Mettere a disposizione la propria visibilità o il proprio “potere” mediatico per sensibilizzare fan, appassionati e followers a favore della tutela ambientale. È quanto chiede Habitami, Energy & building advisor per l’efficienza sostenibile, con la campagna social “L’ambiente siamo noi” #IOXVOIILVOSTROFUTURO, lanciata insieme all’Asvis, Alleanza per lo sviluppo sostenibile: “Ti stiamo chiedendo di impegnarti per il futuro delle nuove generazioni”. Quelle rappresentate da Greta, la sedicenne svedese che a Davos ha accusato i leader mondiali: “State distruggendo il mio futuro. Voglio che entriate nel panico”.

Habitami, nata nel 2013 a Milano, come campagna pubblica per la riqualificazione energetica degli edifici chiede ora di partecipare a questo nuovo progetto inviando una foto e una promessa: “Raccontaci quale cambiamento metterai in atto o già stai perseguendo per ridurre la tua impronta ecologica e aiutare la lotta ai cambiamenti climatici”. E a metterci per primi la faccia sono stati proprio Giovanni Pivetta e Cristiana Ceruti di Habitami. “Mi disimpegno dai combustibili fossili e mi impegno per il vostro futuro” è la loro promessa per le nuove generazioni, che ora chiedono di condividere.

I COMPORTAMENTI INDIVIDUALI E GLI EFFETTI SULL’AMBIENTE – La percezione del cambiamento climatico come un problema collettivo spinge infatti anche a credere che le soluzioni siano di esclusiva competenza delle istituzioni, dei governi o dei trattati internazionali. Ma nei fatti non è così. “I cittadini non riescono a capire – sottolinea Habitami – che anche il loro stile di vita ha un ruolo nel determinare i cambiamenti climatici e che, modificandolo, si potrebbe contribuire a contenere il fenomeno”. I promotori della campagna, inoltre, partono dal presupposto che nelle dinamiche di gruppo il contesto e l’approvazione sociale giochino un ruolo fondamentale: “La motivazione ad agire dipende sì dal nostro sistema di valori, ma anche dall’atteggiamento di chi ci sta accanto. E così le scelte sostenibili di alcuni possono diventare contagiose e influenzare i comportamenti di tutti, soprattutto se ciò si associa a decisioni legislative che le accompagnano e le incoraggiano”.

QUALCHE DATO – A testimonianza del fatto che anche le abitudini dei singoli hanno un peso notevole sui cambiamenti climatici ci sono i dati. Il riscaldamento globale è causato principalmente dall’anidride carbonica rilasciata durante la combustione di carbone, gas naturale, benzina, diesel. “Entro il 2050 – ricorda l’agenzia di green marketing – dobbiamo dimezzare anche le emissioni di altri gas serra come il metano e il protossido di azoto, prodotti in particolare dagli allevamenti intensivi”. Una fetta importante del riscaldamento del pianeta, però, arriva dalle nostre case. Le abitazioni, infatti, sono responsabili del 30% delle emissioni nocive in tutto il mondo e del 40% dei consumi energetici. “Se non riduciamo le nostre emissioni di gas serra immediatamente – spiega Habitami – finché non saranno completamente eliminate entro il 2050, il nostro futuro sarà minacciato”. Basti pensare che nel nostro Paese gli impianti di riscaldamento inquinano più delle auto: dai camini delle abitazioni in Italia arrivano oltre il 50% delle emissioni di ossido di carbonio e il 30% delle polveri sottili. Questo perché il 56% degli edifici è nella classe energetica più bassa, la G, e solo il 2% è in quella più alta, la A. D’altronde in Italia il 55% delle abitazioni ha oltre 40 anni di età, percentuale che sale al 75% nelle città metropolitane.

L’ALLARME DELL’OMS – Come sottolineato da Cristiana Ceruti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ogni anno 4,3 milioni di decessi siano attribuibili nel mondo all’esposizione, prevalentemente in ambienti indoor, a inquinanti emessi “nelle attività quotidiane a causa dell’utilizzo di combustibili come legna, carbone e residui organici in apparecchi privi di qualsiasi sistema di abbattimento delle emissioni”. Altri 3,7 milioni di decessi sono attribuiti all’inquinamento outdoor. “La riqualificazione energetica del parco immobiliare esistente – spiegano ad Habitami – offre al settore dell’edilizia una grande opportunità senza consumo di suolo ed è al centro dell’attenzione in Europa”. E non è un caso se nelle scorse settimane  l’Organizzazione mondiale della sanità, ha pubblicato le linee guida per ridurre i rischi di salute legati alle abitazioni. “Migliorando le condizioni abitative – sottolinea l’Oms – si possono salvare vite, prevenire malattie, ridurre la povertà e aiutare a mitigare l’impatto del cambiamento climatico”. In un documento l’Oms indica alcuni interventi migliorativi, come per esempio installare isolanti termici efficienti e sicuri per migliorare la temperatura interna, il consumo di energia e ridurre le emissioni di carbonio.

LA CAMPAGNA – “C’è bisogno dell’aiuto di tutti – spiegano i responsabili di Habitami – e tu puoi fare moltissimo aumentando la consapevolezza nel tuo pubblico su una tematica spesso sconosciuta o mal descritta. Ognuno deve prendersi le proprie responsabilità”. Agire si può “perché esistono soluzioni”, ma spetta sia ai politici che ai cittadini fare la propria parte. “Siamo la prima generazione ad avere la tecnologia, la conoscenza scientifica e l’intenzione globale per creare un reale futuro economico sostenibile per l’intera umanità – è il messaggio della campagna –  noi siamo anche l’ultima generazione che ha davvero l’opportunità di fermare il cambiamento climatico prima che sia troppo tardi”. Un obiettivo irraggiungibile senza il supporto di una politica ambiziosa “che renda l’Italia un paese neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050 e che, nei prossimi anni, porti a una sostanziale riduzione dei gas a effetto serra”. Ed è proprio quanto sollecita Habitami  che, contemporaneamente, chiede “un piano di investimento ambizioso e socialmente giusto, da applicare entro la fine del 2022” e che aiuti tutti i cittadini e le imprese a compiere la transizione energetica verso una società a impatto climatico zero.

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