Intesa raggiunta sulle nomine Rai. I nomi sono stati consegnati questa mattina dall’ad Fabrizio Salini ai consiglieri di amministrazione e sono i seguenti: Giuseppe Carboni sarà il direttore del Tg1, Gennaro Sangiuliano al Tg2, Giuseppina Paterniti al Tg3, Alessandro Casarin alla Tgr e Luca Mazzà (ora direttore del Tg3) a Radiorai. Solo lo stretto necessario dei Tg, dunque, mentre a sorpresa sono state lasciate fuori le direzioni di rete, ma anche quelle di Raisport, Rainews e Raiparlamento. Ora alle nomine procederà il Cda di Viale Mazzini, convocato per domani mattina alle 10.30. I curricula dei futuri direttori andavano consegnati almeno 24 ore prima e così è stato.

Per dirimere la questione nell’ultima settimana sono stati necessari almeno tre incontri tra Salvini e Di Maio e innumerevoli telefonate, secondo i metodi più classici della lottizzazione politica. Insomma, a Viale Mazzini non sembra cambiato nulla. Alla fine l’intesa sui Tg è stata trovata. Un accordo in cui ha pesato anche il ruolo di Salini, che ha preteso l’ultima parola e ha premuto per la convocazione del Cda per domani quando, venerdì, l’accordo non era ancora chiuso. Un modo, si dice, per mettere pressione alle forze politiche che se la stavano prendendo troppo comoda.

Nella trattativa il nodo era diventato il Tg1, perché i nomi proposti dai pentastellati non erano graditi all’alleato leghista tranne uno: quello di Federica Sciarelli, che però ha chiesto di continuare a condurre Chi l’ha visto. Esclusa anche Giuseppina Paterniti, finita al Tg3, dal gioco dei veti incrociati è uscito il nome di Giuseppe Carboni che cui sarà affidato il compito di guidare il tg della rete ammiraglia. Carboni è un giornalista di lungo corso del Tg2 che negli ultimi anni ha seguito le vicende del Movimento 5 Stelle.

Altra sorpresa è la mancata intesa sulle reti. Che avvalorano le voci degli ultimi giorni. Ovvero che Matteo Salvini vorrebbe in una direzione Casimiro Lieto, il capo autore storico di Elisa Isoardi alla Prova del cuoco. Per lui si parla della direzione di Raidue, mentre per Raiuno nelle ultime ore è spuntato il nome di Carlo Freccero. Ma è su Casimiro Lieto che i grillini avrebbero puntato i piedi: non lo vogliono, Salvini però sembra resistere.

Un’altra voce circolata nelle ultime ore è che il leader leghista invece volesse un nome forte, esterno, proveniente da Mediaset. Si è pensato a Paolo Del Debbio, ma lui smentisce seccamente. “C’è stato qualche contatto settimane fa finito in un nulla di fatto. Non faccio parte delle nomine Rai”, afferma Del Debbio. Nel frattempo non è chiaro se per le reti si procederà all’incrocio (se M5S prende il Tg1, la Lega prende Raiuno, e così via) oppure no. Risultato: si continua a trattare e per i direttori di rete si dovrà aspettare ancora. Come anche per quelli di Raisport, con in pole position Maurizio Losa, Rainews (forse Iman Sabbah, corrispondente Rai da Parigi) e Rai Parlamento, dove potrebbe finire Antonio Preziosi in quota Forza Italia.

Per protesta contro questo stallo che ha paralizzato l’azienda per mesi, infine, ieri mattina è andata in scena una protesta dell’Usigrai. “Abbiamo consegnato a Salini e Foa uno zainetto con il contratto di servizio per ricordare a tutti che la Rai non può più aspettare”, ha spiegato Vittorio Di Trapani. L’attesa ora è finita. Ma per le reti bisognerà attendere ancora.

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Radio e tv battono i social. La sfida dei media al tempo delle fake news

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