L’Italia le chiede dal 2016, dai giorni immediatamente successivi al ritrovamento del cadavere. Le autorità del Cairo finora non hanno voluto consegnarle. Ora l’attesa potrebbe essere finita. Il 15 maggio nella capitale egiziana inizieranno, alla presenza dei magistrati della Procura di Roma, le operazioni di recupero delle registrazioni delle videocamere di sorveglianza della metropolitana cairota nell’ambito dell’inchiesta sul sequestro e omicidio di Giulio Regeni. Lo rende noto un comunicato congiunto di piazzale Clodio e della Procura Generale della Repubblica Araba d’Egitto.

Sono una delle grandi zone d’ombra dell’inchiesta condotta dai magistrati egiziani. Finora le immagini registrate dalle videocamere di sorveglianza e dei negozi nella zona di Dokki, nelle 2 stazioni della metropolitana che Giulio avrebbe dovuto utilizzare la sera della scomparsa (El Bohooth, a 250 metri, da casa e Mohamed Naguib, nei pressi di piazza Tahir) e nella zona del ritrovamento del corpo non sono usciti dalle stanze dei pm cairoti. Gli investigatori italiani le avevano chieste fin dai giorni successivi al 3 febbraio, giorno in cui il ricercatore di Fiumicello venne trovato morto lungo la superstrada che collega la capitale ad Alessandria d’Egitto. Dal Cairo non è mai arrivato nulla.

Il nuovo accordo è stato raggiunto nel corso di un colloquio telefonico avvenuto ieri tra il procuratore generale del Cairo, Nabeel Sadek, e il procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone, durante il quale si è fatto il punto sugli sviluppi delle indagini “al fine di pervenire a risultati definitivi sull’uccisione del ricercatore”.

– “La delegazione italiana, guidata dal sostituto procuratore Sergio Colaiocco – si legge nella nota – sarà composta da esperti tecnici italiani che assisteranno alle operazioni di recupero” delle immagini”. Nel corso del colloquio telefonico “il procuratore Sadek ha voluto rappresentare a Pignatone che, al termine dell’attività dei tecnici, una copia di quanto recuperato sarà consegnata alla Procura di Roma”. “L’auspicio comune e che detta attività – prosegue la nota congiunta – permetta di fare passi avanti decisivi verso la verità dei fatti e l’individuazione dei colpevoli”.

Il Procuratore Generale egiziano ha, poi, riferito, sempre nello stessa telefonata, delle attività investigative che la magistratura del Cairo sta compiendo sulla base dell’informativa italiana consegnatale a dicembre scorso, i cui esiti saranno oggetto di un nuovo incontro tra i due uffici che avverrà entro la fine del mese di giugno . “I due uffici hanno, infine, rinnovato il loro impegno a continuare la collaborazione giudiziaria in modo sempre più stretto anche grazie al ruolo svolto dagli ambasciatori egiziano e italiano”, conclude la nota.

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