Si è parlato tanto di diritto all’oblio e tutela della reputazione online, ossia delle normative che permettono di depennare dalla rete – o per lo meno di nascondere – contenuti che si reputano lesivi per la propria immagine. Pensiamo, per esempio, a video di revenge porn (video espliciti che dovrebbero essere privati, e che vengono resi pubblici da ex delusi o arrabbiati) o ad atti di cyberbullismo su minori. Per ottenere un risultato a volte bisogna rivolgersi agli avvocati, contattare provider e siti, inviare lettere di diffida, e attendere a lungo. La startup Tutela Digitale, fondata da Sveva Antonini e Gabriele Gallassi, offre uno strumento agile ed efficace per monitorare la rete e risolvere le problematiche di reputazione online e diritto all’oblio. I servizi si rivolgono a imprese e privati, e consistono nella eliminazione o rimozione dall’indicizzazione di contenuti lesivi (in pratica non appariranno più fra i risultati delle ricerche).
La startup sfrutta una tecnologia soprannominata LinKiller, che elimina la maggior parte dei contenuti ritenuti lesivi e diffamatori. Parliamo per esempio di foto e video non autorizzati, notizie datate che non rispettano più il diritto di cronaca, pagine e profili falsi sui social network, dati riservati, e via dicendo. Il tutto nel pieno rispetto delle normative vigenti e del GDPR, assicurato dalla supervisione da parte di esperti legali e ingegneri reputazionali.

In sostanza la gestione del link viene operata come conseguenza di un lavoro di analisi, valutazione e gestione da parte del team. Quindi viene messa poi in opera grazie agli accordi e alle collaborazioni di Tutela Digitale con i provider e alcune delle maggiori aziende del settore, come ad esempio YouTube. L’eliminazione avviene in tempi brevi: se non ci sono particolari problematiche in pochi giorni, nei casi più semplici anche poche ore.
L’azienda svolge anche attività quali il monitoraggio e l’ingegneria reputazionale, la localizzazione di contenuti che riguardano persone, aziende e relativi prodotti e marchi, e la ricostruzione dell’identità digitale di persone e aziende mediante la creazione di contenuti web appositamente progettati.
Grazie alla legge dell’Unione Europea e alla recente semplificazione d’attuazione inserita nel GDPR, l’applicazione del diritto all’oblio si prefigura come una professione promettente. Secondo i dati pubblici, Tutela Digitale avrebbe finora rimosso dal web circa 2.500 articoli applicando il Diritto all’oblio. Dimostra che c’è molta richiesta. Oltre tutto, da fine febbraio il servizio sarà accessibile anche tramite app, per avere ancora più flessibilità e controllo sugli aspetti della propria vita che si vogliono tenere privati.
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