Dammi l’Iban, così ti faccio un regalo”. È una delle tante sollecitazioni che don Carmelo Rampino, sacerdote 70enne della diocesi di Lecce indagato per abusi sessuali, rivolge a un uomo, presunta vittima di abusi sessuali quando aveva nove anni, per “sistemare le cose”. Questi, che racconta di essersi trasferito in Germania per “cambiare vita”, telefona al prete, nei cui confronti ha depositato una querela, registrando la chiamata. L’audio è stato pubblicato sul sito Rete l’abuso, che opera contro gli abusi sessuali da parte del clero.

Gli abusi si sarebbero protratti per sette anni, fino al giorno in cui la vittima deciso di cambiare residenza e andare all’estero. Sulla vicenda la Procura di Lecce aveva già aperto un’indagine a carico del sacerdote accusato di abusi sessuali sui minori. Nel corso del colloquio tra i due, il prete ammette, sostanzialmente, le violenze: “Era affetto, è stata la natura, una debolezza”. In più, numerose volte, offre soldi alla vittima: “Mandami il tuo Iban”, chiamando in causa, contemporaneamente, il vescovo Michele Seccia: “Lui sa tutto, è d’accordo, chiamalo”. Alla fine della telefonata don Rampino chiede all’uomo di perdonarlo.

L’arcivescovo della diocesi di Lecce, dopo la diffusione dell’audio, ha preso le distanze dalla vicenda: “Informato del caso all’indomani del suo insediamento a Lecce, avvenuto nel dicembre 2017 – sottolinea una nota dell’arcivescovo riportata dalla stessa Rete – ha immediatamente adottato nei confronti del sacerdote in questione tutti i provvedimenti cautelativi consentiti dalla normativa ecclesiastica vigente. Insinuare il sospetto che l’arcivescovo, venuto a conoscenza delle circostanze riferite nella telefonata, abbia anche solo tentato di coprire eventuali abusi, costituisce una grave distorsione della realtà”.

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