Spyro è indubbiamente mancato ai suoi fan, sebbene i suoi cameo nei diversi Skylanders abbia reso l’assenza di avventure standalone più sopportabile. Dopo Crash, in questo 2018 è il turno del  draghetto viola di fare il suo ritorno, non con un titolo nuovo ma -seguendo il successo dell’altro eroe della playstation generation – in una remastered dei primi 3 capitoli che può vantare una veste completamente rinnovata sia nella grafica che nel gameplay.

I veterani ricorderanno l’imprecisione generale del gameplay dei primi Spyro, cosa che spesso remava contro il giocatore, al punto di diventare un vero e proprio impedimento ai tentativi di completare i livelli al 100%. In questa nuova edizione i comandi rispondono molto più precisamente rispetto ai predecessori, rendendo la trilogia più godibile e fluida rispetto alla controparte anni ‘90. Non temete però stravolgimenti, i nemici sono sempre i soliti e il “Ladro di Uova” resta sempre uno dei più detestabili NPC (creature gestite dal sistema) mai creati.


I tre titoli che abbiamo avuto il rinnovato piacere di giocare in questa trilogia occuperanno un minimo di 25/27 ore del nostro tempo per essere completati al 100%. Nulla di estremamente impegnativo, ma come sempre tutto fuorché noioso o pesante. Ovviamente dovremo armarci di pazienza per completare i diversi percorsi a tempo, che si rivelano sempre ostici e necessari soprattutto ai fini di platinare il gioco.

Accedendo al menù principale, si ci trova di fronte ad una schermata piuttosto scarna di dettagli, ma basta accedere ad ognuno dei tre capitoli per comprendere il lavoro svolto da Toys For Bob. Il comparto grafico ha visto una vera e propria rivoluzione, catapultando Spyro dritto nel 2018. Il gameplay migliorato risulta un piacere mentre affrontiamo le diverse “Case” e i relativi Boss, con l’immancabile Sphyx a farci compagnia e a indicarci il nostro livello di salute. Anche il doppiaggio dei titoli è variato, a scapito del suo divertente e folkloristico predecessore – chi non ha amato il celeberrimo drago dall’accento napoletano negli anni ‘90?- votato ad un intento forse troppo serioso se pensiamo al titolo in questione.


Avanzeremo di livello in livello, affrontando nemici di ogni tipo e boss diversi tra loro e, avanzando in questa avventura, il sentimento che ci pervade è di esser tornati un po’ bambini, mentre ci avvicinavamo per la prima volta a Spyro The Dragon con la nostra PlayStation. Nel primo capitolo, avremo il compito di riportare in vita tutti i draghi pietrificati dal perfido Nasty Norc, nemico acerrimo dei draghi, il cui sogno è da sempre sterminarli tutti.

Passando poi al secondo capitolo, dove ritroveremo il nostro Spyro del tutto intenzionato a prendersi del tempo libero, venire invece catapultato nel regno degli Avalar, dove la sua nuova nemesi, Ripto, lo attende. Anche in questo capitolo saremo costretti ad affrontare numerosi nemici e a recuperare i talismani necessari per ritornare a casa – non prima di aver sconfitto Ripto, ovviamente!- . Approderemo poi all’ultimo capitolo, dove Spyro si vedrà incaricato di recuperare le uova di drago rubate da una strega malvagia, però in questo terzo ed ultimo titolo saremo aiutati da Sheila e dal Sgt, Byrd,  entrambi giocabili.


È impossibile non restare ammaliati dalla gamma di colori saturi dei diversi mondi legati a Spyro, così come dal suo carattere temerario e teneramente ingenuo. Il lavoro svolto sul comparto tecnico è ineccepibile: tutti i mondi sono stati ricreati da zero, così come i personaggi principali e tutti gli NPC di gioco. Un lavoro svolto con integerrima passione e la volontà di mostrare il buon vecchio Spyro anche alle nuove generazioni che, ne siamo certi, ne gioveranno.

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