La vertenza Alitalia tiene con il fiato sospeso anche i lavoratori dei call center Almaviva di Palermo. Nonostante le ultime novità, con la gestione della compagnia aerea affidata a tre commissari straordinari, le rassicurazioni sulla continuità aziendale e il prestito ponte di 600 milioni di euro per sei mesi concesso dal governo. A contare è anche il ricordo ancora vivo delle ripercussioni che la precedente crisi della compagnia aerea ebbe sui conti dell’azienda. Inevitabili, dato che è uno dei principali committenti. Tra i lavoratori il clima resta pesante, anche perché da mesi ricevono buste paga dimezzate a causa del fatto che l’azienda non versa il contributo al Fondo di integrazione salariale. A contribuire, anche una sentenza arrivata solo pochi giorni fa dal Tribunale del Lavoro di Roma, che ha respinto il ricorso contro i 1.666 licenziamenti della sede di Roma presentato dalla Cgil-Slc.

LA SENTENZA SULLA TRATTATIVA SFUMATA – Secondo il Tribunale quei licenziamenti sono legittimi e dovuti alle scelte del sindacato che “ha chiaramente dimostrato di non voler dare attuazione agli accordi firmati” e “non ha chiesto alcuna interruzione delle trattative per consultare i lavoratori”. Per il giudice del lavoro Renata Quartulli, insomma, sono state le divisioni interne alla Cgil a provocare il fallimento definitivo della trattativa con l’azienda e, quindi, i licenziamenti, al contrario di quanto avvenuto nella filiale di Napoli, dove l’unione d’intenti tra le rappresentanti sindacali ha permesso di salvare 800 posti di lavoro. Anche se, va ricordato, con la rinuncia di scatti di anzianità e la riduzione della base di calcolo del trattamento di fine rapporto. A preoccupare, ora, è quanto potrebbe accadere nella sede di Palermo, in conseguenza della crisi della compagnia aerea. Due destini legali, quelli delle due aziende, tanto che già alla vigilia del referendum Alitalia, si parlava proprio dello ‘spettro di Almaviva’ ricordando quanto accaduto a dicembre scorso quando non si è riusciti a raggiungere un’intesa che scongiurasse i licenziamenti.

I TIMORI PER LA VERTENZA ALITALIA – A lanciare l’allarme sull’impatto che potrebbe avere sul sito palermitano di Almaviva la vertenza Alitalia è stata Eliana Puma, coordinatrice nazionale per i call center della Fistel Cisl. “Si tratta di uno dei principali committenti dell’unità produttiva, un’eventuale insolvenza avrebbe impatti devastanti su un conto economico già non incoraggiante” ha detto. Ricordando che si tratterebbe di un film già visto: “Nell’ultima crisi della compagnia aerea, l’azienda di call center subì perdite per 7 milioni di euro, mai recuperate”. Intanto è previsto per il 9 maggio l’incontro tra Almaviva, le rappresentanze sindacali unitarie di Palermo e le segreterie territoriali dei sindacati. “Siamo molto preoccupati per questa convocazione che non arriva di certo a sorpresa – ha continuato Eliana Puma – alla luce dei dati allarmanti che si registrano sul sito”.

BUSTE PAGA DIMEZZATE E AMMORTIZZATORI IN SCADENZA – Negli ultimi mesi l’azienda ha fatto ricorso in maniera continua all’ammortizzatore sociale del Fondo di integrazione salariale. “A causa della mancata anticipazione aziendale, però – ha aggiunto la sindacalista – i lavoratori ricevono buste paga dimezzate e non vi è alcuna certezza sui tempi di erogazione da parte dell’Inps delle quote di sua competenza. Attendiamo ancora il versamento delle competenze del mese di febbraio”. Il timore, insomma, è che l’azienda voglia chiedere ai lavoratori di Palermo ulteriori sacrifici “dopo la scadenza degli attuali ammortizzatori intorno alla metà di giugno”. Le preoccupazioni sono condivise anche dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando e dall’assessore alle Attività produttive Giovanna Marano. “Seguiamo con attenzione e preoccupazione la vicenda legata alla crisi di Alitalia – hanno dichiarato – sia perché la mobilità aerea è tema strategico per la città, sia per le possibili ripercussioni che questa situazione potrebbe avere sulle imprese che gravitano nell’outsourcing di Alitalia”. In primis, appunto, Almaviva che proprio a Palermo “svolge da anni un servizio strategico di call center con 620 persone che assicurano un servizio di alta qualità”.

Articolo Precedente

Il 57,7% dei laureati italiani trova lavoro entro tre anni. Ma siamo comunque penultimi in Europa

next
Articolo Successivo

Lavoro e giustizia, quando anche il giudice è precario (e sottopagato)

next