VICENZA. “La conferenza stampa è convocata per le 11 a Palazzo Trissino. Allora saprete tutto”. L’avvocato vicentino Francesco Di Bartolo, candidato del Movimento Cinquestelle per la poltrona di sindaco a Vicenza, promette che solo in quel momento verrà sciolto il mistero attorno a una possibile desistenza a favore del centrodestra. Ma egli stesso attende notizie, visto che nessuno gli ha comunicato se da Milano arriverà il via libera all’utilizzo del simbolo, condizione indispensabile perchè la lista posta essere presentata validamente e correre per le elezioni amministrative del 10 giugno. I vertici del M5s nazionale, contattati dal fattoquotidiano.it, non forniscono spiegazioni.

In effetti, mentre la situazione politica ha avuto una evoluzione che ha portato alla trattativa in corso con Matteo Salvini per la composizione del governo, questa settimana nel capoluogo vicentino non hanno avuto notizie dalla casa-madre del Movimento. E hanno cominciato a preoccuparsi, visto che la macchina per la campagna elettorale è già in attività da tempo.

Da un punto di vista tecnico, il diniego alla candidatura potrebbe essere giustificato solo in base al codice etico dei Cinquestelle. Ovvero, eventuali condanne penali, precedenti adesioni ad altri partiti politici o altre candidature. “Da parte mia non c’è alcun problema – spiega l’avvocato Di Bartolo – in passato io avevo fatto politica con Di Pietro, ma ciò risale a un’epoca precedente al 2009 che è stato indicato come limite per eventuali incandidabilità. La mia fedina penale è pulitissima”. Anche lui, quindi, non sa spiegare il silenzio diventato ormai assordante.

Il senatore uscente Enrico Cappelletti, l’unico vicentino eletto a Palazzo Madama nella precedente legislatura, è incredulo. “La conferenza stampa si trasferirà a Campo Marzio, uno dei luoghi più abbandonati della città, vicino alla stazione ferroviaria. E’ una scelta simbolica, per marcare il degrado di Vicenza. Questa mancanza di comunicazione con Milano non sta né in cielo né in terra. Non so proprio come interpretarla”. Anche perchè la verifica sui requisiti di un candidato non richiede istruttorie particolarmente complesse. “A Vicenza, alle ultime votazioni politiche il Movimento Cinquestelle ha ottenuto il 22,8 percento, un risultato molto positivo”. Possibile che ci sia un accordo con Salvini per non rompere le uova nel paniere del centrodestra? “Non ne sappiamo nulla”, è la replica dell’ex senatore. Fonti del Movimento raccontano che l’eventuale cancellazione della candidatura di Di Bartolo è legata ai problemi interni al gruppo vicentino.

Una conferma indiretta viene dal sito del M5S dove Vicenza è scomparsa dall’elenco delle città in cui c’è una candidatura pentastellata. In questi settimane a uscire con le ossa rotte dalla preparazione elettorale era stato proprio il centrodestra. Ad un certo punto, non convinta del candidato proposto da Forza Italia, la Liga Veneta-Lega Nord aveva deciso ufficialmente di appoggiare Francesco Rucco, candidato di una lista civica, sconfessando platealmente l’intesa con il partito di Berlusconi. Ma quello era il momento in cui la tensione tra l’ex cavaliere e Salvini aveva raggiuto l’apice, nella prima fase di consultazioni per il nuovo governo. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Rucco si è subito affrettato a tendere la mano ai grillini: “Credo sia doveroso esprimere sia la mia solidarietà verso gli attivisti del movimento, sia il mio rispetto per il lavoro fatto in campagna elettorale, in particolare dal candidato sindaco Di Bartolo. Mi piacerebbe che anche a Vicenza gli elettori del M5s possano avere i propri rappresentanti, ma nel caso in cui ciò non dovesse accadere e le posizioni del M5s non potessero avere adeguata rappresentanza siamo aperti al confronto sul nostro programma, considerato che si basa su un progetto di discontinuità e un’idea alternativa di città che vogliamo proporre ai vicentini dopo dieci anni di governo del Partito democratico”.

Che qualcosa sia successo lo conferma anche Daniele Ferrarin, coordinatore della campagna elettorale. “Nell’ultima settimana abbiamo cominciato a preoccuparci, abbiamo iniziato a chiamare tutti: parlamentari, consiglieri regionali, persino Davide Casaleggio. Nessuno si è degnato di risponderci”. Oggi la lista comunque verrà presentata ugualmente. Salvo poi essere dichiarata non ammissibile.

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