Ci sono quattro indagati per abuso d’ufficio nell’inchiesta della Procura di Ancona sugli appalti la realizzazione delle Sae, le casette per i terremotati. Coinvolti dipendenti regionali che si sono occupati della procedura d’appalto che ha portato all’assegnazione delle ditte incaricate di realizzare i moduli abitativi. Tra gli indagati c’è anche il capo della Protezione civile regionale delle Marche David Piccini, uno di quelli che si è più prodigato per portare soccorso e assistenza alle popolazioni terremotate; i dirigenti dell’Erap – l’Ente regionale per l’abitazione pubblica – di Ancona; Maurizio Urbinati, ex assessore comunale del capoluogo marchigiano, Lucia Taffetani, e Stefano Stefoni, dirigente regionale e Rup per le opere di urbanizzazione. Questa inchiesta, però, sembra destinata ad allargarsi. “Massimo rispetto per la magistratura e collaborazione massima. Facciamo tutti parte dello Stato” ha commentato Piccini.

Il Nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di finanza ha dato il via a perquisizioni e sequestri a tappeto negli uffici della Protezione civile e dell’Erap, su richiesta della procuratrice distrettuale antimafia Irene Bilotta. I finanzieri hanno sequestrato diversi supporti informatici, a partire dai computer, e scatoloni di documentazione scritta. Sequestri e perquisizioni sono stati fatti anche nelle abitazioni di residenza degli indagati. Il materiale prelevato fa riferimento agli ultimi due anni: al vaglio delle Fiamme gialle tutta la documentazione e il materiale informatico relativo alle procedure di appalto e subappalto relative alle Sae: circa 1.900 nelle Marche, fornite dal consorzio Arcale, in base ad un accordo quadro nazionale con la Protezione civile, la cui consegna sta per essere completata.

Le indagini sono cominciate un anno fa, dopo i fatti dell’Aquila la Procura avrebbe proceduto autonomamente a raccogliere elementi che poi hanno portato ad aprire un fascicolo: gli avvisi di garanzia sono di questi giorni e l’inchiesta sembra destinata ad allargarsi. Le perquisizioni hanno interessato anche gli uffici periferici dell’Erap, tra l’altro ad Ancona e Macerata. Al momento i rappresentanti di Arcale non ne sanno nulla.

È la seconda volta che un’inchiesta tocca il terremoto: nel Maceratese la Guardia di finanza di Camerino ha individuato 120 casi di illecite richieste del Cas (Contributo di autonoma sistemazione) con 500mila euro di contributi illecitamente percepiti. Anomalie che molti degli indagati hanno motivato con la complessità delle norme che regolano il contributo.

Ma sembra anche più complessa, alla luce della normativa sulla protezione civile, la ricostruzione di responsabilità ed eventuali illeciti nella realizzazione delle casette e delle 75 aree urbanizzate che le accolgono, in pratica 75 nuovi paesi. Da tempo la Cgil di Macerata segnalava irregolarità quanto meno nella gestione dei lavoratori dei subappalti per le Sae. E in varie occasioni il procuratore generale di Ancona Sergio Sottani aveva lanciato l’allarme sul pericolo di infiltrazioni della criminalità organizzata nei lavori pubblici legati al sisma.

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