Le prime sei proposte riguardano l’economia e il lavoro: dal tetto del 25% alla tassazione dei redditi all’annullamento del debito, passando per l’aumento del salario minimo e delle pensioni sociali e la costruzione di 5 milioni di case popolari. Poi 11 punti sotto la voce “politica”, anche se più di uno prevede interventi per salvaguardare i portafogli dei cittadini: uscita della Francia dalla Ue per riconquistare la sovranità, riscrittura della Costituzione per introdurre i referendum di iniziativa popolare, eliminazione di ogni ideologia nei programmi scolastici, stop alle privatizzazioni per autostrade, aeroporti, parcheggi e ferrovie, ritiro degli autovelox, fine dei finanziamenti pubblici ai giornali. E’ il manifesto sedicente “ufficiale” dei Gilet gialli francesi, comparso su facebook giovedì scorso.

Dopo aver ottenuto dal governo lo stop all’aumento delle tasse sul carburante previsto per il 2019, il movimento di protesta si sta quindi organizzando per proporre un programma di ampio respiro. Che ha diversi punti in comune con le battaglie del Movimento 5 Stelle delle origini.

L’autore della “carta ufficiale” – 25 proposte scritte sullo sfondo del gilet simbolo della protesta – è ignoto e non è dato sapere quanto il programma sia condiviso, anche perché nel frattempo sul sito www.la-france-en-colere.fr è stato lanciato il voto online su punti che coincidono solo in parte con quelli del manifesto. C’è il referendum di iniziativa popolare, considerato strumento fondamentale per la partecipazione dei cittadini alla vita politica, ma ci sono anche il taglio dei salari dei membri del governo, la “soppressione dei privilegi“, il “controllo delle note spesa”.

I 25 punti della carta non entrano invece nel merito dei privilegi della “casta”: si limitano a individuare, per titoli, una serie di priorità di impronta populista. Ci sono l’abbattimento dell’evasione fiscale, la separazione delle attività speculative delle banche dalla raccolta di depositi, l’uscita dalla Nato, l’allungamento della garanzia dei prodotti a minimo 10 anni, la riduzione dell’influenza dell’industria farmaceutica, la reindustrializzazione per evitare le importazioni, il divieto degli ogm. Ma anche il blocco dei flussi dei migranti impossibili da accogliere e integrare. E la fine delle “ingerenze politiche e militari” in Africa.

Intanto sempre su facebook si sta organizzando anche il coordinamento nazionale dei Gilet gialli italiani, con un’agenda dichiaratamente sovranista. Al primo posto delle proposte politiche da “far votare” alla rete spicca l’Italexit, seguita dalla lotta alla povertà e dalla tassazione unica al 15%, altrimenti detta flat tax, già cavallo di battaglia della Lega. Tra gli esponenti del movimento ci sono l’ex deputato del M5S Ivan Della Valle e Giancarlo Nardozzi, presidente del Goia, un gruppo organizzato dei venditori ambulanti. Non a caso tra i punti programmatici ci sono la promozione delle micro imprese, lo stop alla costruzione di grandi aree commerciali e l’uscita immediata dalla direttiva Bolkestein. La diminuzione delle accise sul carburante, centrale in Francia e all’origine dei primi scontri violenti, è solo al quinto posto delle sedici proposte.

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