Uomini e robot in cammino sulle sabbie argentate della Luna. Una stazione spaziale che orbita sulle loro teste come ponte tra la Terra e il nostro satellite. E, più lontano, un drone elicottero che svolazza su Marte, mentre una sonda preleva campioni di roccia ‘aliena’ da riportare sulla Terra. Sembra la sceneggiatura di un film di fantascienza, ma nei prossimi decenni dovrebbe divenire realtà. Parola dell’amministratore capo della Nasa, Jim Bridenstine, che in una conferenza stampa al Kennedy Space Center a Cape Canaveral, intitolata #Moon2Mars, ha illustrato lo scenario che vedrà impegnata l’agenzia spaziale Usa nel prossimo decennio. “Siamo pronti a riportare astronauti sulla Luna, stavolta per restarci”, esordisce il numero uno della Nasa. “Impareremo a vivere lontano dalla Terra, e useremo quello che avremo imparato sulla Luna per fare un altro balzo da gigante: mandare astronauti anche su Marte”.

Nell’anno in cui la Nasa festeggia i 50 anni dallo storico sbarco sulla Luna della missione Apollo 11, il numero uno dell’agenzia spaziale Usa traccia la nuova roadmap verso il nostro satellite. Forte di un budget di 21 miliardi di dollari per il 2020, “uno dei più consistenti mai registrati nella storia della Nasa”, sottolinea Bridenstine. “Un budget che finanzia la nostra abilità di raggiungere un altro mondo, e di trovare potenzialmente vita su un altro pianeta”.

Gateway, la stazione orbitante lunare che guarda verso Marte
L’amministratore capo della Nasa descrive questa nuova impresa come “presenza sostenibile dell’uomo sulla Luna e intorno a essa”. A fare da apripista saranno rover, lander e robot, che insieme all’uomo esploreranno il suolo del nostro satellite “come mai fatto prima”, sottolinea Bridenstine. Per garantire questa presenza costante sul suolo lunare, la Nasa, in collaborazione con compagnie private e altre agenzie spaziali come l’Europea Esa, la giapponese Jaxa, la russa Roscosmos e l’agenzia spaziale canadese, costruirà una stazione spaziale in orbita intorno alla Luna. Si chiamerà Gateway, cioè porta, passaggio. L’obiettivo finale è, infatti, ancora più ambizioso del ritorno sul nostro satellite: posare per la prima volta il piede sulle sabbie arrugginite di Marte.

Le agenzie spaziali compreranno dai privati un ‘passaggio’ per Luna e Marte
“Una delle novità dell’immediato futuro è l’ingresso dei privati nelle nuove missioni verso la Luna e, in prospettiva, verso Marte”, spiega a IlFattoquotidiano.it Raffaele Mugnuolo, del centro di Geodesia Spaziale di Matera dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). Per lo scienziato, che si occupa di esplorazione di Marte, “il modo di concepire le missioni spaziali sta cambiando in maniera radicale. La via è ormai segnata: saranno sempre di più i privati a offrire alcuni servizi spaziali, come i sistemi di trasporto per strumentazione ed esperimenti, o i satelliti e i sistemi per le comunicazioni. In questo modo – prosegue lo studioso dell’Asi – le agenzie spaziali potranno concentrarsi sulla parte scientifica, acquistando dai privati un ‘passaggio’ di andata e ritorno per la Luna, e in futuro per Marte. Sia per i propri esperimenti che, in un secondo momento, per gli astronauti”.

La nuova avventura dell’uomo nello spazio inizierà già quest’anno con piccole missioni commerciali verso la Luna. Pochi giorni fa, infatti, si è concluso con successo il primo volo di prova senza equipaggio della navicella spaziale Crew Dragon della compagnia privata SpaceX, fondata dal visionario inventore Elon Musk. La navetta, lanciata dal razzo Falcon 9, ha raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale, Iss, dove è rimasta attraccata come una scialuppa di salvataggio alcuni giorni, per poi fare ritorno in sicurezza sulla Terra, tuffandosi nell’oceano. Un traguardo che permette d’ora in poi agli astronauti americani di trovare un passaggio per lo spazio, dopo il pensionamento dello Space Shuttle che aveva spinto l’agenzia Usa ad affidarsi alle vecchie e sicure navette russe Soyuz. La costruzione della stazione Gateway inizierà nel 2022. Ma questo avamposto per l’esplorazione umana della Luna e di Marte, spiega Bridenstine, “non ci permetterà solo di tornare sul nostro satellite. Ci darà anche l’opportunità di studiare lo spazio profondo da una stazione spaziale umana”.

Il lancio della prima missione dimostrativa è, invece, in programma nel 2024. Testerà la capacità di discesa sulla superficie lunare. Nel 2026 seguirà una seconda missione di prova, per sperimentare il sistema realizzato sulla superficie lunare prima dell’arrivo degli astronauti. Poi, entro il 2028, dovrebbe avvenire il trasferimento dei primi astronauti dalla stazione orbitante Gateway sulla superficie lunare, dove rimarranno per una permanenza record di una settimana.

Tutti su Marte, all’inizio del 2021 traffico di sonde nel cielo del pianeta
Nel budget Nasa è finanziata anche la prossima missione Usa Mars 2020. Secondo quanto riferito da Bridenstine, in futuro è in programma anche il trasporto di un drone elicottero per l’esplorazione di Marte. Per Mugnuolo, “anche l’Esa, in collaborazione con Roscosmos, il prossimo anno partirà con una missione per Marte, ExoMars 2020, e pure la Cina ha in programma una propria missione. All’inizio del 2021 ci sarà, quindi, un gran traffico intorno a Marte”, scherza l’esperto. “La missione Nasa Mars 2020 preleverà dei campioni che lascerà sul suolo marziano. Ma la Nasa e l’Esa – aggiunge il ricercatore dell’Asi – stanno già pensando a una missione congiunta per andare a riprendere questi campioni ‘extraterrestri’ e riportarli sulla Terra nel 2026-2027. Sarà la prima missione a dimostrare la possibilità di un viaggio di andata e ritorno dalla superficie di Marte. Una tappa essenziale – conclude Mugnuolo – per un futuro sbarco umano sul Pianeta Rosso”. Del resto, come amava ripetere l’astrofisico Giovanni Bignami, scomparso nel 2017, il bimbo o la bimba che camminerà su Marte è già nato.

Foto Luna: Dylan O’Donnell and ESA)

Foto Gateway: NASA

Raffigurazione Luna più navetta Usa Orion:  NASA/ESA/ATG Medialab

Logo Luna e Marte: NASA

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