Aveva solo 15 anni e non era vaccinato. Un ragazzo, studente dell’Istituto alberghiero Amerigo Vespucci a Roma, è morto la notte del 14 gennaio, nel reparto di terapia intensiva pediatrica del Policlinico Umberto I per una meningite. Era stato ricoverato la mattina dello stesso giorno. La notizia arriva direttamente dall’assessorato alla Sanità della Regione Lazio che ha subito attivato le procedure di profilassi per i parenti e gli amici del giovane.

“Ai familiari dello studente e all’intera comunità scolastica rivolgo la mia vicinanza e il mio cordoglio. In momenti così dolorosi è importante restare uniti”, scrive su Facebook il ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ricordando anche l’importanza di seguire le indicazioni delle autorità sanitarie per la profilassi.

“Le cause del decesso sono dovute ad una sepsi meningococcica“, si legge nella nota diffusa dall’assessorato, dove viene specificato che seguiranno le procedure antibiotiche anche tutte le persone che hanno frequentato l’Istituto Vespucci del IV municipio e tutti coloro entrati in contatto con il giovane durante lo stage formativo svolto i giorni scorsi.”Si è in attesa – continua il documento – del responso analitico rispetto all’identificazione del sierotipo del meningococco inviato presso l’Inmi Spallanzani e notificato presso il servizio di sorveglianza Seresmi. Il ragazzo non risulta vaccinato per la meningite”. La situazione è comunque sotto controllo, specificano i tecnici.

Proprio gli adolescenti, spiega l’epidemiologo dell’Università di Pisa, Pier Luigi Lopalco, sono una fascia a rischio per la meningite, “ma sono disponibili vaccini per tutti i ceppi che sono efficaci e sicuri”, specifica. “Purtroppo in questa fascia di età il rischio c’è, anche se non è così alto come sembra, si parla di un caso ogni centomila abitanti, mentre nei bambini è più alto – sottolinea Lopalco – In più la malattia colpisce di più d’inverno, probabilmente a causa della circolazione concomitante dei virus influenzali”. In alcune regioni, continua l’esperto, è già attiva l’offerta vaccinale gratuita anche per gli adolescenti, mentre in altre parti l’immunizzazione è disponibile privatamente. “Questo dipende dalla disponibilità economica delle singole Regioni – evidenzia Lopalco – alcune offrono il quadrivalente, che copre contro i ceppi C, A, W e Y, mentre altre anche quello contro lo B. Di solito ci si rivolge a una coorte precisa, magari i ragazzi di un dato anno che non sono vaccinati perché non c’era ancora il vaccino quando erano piccoli”.

La meningite, cioè l’infiammazione delle membrane che rivestono il cervello (le meningi), può essere provocata sia da batteri che da virus. La più temibile è quella batterica, dovuta principalmente ai germi emofilo tipo B, pneumococco e meningococco. Ogni anno, in Italia si registrano circa 300 casi della tipologia più grave, mentre la letalità è di circa il 10% nei casi dovuti a pneumococco e del 12% nei casi da meningococco, che aumenta al 23% nel caso in cui il ceppo di meningococco sia il C. Il consiglio, afferma anche l’ex presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Walter Ricciardi, “è dunque quello di vaccinare sia i bambini sia gli adolescenti che non lo siano già”. “Come Iss ed io personalmente – rileva Ricciardi – avevamo suggerito l’obbligatorietà anche per il vaccino anti-meningite nell’ambito della legge sull’obbligo vaccinale per l’iscrizione a scuola. Così non è stato ma l’offerta di tale vaccinazione dovrebbe comunque essere attiva e gratuita in tutte le regioni”. La meningite, conclude Ricciardi, “resta una malattia endemica e va ribadito che, a livello individuale, è prevenibile solo con la vaccinazione”.

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