- 19:28 - Cortei: Meloni, 'governo non usa manganello, ma regole vanno rispettate'
Roma, 14 mag. (Adnkronos) - "Il governo non usa il manganello anche perché non è il governo che dà le indicazioni alle forze dell'ordine quando si trovano ad operare". Lo ha ribadito la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un'intervista a Milano con Maurizio Belpietro per il 'Giorno de La Verità'. Intervendo sugli scontri tra manifestanti e forze dell'ordine, "per il governo - ha messo in chiaro la premier - la libertà di manifestare andava difesa ma c'è bisogno che le regole vengano rispettate anche da chi manifesta".
"Le forze dell'ordine devono garantire il diritto di manifestare nel rispetto delle regole", "l'assalto alla Cgil era libertà di manifestare? No. Andava impedito? Sì, le forze dell'ordine cercano di mantenere un equilibrio. Alcuni dei manifestanti sono dei professionisti della materia che provocano le forze dell'ordine nella speranza che qualcosa vada storto e si possa dire che il governo ha metodi autoritari", ha aggiunto.
"Le forze dell'ordine non meritano l'assenza di solidarietà che talvolta si vede, meritano rispetto", ha ancora sottolineando ricordando un bilancio di 126 agenti feriti senza attestati di solidarietà: "io lezioni non le accetto, ricordo lavoratori seduti per terra su cui si sparava con l'idrante", ha dunque tuonato.
- 19:28 - Governo: Meloni, 'mi danno della regina di coattonia, vengo dal popolo e ne sono fiera'
Roma, 14 mag. (Adnkronos) - "Pesciarola, fruttivendola, regina di coattonia, borgatara, posso andare avanti per ore... Mi accusano di demagogia? Mi accusano di qualunque cosa. A un anno e mezzo di distanza da quando sono diventata premier la gente che mi incontra mi chiama ancora Giorgia, mentre poteva crearsi una distanza: io sono fiera che le persone mi chiamino così e mi diano ancora del tu, io sono una persona che viene dal popolo. Non hanno capito che questi epiteti, borgatara e pesciarola, per me non sono un insulto...". Lo ha ribadito la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un'intervista a Milano con Maurizio Belpietro per il 'Giorno de La Verità'.
"Mentre Cottarelli vuole essere chiamato dottor Cottarelli, perché si è laureato e ha fatto bene - ha proseguito -, ricordo che in Italia c'è gente che non è stata nelle condizioni di potersi laureare e deve sapere che può avere ancora molti obiettivi. Il mondo per cui il tuo futuro è determinato dalle tue condizioni di partenza non sarà mai il mio mondo".
- 19:27 - Eni distribuirà fornelli migliorati a 10 mln persone in Africa sub-sahariana entro 2027
Roma, 14 mag. (Adnkronos) - Eni rilancia il suo impegno nel promuovere sistemi di cottura migliorati in occasione del 'Summit on Clean Cooking in Africa' organizzato dalla Agenzia Internazionale per l’Energia (Iea). Eni ha anche aderito alla 'Clean Cooking Declaration: Making 2024 the pivotal year for Clean Cooking' per accelerare l’accesso universale a sistemi di cottura più moderni, essenziali per assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili e sostenibili, come stabilito dall’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 7 delle Nazioni Unite. La dichiarazione è stata sottoscritta da governi, settore privato, organizzazioni internazionali e della società civile intervenuti al Summit, in corso a Parigi.
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, circa 1 miliardo di persone in Africa cucina ancora i propri pasti con sistemi di cottura rudimentali, respirando il fumo nocivo rilasciato dalla combustione. La mancanza di accesso a sistemi di Clean Cooking ha rilevanti impatti dal punto di vista sanitario, sociale, economico e ambientale, e contribuisce a 3,7 milioni di morti premature ogni anno, specialmente a danno di donne e bambini. Con questa adesione, Eni si impegna a continuare a promuovere in Africa l’accesso a sistemi di cottura più moderni, che possono apportare benefici in termini di salute, produttività, uguaglianza di genere, conservazione delle foreste, biodiversità e riduzione delle emissioni.
Eni ha lanciato nel 2018 un ampio programma di Clean Cooking che ad oggi coinvolge già circa 500.000 persone in Congo, Costa d’Avorio, Mozambico, Ruanda e Angola, e si è data l’obiettivo, reso pubblico in occasione del Summit, di raggiungerne 10 milioni in tutta l’Africa sub-sahariana entro il 2027. Inoltre, Eni intende favorire il passaggio da soluzioni migliorate, che garantiscono una riduzione di oltre il 60% della biomassa legnosa, a soluzioni avanzate, che si caratterizzano per il totale abbattimento dell’uso di biomassa legnosa non sostenibile. Con questa evoluzione l’obiettivo è raggiungere 20 milioni di persone entro il 2030, con una spesa associata di 300 milioni di dollari.
Il modello Eni nasce dalla lunga esperienza dell’azienda nel continente, e mira a contribuire a ridurre l’impatto delle attività di cucina sulla deforestazione e gli effetti negativi sulla salute delle persone. Una delle caratteristiche distintive del modello Eni è che la distribuzione dei fornelli avviene gratuitamente, superando qualsiasi barriera finanziaria. Inoltre, al fine di promuovere lo sviluppo dell’imprenditoria e dell’economia delle comunità, Eni sostiene la produzione locale dei sistemi di cottura, valutando il potenziale dei produttori e contribuendo a rafforzare le loro competenze tecniche e imprenditoriali, facilitando l’accesso alla tecnologia, ai capitali e al mercato. Infine, la distribuzione dei fornelli avviene tramite organizzazioni locali e internazionali già presenti sul territorio, che garantiscono la corretta interazione con le famiglie e la loro sensibilizzazione sui benefici dei sistemi di cottura puliti.
La distribuzione di fornelli migliorati - la cui efficienza è certificata secondo gli standard della Clean Cooking Alliance - permette ad Eni di generare crediti di carbonio utilizzati in linea con la strategia Net-Zero aziendale, che prevede il raggiungimento della neutralità carbonica al 2050 attraverso la riduzione delle emissioni (scope 1, 2 e 3) e la compensazione delle emissioni residue tramite iniziative di carbon offset di alta qualità.
- 19:26 - Eni distribuirà fornelli migliorati a 10 mln persone in Africa sub-sahariana entro 2027
Roma, 14 mag. (Adnkronos) - Eni rilancia il suo impegno nel promuovere sistemi di cottura migliorati in occasione del 'Summit on Clean Cooking in Africa' organizzato dalla Agenzia Internazionale per l’Energia (Iea). Eni ha anche aderito alla 'Clean Cooking Declaration: Making 2024 the pivotal year for Clean Cooking' per accelerare l’accesso universale a sistemi di cottura più moderni, essenziali per assicurare a tutti l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili e sostenibili, come stabilito dall’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 7 delle Nazioni Unite. La dichiarazione è stata sottoscritta da governi, settore privato, organizzazioni internazionali e della società civile intervenuti al Summit, in corso a Parigi.
Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, circa 1 miliardo di persone in Africa cucina ancora i propri pasti con sistemi di cottura rudimentali, respirando il fumo nocivo rilasciato dalla combustione. La mancanza di accesso a sistemi di Clean Cooking ha rilevanti impatti dal punto di vista sanitario, sociale, economico e ambientale, e contribuisce a 3,7 milioni di morti premature ogni anno, specialmente a danno di donne e bambini. Con questa adesione, Eni si impegna a continuare a promuovere in Africa l’accesso a sistemi di cottura più moderni, che possono apportare benefici in termini di salute, produttività, uguaglianza di genere, conservazione delle foreste, biodiversità e riduzione delle emissioni.
Eni ha lanciato nel 2018 un ampio programma di Clean Cooking che ad oggi coinvolge già circa 500.000 persone in Congo, Costa d’Avorio, Mozambico, Ruanda e Angola, e si è data l’obiettivo, reso pubblico in occasione del Summit, di raggiungerne 10 milioni in tutta l’Africa sub-sahariana entro il 2027. Inoltre, Eni intende favorire il passaggio da soluzioni migliorate, che garantiscono una riduzione di oltre il 60% della biomassa legnosa, a soluzioni avanzate, che si caratterizzano per il totale abbattimento dell’uso di biomassa legnosa non sostenibile. Con questa evoluzione l’obiettivo è raggiungere 20 milioni di persone entro il 2030, con una spesa associata di 300 milioni di dollari.
Il modello Eni nasce dalla lunga esperienza dell’azienda nel continente, e mira a contribuire a ridurre l’impatto delle attività di cucina sulla deforestazione e gli effetti negativi sulla salute delle persone. Una delle caratteristiche distintive del modello Eni è che la distribuzione dei fornelli avviene gratuitamente, superando qualsiasi barriera finanziaria. Inoltre, al fine di promuovere lo sviluppo dell’imprenditoria e dell’economia delle comunità, Eni sostiene la produzione locale dei sistemi di cottura, valutando il potenziale dei produttori e contribuendo a rafforzare le loro competenze tecniche e imprenditoriali, facilitando l’accesso alla tecnologia, ai capitali e al mercato. Infine, la distribuzione dei fornelli avviene tramite organizzazioni locali e internazionali già presenti sul territorio, che garantiscono la corretta interazione con le famiglie e la loro sensibilizzazione sui benefici dei sistemi di cottura puliti.
La distribuzione di fornelli migliorati - la cui efficienza è certificata secondo gli standard della Clean Cooking Alliance - permette ad Eni di generare crediti di carbonio utilizzati in linea con la strategia Net-Zero aziendale, che prevede il raggiungimento della neutralità carbonica al 2050 attraverso la riduzione delle emissioni (scope 1, 2 e 3) e la compensazione delle emissioni residue tramite iniziative di carbon offset di alta qualità.
- 19:16 - Giustizia: Meloni, 'riforma arriverà nei prossimi giorni in Cdm'
Roma, 14 mag. (Adnkronos) - "La riforma della giustizia serve a questa nazione, non perché ci smontano il decreto Cutro ma perché tutti siamo d'accordo che la giustizia non funziona in Italia: bisogna avere il coraggio di intervenire come su tutte questioni che rallentano investimenti e sviluppo. Per questo nei prossimi giorni arriverà in Consiglio dei ministri anche la riforma della giustizia, serve coraggio e noi interverremo". Lo ha ribadito la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un'intervista a Milano con Maurizio Belpietro per il 'Giorno de La Verità'.
- 19:14 - Europee: Meloni, 'obiettivo confermare consenso politiche'
Roma, 14 mag. (Adnkronos) - Alle prossime elezioni europee "il mio obiettivo è confermare il consenso che avevo quando sono diventata premier. Per me sarebbe importante perché non credo che non moltissimi partiti di governo siano arrivati a un anno e mezzo di distanza con lo stesso consenso". Lo ha ribadito la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un'intervista a Milano con Maurizio Belpietro per il 'Giorno de La Verità'.
Eguagliare il risultato messo a segno alle politiche "lo considererei importante particolamente perché abbiamo dovuto fare scelte difficili e coraggiose. Vorrebbe dire che anche quando sei costretto a fare delle scelte difficili se sono scelte fatte con giustizia e buonsenso i cittadini capiscono le decisioni. Non sto al governo per me stessa, faccio questa vita solo se so che va bene per i cittadini italiani, lo faccio per loro non per vanità. Non mi appassiona questa vita".
- 19:13 - Lavoro, Sauerwald (Valore D): "Supportare persone su genitorialità condivisa"
Roma, 14 mag. (Adnkronos) - “Una delle prime cose messe in luce dalle imprese è la necessità di supportare le persone a far proprio un modello di genitorialità condivisa partendo dall’ascolto delle persone. Per esempio, 17 aziende su 26 di quelle che abbiamo intervistato hanno già esteso la durata del congelo di paternità e 4 lo faranno entro la fine di quest'anno. Inoltre è aumentato il numero di chi ha ampliato il congelo di paternità al secondo genitore e chi l'ha raddoppiato da 10 a 20 giorni” e altre che l’hanno portato “fino a 70, 80, 90 giorni remunerando il congelo di paternità”. Lo ha detto Ulrike Sauerwald, responsabile del Centro Studi di Valore D, nel suo intervento, questa mattina a Milano, all’evento di presentazione dello studio ‘Donne, lavoro e sfide demografiche. Modelli e strategie a sostegno dell’occupazione femminile e della genitorialità’, di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding, realizzato in collaborazione con Valore D.
“Era sicuramente fondamentale raccogliere il punto di vista delle imprese per comprendere come gestiscono concretamente il tema dell'occupazione femminile - spiega Sauerwald - Nello studio abbiamo distinto tra imprese di grande dimensione, di carattere multinazionale e quasi 400 piccole e medie imprese, perché è questo un po’ la spina dorsale in Italia: il 55% dei lavoratori e lavoratrici è in piccole e medie imprese che, solitamente dispongono di risorse economiche, organizzative più limitate per affrontare con serenità l'assenza prolungata del lavoro dei propri collaboratori e collaboratrici”.
Sulla flessibilità di tempi e modi di lavorare, “lo smart working è un po' la cosa che funziona per i white collar, cioè per chi è in ufficio - illustra l’esperta - Ci hanno però raccontato anche di iniziative di semplice flessibilità in ingresso e in uscita, cambi di turno, autogestione dei turni o della banca di ore solidale in realtà come la grande distribuzione, cioè il supermercato, dove, banalmente, dietro il banco deve esserci qualcuno. Sul tema della gestione del rapporto prima, durante e dopo il periodo di genitorialità, di maternità o paternità - prosegue - nelle aziende sono state attivate tantissime iniziative formative per i manager, per orientarli nella gestione di queste risorse, per confrontarsi con i neogenitori, conoscerne le paure, le aspettative, le esigenze e anche per definire i tempi di modo di lavoro. Questo toglie veramente l'ansia del ‘come dico che sono incinta, come dico che vorrei avere un mese di più, come dico che voglio fare carriera e mio marito si occupa del figlio’. Quando i people manager, le persone responsabili di persone, sono formati e capaci di affrontare con serenità queste conversazioni, questo dà un grandissimo beneficio per la gestione di queste situazioni”.
Le aziende “offrono un supporto psicologico per i genitori, per i caregiver, a volte anche esteso ai figli - sottolinea Sauerwald - Questo è anche una prevenzione del burnout delle persone. A livello economico, le soluzioni offerte dalle aziende vanno dalla integrazione della retribuzione al congelo, al bonus nascita, contributi rimborsi per rette di asili anche sul territorio, borse di studio: sono variegate”. In questo c’è una contaminazione tra le varie realtà. “L'abbiamo visto con un'azienda francese che, dall'Italia, ha portato delle buone pratiche, eccellenti, veramente eccellenti, negli altri paesi. Sulla crescita sull'occupazione giovanile - osserva - le aziende possono offrire condizioni di lavoro a supporto di una vera equità e parità di genere. C'è ancora un gender pay gap anche nelle prime assunzioni per la generazione Z e anche c'è un gap tra contratti indeterminati o tutte le altre forme di contratti”.
A proposito delle iniziative “a sostegno della cura dei figli e della conciliazione, quindi la genitorialità condivisa - evidenzia l’esperta - si tratta di incentivare le persone a prenderlo e, soprattutto, avere dei role model che si raccontano, cioè vedere che davvero c'è un manager padre che dice ‘io mi prendo questo periodo che è stato concesso dall'azienda’ per la cura dei figli come ispirazione per gli altri”. Sul cambio culturale, Sauerwald inviata a “supportare i responsabili a sviluppare un mindset inclusivo, servono people manager capaci di ascoltare le persone e ascoltarli anche in un modo un po' diverso, ad esempio considerando di chiedere anche alle donne tra i 25 e i 45 anni se volevano trasferirsi”.
Infine, “generalmente vediamo che le multinazionali tendono a vedere la genitorialità come un valore e un'opportunità - conclude Sauerwald - Poi ascoltiamo le aziende come lo riescono ad attuare. Mentre per le Pmi, prevale ancora la maternità, la visione della maternità come un costo, un problema ma, se ci sono degli esempi, anche nella piccola e media impresa, le cose diventano fattibili”.