Scrive per i ragazzi. Per i bambini. Conosce così bene il loro mondo da utilizzare il linguaggio perfetto, dell’innocenza e della chiarezza. Lei è Annamaria Piccione. Siciliana. La scrittrice che ama i gatti. È un po’ il suo marchio di fabbrica: nella sua vastissima produzione la parola gatto compare sempre. In questi giorni torna in libreria con un magnifico libricino dedicato all’Avvento. Lo anticipa di qualche mese con una preziosa raccolta di brani tratti da racconti e romanzi della grande letteratura. Arriverà Natale, per le edizioni Di Girolamo, poesie, racconti, pensieri che attraversano un mese intero, dicembre, l’almanacco letterario dedicato all’Avvento.

E in questo nuovo lavoro Annamaria Piccione rivela poi la sua natura più profonda che è quella di comunicare la bellezza, con la sintesi efficace, il metodo della narratrice di razza. Dal primo dicembre, con l’incanto del poeta triestino Umberto Saba, fino in fondo con Corrado Alvaro, Dino Buzzati, Gianni Rodari, Sartre, Guido Gozzano, Goethe e ancora molti altri. Ogni giorno di dicembre annuncerà l’Avvento con la parola maestosa di uno scrittore.

Lo spiega Annamaria: “Questo lavoro si propone di creare un Avvento letterario ricalcando il calendario dell’Avvento dei bambini tedeschi e inglesi. Ogni finestrella si aprirà su una poesia, un racconto, un brano o un pensiero dedicato al Natale, con un autore diverso per ogni giorno, qualcuno più noto, più allegro, più popolare, più osservante o semplicemente più amato”.

Leggiamo – il 20 dicembre – da una poesia di Pasternak: “E lì accanto, mai visto sino allora, più modesta d’un lucignolo alla finestrella d’un capanno, tremava una stella sulla strada di Betlemme”. E ancora Sant’Agostino – 22 dicembre – tratto da Discorso 184: “Rallegratevi, voi giusti: è il Natale di colui che giustifica; rallegratevi voi che siete deboli e infermi: è il Natale di Colui che risana; rallegratevi voi che siete schiavi: è il Natale di colui che è Signore”.

È una piccola, delicata, curatissima perla, enorme nel valore di quel che contiene, da tenere in libreria in bella vista perché le parole dei maestri risuonino sempre, con noi e facilmente, quotidianamente, nelle scadenze di un almanacco, perché rileggano la storia, con lo sguardo che anticipa e riconduce al significato ogni esistenza. La parola che salva, comunque.

Chiude le pagine Guido Gozzano, 25 dicembre: “Consolati Maria, del tuo pellegrinare! Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei (…) Risplende d’un astro divino la notte che già fu sì buia. È nato il Sovrano Bambino, è nato! Alleluia, alleluia!”.

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