Saranno i cittadini del Verbano-Cusio-Ossola a decidere se la loro Provincia dal 2019 farà ancora parte del Piemonte (come successo dal 1992 e ancora prima come parte della provincia di Novara) o se integrare la Regione Lombardia, diventandone la tredicesima amministrazione provinciale. Il via libera è arrivato nei giorni scorsi dalla Corte di Cassazione che ha dichiarato legittimo il referendum a sostegno del cambio di Regione della piccola provincia che conta circa 160mila abitanti su un territorio – nel Nord Est del Piemonte, ai confini con la Svizzera – di 2260 chilometri quadrati. La pronuncia della Suprema Corte è l’ultimo atto dell’iter iniziato nel 2017 quando iniziò la raccolta firme (arrivata oltre quota 5mila) dei promotori, l’ex senatore Valter Zanetta e il consigliere provinciale Luigi Spadone. Ora, dopo che già erano arrivati il via libera della Provincia e l’approvazione all’unanimità del consiglio provinciale, l’ok della Cassazione: la consultazione dovrà essere indetta entro tre mesi e svolgersi nei tre mesi successivi. Già si conosce il testo del referendum che prima del voto sarà sottoposto al presidente della Repubblica e al ministro degli Interni: “Volete che il territorio della provincia del Verbano Cusio Ossola sia separato dalla Regione Piemonte per entrare a far parte integrante della Regione Lombardia?”. Entro giugno, dunque, la Provincia del Vco – costituita nel 1992 con 77 Comuni fino a quel momento parte integrante del Novarese – potrebbe diventare la prima nella storia italiana a cambiare Regione. “Il territorio rialza la testa. Se tutto va bene potremo votare già l’anno prossimo, in coincidenza con il voto europeo e quello in Regione” ha commentato Zanetta.

“L’espressione della sovranità popolare rappresenta il momento più alto dell’esercizio democrazia” commenta il presidente della Regione Sergio Chiamparino. Il governatore ha ricordato peraltro che “mai nessuna amministrazione” prima della sua “ha portato avanti progetti strategici come l’ospedale di Ornavasso e interventi su viabilità e infrastrutture”. D’accordo il vicepresidente Aldo Reschigna, che è originario di Verbania: “Restiamo convinti che il passaggio alla Lombardia sarebbe una scelta sbagliata, che non darebbe una prospettiva nuova, di sviluppo, all’intera Provincia”. Anche Reschigna parla di “un impegno importante, dalla definizione per legge di Provincia montana alle nuove attribuzioni di risorse, triplicate con le competenze, fino all’impegno per il nuovo ospedale unico e alle realizzazioni in ambito culturale, turistico, nell’ammodernamento delle infrastrutture viarie”.

IL DISOBBEDIENTE

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