È l’obiettivo dei fisici e non solo che si esercitano in ipotesi anche molto affascinanti: svelare la materia oscura. Una vera e propria missione che può passare anche per la sua celebrazione con una giornata dedicata il Dark Matter Day, la Giornata della materia oscura. Più di cento gli eventi e tante le dirette Facebook in programma, nella giornata organizzata dalla collaborazione Interactions, costituita da un gruppo di comunicatori scientifici dei principali laboratori internazionali di fisica. “Si è deciso di dedicare una giornata alla materia oscura perché la ricerca in questo campo, e in generale sull’universo oscuro, è fra temi centrali della fisica”, ha detto all’Ansa il fisico Marco Pallavicini, dell’università di Genova, presidente del comitato per le astroparticelle dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e presidente del Festival della Scienza di Genova. Proprio dal Festival gli esperti dell’Infn racconteranno in una diretta Facebook gli esperimenti che in Italia cercano di trovare le tracce di questa materia sconosciuta, che occupa l’universo per un quarto.

Con la scoperta del bosone di Higgs da parte del Cern, la particella dalla quale dipende la massa di ogni cosa, “lo studio della materia ordinaria è stato completato” e “ha permesso di verificare in dettaglio che la teoria di riferimento della fisica, il Modello Standard, è convincente”, ha osservato Pallavicini. Tuttavia, ha aggiunto, quella teoria “spiega circa il 5% universo, quello che emette o assorbe luce”. Il resto dell’universo, vale a dire il 95%, è buio e oscuro. “Evidenze astrofisiche – ha aggiunto – ci hanno insegnato che la parte preponderante dell’universo non emette e non assorbe luce. Lo definiamo oscuro anche in senso figurato, perché non capiamo ancora bene che cosa sia”. Proprio il Cern è da anni in prima linea per la caccia alla materia oscura.

Sappiamo che una parte di questo universo oscuro si comporta come una particella, ed è la materia oscura, e che ben il 70% dell’universo “sembra produrre una forza repulsiva della quale sappiamo ancora meno: non abbiamo la benché minima idea di che cosa si tratti. È un mistero”. L’unica cosa nota è il nome: energia oscura. A raccontare l’universo segreto sono i fisici dei laboratori in prima fila nel mondo in questo campo di ricerca, come quelli Nazionali del Gran Sasso dell’Infn. Avranno molto da dire, in futuro, anche gli esperimenti del più grande acceleratore di particelle del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc) del Cern di Ginevra e la ricerca sulle onde gravitazionali.

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