Chiamatelo balzello o costo aggiuntivo per la privatizzazione di un servizio della giustizia, il risultato non cambia. I familiari di persone della provincia di Vicenza non autonome nella gestione dei propri affari da quest’anno devono pagare una parcella professionale per il controllo dei rendiconti annuali degli amministratori di sostegno, un’attività di competenza dei giudici che è stata delegata dal Tribunale all’Ordine dei commercialisti. La denuncia di un fenomeno che nel solo Vicentino interessa quattromila posizioni, viene proprio da un commercialista, che è padre di una giovane donna diversamente abile, che si fa però interprete di una situazione che coinvolge tante altre famiglie.

“Trovo un forte disagio nel raccontare tutto questo, accompagnato però da una forte indignazione, come padre e come professionista. – racconta Livio Dal Santo – Sono l’amministratore di sostegno di mia figlia e sono iscritto all’Ordine dei commercialisti di Vicenza da 34 anni. Il mio Ordine e il Tribunale hanno sottoscritto nel 2017 una convenzione che demanda il controllo dei rendiconti ad ausiliari del giudice tutelare perché il Tribunale non è in grado di soddisfare tale incombenza per l’elevato numero”.

Il risultato è che gli è arrivata la notula di una parcella da 100 euro. “Ho scritto al presidente del mio Ordine chiedendo spiegazioni. Non mi ha nemmeno risposto. Non è per l’entità della somma, in sé modesta, ma perché mi dà fastidio che qualcuno al di fuori degli organi competenti abbia accesso al fascicolo di mia figlia e perché – fatto ancor più grave – si mette a carico della persona debole e incapace il costo di una prestazione non richiesta, e fatta solo per sopperire alle carenze del Tribunale”.

Gli stessi concetti sono contenuti nella lettera inviata a Margherita Monti, presidente dei commercialisti vicentini. “In questo modo passa il principio che il più indifeso deve comunque pagare e stare zitto. Non ci sto e voglio dare voce alle oltre quattromila persone sottoposte a tutela o ad altri istituti. Se il problema esiste davvero, se il Tribunale effettivamente non è in grado di fare i controlli, la soluzione è quella che noi professionisti mettiamo a disposizione gratuitamente un po’ del nostro tempo a favore di tale causa. Solo così si esce dalla logica che tutto ha un costo”.

La convenzione siglata nel 2017 dal presidente del Tribunale Alberto Rizzo prevede la nomina dei coadiutori del giudice tutelare, inseriti in un apposito elenco. Allegata c’è la tabella dei costi delle parcelle, che parte da un minimo di 100 euro (80 euro più gli oneri fiscali e proceduali) e arriva fino a 550 euro, a seconda dell’entità di entrate ed uscite dei rendiconti.

Il presidente dei commercialisti non ha finora risposto a Dal Santo. Margherita Monti interpellata da ilfattoquotidiano.it scrive: “È iniziata una stretta collaborazione con il giudice tutelare al fine di fornire uno stabile e qualificato supporto tecnico per l’attività di verifica dei rendiconti e della documentazione giustificativa annualmente presentati dagli amministratori di sostegno i quali, trattandosi spesso di persone non professionisti, in questo modo hanno potuto anche trovare assistenza nella rendicontazione”. Il presidente aggiunge: “Lo spirito che ha contraddistinto il nostro impegno in una attività così delicata è stato quello di collaborazione con le istituzioni al fine di rendere migliore il sistema per i cittadini”.

La dottoressa Monti ha però annunciato a ilfattoquotidiano.it che, dopo un periodo di sperimentazione, “con il Tribunale abbiamo stabilito di svolgere gratuitamente il nostro lavoro nei casi in cui il soggetto beneficiario di amministrazione di sostegno avesse un reddito al di sotto di quello previsto per il gratuito patrocinio – attualmente fissato in euro 11.369,24 – andando così incontro alle persone meno abbienti”. L’importante è che adesso vengano informate di questo beneficio. La “privatizzazione del servizio, anche se a spese delle famiglie, ha consentito di smaltire l’arretrato a tutto il dicembre 2016.

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