto capire dal titolare di via XX Settembre, che il 5 aprile aveva detto: “Si farà in una riforma studiata per la manovra di settembre in cui ci sarà un riaggiustamento del sistema fiscale e anche della spesa”.

Il leader della Lega invece ha fretta: “La misura è nel contratto di governo, non serve a Salvini, ma agli italiani” ha detto il vicepremier, secondo cui la riduzione fiscale “dovrà essere sicuramente inserita nel Def“. Margini di trattativa, a sentire il leader della Lega, non ce ne sono: “È una nostra priorità e c’è nel contratto di governo quindi come noi rispettiamo e approviamo quello che c’è nel contratto e che magari non è nel Dna della Lega, e penso al reddito di cittadinanza, altrettanto rispetto sul tema fiscale lo chiediamo agli altri”. Punto. Almeno fino alla replica del Movimento 5 Stelle. “Flat tax? Certo, noi siamo leali al contratto la Flat tax è nel contratto” hanno detto dal Movimento, per poi sottolineare che il loro distinguo non era nel merito ma nel metodo della misura: “Non abbiamo mai detto di non volerla, bensì abbiamo affermato che non bisogna fare facile campagna elettorale su certe misure, perché sono ambiziose e costano – è la posizione dei pentastellati – D’altronde è stata la Lega a dire che costa 12 miliardi. Ribadiamo: noi siamo sempre stati leali al contratto, chi lo è stato meno è la Lega“. Poi l’attacco, diretto, all’alleato di governo: “Chi ha iniziato a spingere sulla castrazione chimica è stata la Lega, chi parla di leva obbligatoria è la Lega, chi presenta una legge per la libera circolazione delle armi è la Lega. E potremmo andare avanti per molto”.

Sulla questione è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte, lasciando aperta la strada a ogni sviluppo possibile. Una riunione sul Def “ci sarà lunedì e martedì, il documento sarà in Consiglio dei ministri. Tutte le questioni, quindi, saranno esaminate serenamente e tranquillamente, con calma, lunedì per poi deliberare martedì”. “La Flat Tax è nel nostro programma di governo – ha aggiunto – Sicuramente dobbiamo completare questo pilastro del nostro programma riformatore nella prossima manovra“. Conte, poi, ha spiegato che “questo governo è impegnato per la crescita economica che però deve essere coniugata con la crescita sociale. L’idea nelle nostre politiche è di guardare anche all’equità. La congiuntura tuttavia non è favorevole, ma speriamo che questa fase finisca quanto prima”. Il premier, infine, ha smentito la notizia secondo cui il M5s è intenzionato a porre fine a Quota 100 il prossimo anno: “Non è un’idea che mi è stata presentata, non l’abbiamo valutata. Non è all’ordine del giorno. Abbiamo preso un impegno su una misure triennale: questa è la decisione che abbiamo preso”.

Da parte di Salvini toni simili anche per quanto riguarda la questione dell’autonomia regionale. “Abbiamo lavorato come matti, i governatori hanno lavorato e il ministro Stefani ha lavorato” è il pensiero del ministro dell’Interno, secondo cui “è ora di fare e di mettere il primo mattone perché è un passaggio storico che fa bene a tutti e non solo a Veneto, Emilia Romagna e Lombardia, ma a tutta Italia”. Dubbi da parte di qualcuno? “Se li faccia passare perché c’è nel contratto di governo” ha detto Salvini, secondo cui “l’Italia è bella perché è lunga, perché è diversa, perciò l’Italia ha bisogno di autonomia. Anche sull’autonomia noi manteniamo la parola data – ha ripetuto il segretario federale del Carroccio – il primo mattone va messo entro questa benedetta primavera, perché il Paese ha bisogno di risposte concrete”. Un tema, quello dell’autonomia, su cui è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte: “Questo governo ha una sola parola: si farà e ci stiamo lavorando – ha detto il presidente del Consiglio – Dobbiamo interloquire con il parlamento che cede delle competenze e vuole essere un interlocutore attivo, e non subire solo il processo, ma abbiamo preso un impegno di governo solenne e lavoreremo per esaudire questa richiesta”.

A proposito di cose concrete, poi, il vicepremier ha parlato dell’alta velocità Brescia-Padova. Che si farà. “Se qualcuno aveva dei dubbi, se li è tolti. A giorni si parte. Io sono uno che lavora” ha ribadito Salvini, che ha rispedito al mittente le critiche sulla sua sovraesposizione mediatica: “Sta cosa dei selfie? Vabbè. Oggi potevo essere a casa con i miei bimbi ma sono orgoglioso di essere qui come ieri ero orgoglioso di essere a Genova a visitare i cantieri del ponte Morandi – ha detto – Se ci sono 10, 100 o 1000 persone che mi fermano, mi danno un suggerimento e mi stringono la mano sono ben contento. Io sto al ministero tutto il tempo necessario e poi incontro gli italiani”. Come quelli di Verona e del Vinitaly, dove ogni anno si riunisce il gotha della produzione di vino e distillati made in Italy. “Che è composto al 94% da aziende sotto i 10 dipendenti” ha sottolineato Salvini, che ci ha tenuto ha marcare una differenza col passato, quando “c’era chi ascoltava, se non solo, soprattutto i grandi e rispondeva alle loro esigenze, noi abbiamo fatto una scelta rispettosa dell’economia e dell’identità italiana – ha evidenziato il vicepremier – andando dai piccoli che hanno sofferto e che prima di altri hanno bisogno di risposte“.

E di risposte certe hanno bisogno i truffati delle banche. “Si è aspettato anche troppo. Io li ho incontrati, li ascolto settimanalmente. Ci sono famiglie che hanno difficoltà a pagare il mutuo, l’affitto dell’azienda, a pagare le tasse sui capannoni – ha evidenziato il leader della Lega – Quindi è passato anche troppo tempo: i soldi ci sono, abbiamo messo un miliardo e mezzo, quindi spendiamolo”. Per quanto riguarda le critiche arrivate dagli imprenditori presenti a Cernobbio, invece, Salvini non le ha mandate a dire: “Io porto rispetto a tutti ma diciamo che certi contesti che vedevano in Monti e Renzi i salvatori della patria hanno sbagliato clamorosamente e quindi vediamo” ha detto, sottolineando che il governo lavora “perché la crescita ci sia”. Chiaro il riferimento alle previsioni che la crescita del Pil sia inferiore a quanto stimato dal governo. “A fine anno faremo i conti” ha risposto il ministro: “Siamo per i sì, i no non aiutano niente e nessuno. Non ho mai visto nessuno decrescere ed essere felice, si tratta di un ossimoro. Noi proviamo a crescere felicemente”. Il ministro della Economia Tria sarebbe intenzionato a presentare un 0,2% di crescita del Pil nel Def, pronto a essere portato alle Camere a metà aprile. Una stima che inizialmente pareva non fosse stata gradita tanto da Salvini quanto da Di Maio. Il leader leghista, però, su questo tema si è trincerato dietro un sibillino “io apprezzo la prudenza“. Poche parole, forse anche per difendere Tria dalle accuse continue degli alleati di governo.

Il vicepremier poi ha parlato di giovani: “Quota 100 la bloccano? Bisogna far veloce. Io bado ai fatti e ai risultati. Quota 100 è l’inizio di un percorso perché l’obiettivo è quota 41 – ha annunciato il leader della Lega – Io mi domando come si possa essere contrari al ricambio generazionale perché quota 100 ha nel suo obiettivo più importante aprire spazi di lavoro stabile per i giovani quindi mi rifiuto di pensare che ci sia qualcuno contro i giovani che iniziano a lavorare”. Non poteva mancare un passaggio sulle polemiche dei giorni scorsi con il Movimento 5 Stelle. “Da qui al 26 maggio parlerò solo di cose da fare e mi riprometto di non rispondere a nessuna polemica o a nessuna vera o presenta sui quotidiani” ha assicurato Salvini, che poi ha ribadito: “Bado ai fatti, mi cucio la bocca, incontro persone. Ieri ero a Genova per la ricostruzione del ponte, i tempi verranno rispettati ed è emozionante, Genova ha dato una bella lezione. Oggi sono qui a Verona, martedì sono all’inaugurazione del Salone del mobile“.

Per quanto riguarda il precipitare della situazione in Libia, Salvini ha assicurato che si sta “lavorando per la pace e il dialogo con tutte le parti in causa, direttamente o indirettamente io sono in contatto con alcuni ministri del governo però stiamo ragionando con tutti”. “L’intervento armato, le bombe, i cannoni sarebbero un dramma” ha aggiunto il vicepremier, che però ha assicurato di non essere preoccupato per l’eventuale aumento dei migranti: “Ormai hanno capito che l’Italia ha finalmente iniziato a difendere i suoi confini via terra e via mare – ha sottolineato – sono preoccupato perché ci sono tante italiani che stanno lavorando lì, perché c’è l’Eni che significa una delle principali aziende italiane che sta lavorando lì e perché vorremmo riprendere i rapporti commerciali con un Paese stabile”. Per concludere, poi, un annuncio: “A metà maggio faremo una grande manifestazione delle forze sovraniste dei paesi dell’Unione Europea a Milano, in piazza Duomo“. E a chi gli ha ricordato che tali forze politiche, con cui la Lega stringe alleanze elettorali, sono quelle che minimizzano o negano l’Olocausto, Salvini ha risposto: “Non mi interessa il passato, siamo per la democrazia e per i diritti ma l’Europa si cambia solo con chi non l’ha governata in questi anni”.

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