Tiziano Renzi e Laura Bovoli sono rimasti a Rignano. Il loro ex socio Luigi Dagostino ha invece scelto di non disertare l’aula 5 del piano terra del Palazzo di giustizia di Firenze. L’imprenditore pugliese è coimputato dei genitori dell’ex premier nel processo sulle presunte fatture per operazioni inesistenti che i Renzi avrebbero incassato da Dagostino. Nell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Luca Turco e dalla pm Christine von Borries, la Guardia di Finanza ha individuato due fatture che non sembrano corrispondere a effettive prestazioni o comunque appaiono gonfiate rispetto alle prestazioni effettivamente svolte. Nella fattispecie si tratta di due pagamenti, per un totale di quasi 200mila euro, che l’imprenditore di origini barlettane ha versato nelle casse della Eventi 6, la società dei Renzi, per la realizzazione di una struttura ricettiva all’interno del The Mall di Leccio Reggello. Secondo gli inquirenti quelle fatture sono false.

“La difesa di Dagostino sarà che il fatto a lui contestato non costituisce reato, per la semplice ragione che le fatture in questione sono state puntualmente pagate ed è stata pagata la relativa Iva – ha sottolineato fuori dall’aula il legale dell’imprenditore, l’avvocato Alessandro Traversi – addirittura, se è  vera l’ipotesi accusatoria, in misura maggiore di quella dovuta. Quindi siccome il reato presuppone la finalità  di evasione, se l’imposta è  stata pagata addirittura in misura maggiore, di evasione non si puo parlare e quindi il fatto non dovrebbe costituire reato”. Neanche per i coniugi Renzi?  “Né per Dagostino, né per i Renzi: la questione è reciproca, se non c’è finalità da parte dell’utilizzatore, non c’è neanche da parte dell’emittente”, ha precisato. Ammettendo in ogni caso che “la questione è ovviamente discutibile, altrimenti non ci sarebbe il processo, ma la nostra tesi è che se manca, come nello specifico, la finalità di evadere le imposte, il fatto non costituisce reato per mancanza di dolo”, ha concluso il legale di Dagostino a cui è contestato anche il reato di truffa.

Si vedrà solo al termine del processo di cui quella di lunedì 4 marzo è  stata solo la prima, breve, udienza tecnica, organizzativa. Il processo è stato infatti aggiornato al 20 maggio, dopo che il tribunale ha incaricato un perito per le trascrizione delle intercettazioni effettuate nel corso dell’inchiesta, ammesso le prove portate da accusa e difesa e fissato il calendario delle prossime udienze.

“E’ stata un’udienza di passaggio – ha spiegato l’avvocato Federico Bagattini, difensore dei genitori dell’ex segretario del Pd che si trovano ai domiciliari dallo scorso 18 febbraio per un’altra inchiesta della procura fiorentina -. Non era necessaria la presenza dei miei assistiti, che invece parteciperanno alle udienze per le quali ci sarà bisogno che siano in aula e quando sarà utile”. Le altre date in calendario dopo il 20 maggio sono il 3 giugno, 8 e 15 luglio, e 7 ottobre. Mercoledì prossimo, 6 marzo, si terrà invece l’udienza davanti al tribunale del Riesame di Firenze per la richiesta di revoca degli arresti domiciliari per Tiziano Renzi e Laura Bovoli.

Articolo Precedente

Penalisti contro governo: ‘Valori Carta vissuti come intralcio’. Ermini (Csm): ‘Populismo mina separazione dei poteri’

next
Articolo Successivo

Femminicidio per “tempesta emotiva”, il pg fa ricorso in Cassazione. I giudici: “La gelosia considerata un’aggravante”

next