Nel 2004 Rockstar sperimentava, non voleva essere solo la casa di Grand Theft Auto, ma anche dimostrare di saper creare storie profonde, non solo macchine rubate e rapine ma anche il selvaggio west, come dimostrato nel Red Dead Revolver che usci’ quasi in sordina su PS2 e Xbox, non ricevendo però l’elogio di critica che si meritava, anche solo per aver cercato di cambiare le carte in tavola.

Rockstar non demorde e insiste con il suo West sporco, crudele e dalla natura vasta e incontaminata e nel 2010 lascia il segno con il Primo Red Dead Redemption, che si guadagna un posto speciale nel cuore di molti giocatori, portando addirittura a un surreale DLC (contenuti extra rilasciati dopo il lancio,ndr) con gli zombie; otto anni dopo esce Red Dead Redemption 2, uno dei titoli più attesi di sempre, complice un ottima campagna pubblicitaria di Rockstar fatta di pochissimi dettagli e annunci bomba, in un saliscendi emotivo per i giocatori che ha ripagato sfondando ogni tipo di record di vendita il giorno dell’uscita del gioco, battendo anche il suo fratello maggiore GTAV.

Il mondo creato da Rockstar per Red Dead Redemption 2 è semplicemente meraviglioso, una tacca sopra tutto quello prodotto dalla casa di new york fino ad ora su questo non ci sono dubbi; la natura incontaminata trasmette perfettamente la sensazione di libertà che siamo abituati a vedere nei documentari o nei western che sono diventati dei colossal, altrettanto vive e pulsanti le città, che dimostrano che il west, quello di banditi e Cowboys sta lasciando spazio alle ferrovie sempre più presenti; è in questo contesto che si sviluppa la trama del gioco che fa da prequel al capitolo precedente, permettendo a chiunque di essere giocato senza perdersi nulla della trama, protagonista è Arthur Morgan pistolero dal grilletto facile le cui scelte plasmeranno la storia e il proprio rapporto con la banda di cui facciamo parte, come una sorta di famiglia acquisita ma con più litigi e pallottole.

Se vi aspettavate un GTA con i cavalli dovrete ricredervi, RDR2 è molto diverso dal suo fratello maggiore, e per molti versi più “lento”, questo è un tentativo quanto più fedele di riprodurre la vita di un pistolero che cercava di non farsi sbattere in galera, o di non farsi piantare una pallottola nella testa, e questo prevede tantissime attività quotidiane che preclude i giocatori da una partita e via; le attività sono tra le più svariate, e oltre alla questline (serie di missioni) principale che cercherà di inghiottire il giocatore privandolo del sonno e di una vita sana in favore di una fusione uomo – macchina – divano, troverete una miriade di sottoquest che vi terranno impegnati per tantissime ore; tra queste ci sono anche le attività di routine come mangiare o dormire, farsi la barba, cacciare, pescare, prendersi cura del proprio cavallo, tutte cose che diamo per scontate in molti giochi ma che in Red Dead Redemption2 possono fare la differenza tra la vita e la morte, letteralmente.

Un plauso va alle musiche del gioco, bellissime ed evocative, rimarranno colonna sonora anche nella vostra vita reale, fino alla fine della cavalcata; dal punto di vista tecnico il gioco di Rockstar è granitico, fluido in praticamente ogni momento per regalare un esperienza particolarmente immersiva, certo qualche bug è ancora presente, e quando vedrete qualche animale particolarmente raro a cui date la caccia dare di matto e scomparire dallo schermo dopo una corsa folle forse vi metterete a ridere, ma è talmente raro che probabilmente con la prossima patch non vi accorgerete neanche della cosa.


In definitiva Red Dead Redemption 2 è uno dei migliori titoli usciti in questo 2018 che sta finendo, non tanto per il gameplay, ma per la qualità del gioco e l’attenzione ai dettagli maniacale che Rockstar games ha dedicato al figlio del selvaggio west. Raramente si è vista tanta dedizione nei confronti di un prodotto del genere, e non può far altro che alzare l’asticella dell’eccellenza verso l’alto, assorbendo totalmente il giocatore che si lascerà trasportare dalla storia: preparatevi a lunghissime sessioni di gioco dove ripetete a voi stessi ancora 5 minuti, per poi guardare sconsolati l’orologio che segna le 3 di notte, perché è questo l’effetto che fa RDR2.

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