Ventimila euro di multa da pagare entro un mese. Questa la sentenza del tribunale di Savona che ha condannato il sindaco di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli, a risarcire l’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, per averla offesa. Il leghista aveva commentato sui social gli stupri avvenuti in spiaggia a Rimini nell’estate del 2017 riferendosi proprio all’esponente di LeU. “Dovevano essere mandati ai domiciliari a casa della Boldrini. Magari le mettono il sorriso”, aveva scritto il primo cittadino su Facebook. Immediata era arrivata la querela dell’allora terza carica dello Stato.

Camiciottoli dovrà versare anche 100 euro per ognuna delle associazioni che si sono costituite parti civili (Unione Donne Italiane, Differenza Donna, Se non ora quando, Donne in rete e Centro per non subire violenza), oltre che pagare le spese processuali (3.500 euro per Boldrini, 1.980 euro per ognuna delle cinque associazioni). Il pm Chiara Venturini aveva chiesto otto mesi di reclusione ma il giudice Emilio Fois ha deciso per il risarcimento con pena sospesa subordinata al pagamento dei danni entro un mese dalla sentenza. L’esponente della Lega, comunque, ricorrerà in appello.

“Abbiamo vinto! Il leghista Camiciottoli, il Sindaco di Pontinvrea che mi aveva augurato lo stupro per ‘farmi ritornare il sorriso’ è stato condannato. Anche al risarcimento del danno. Dedico questa sentenza a mia figlia, perché abbia sempre fiducia nella giustizia. La dedico a tutte le figlie d’Italia, perché non abbassino mai la testa di fronte alla violenza!”, ha esultato Laura Boldrini sui social.

“Nessun invito allo stupro, ma solo una contestazione politica”, si è difeso oggi in aula lo stesso Camiciottoli. “Non inciterei mai allo stupro nella mia vita, anzi ritengo che per gli stupratori occorra l’ergastolo. Volevo solo fare una critica politica: se lei è così favorevole a una immigrazione incontrollata, che include anche i delinquenti, allora forse ospitarli le avrebbe fatto piacere”, ha continuato, utilizzando le stesse giustificazioni addotte durante la prima udienza. “Quel messaggio mi ferì moltissimo come donna perché mi si augurava qualcosa di ripugnante. Mi preoccupava come madre, perché sapevo che mia figlia l’avrebbe letto. Mi indignava come politico, perché mi indicava come mandante morale dello stupro di Rimini”, ha risposto in tribunale la Boldrini che a settembre aveva chiesto al leader Matteo Salvini di prendere pubblicamente posizione. “Cosa pensa delle affermazioni di Camiciottoli che investono non solo la mia dimensione privata ma la condizione di tutte le persone, in particolare le donne, che subiscono insulti, minacce e volgarità di ogni genere?”, aveva chiesto l’ex presidente al vicepremier, senza però ricevere alcuna risposta.

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