Il Senato ha approvato con 140 sì, 49 no e 31 astenuti il decreto che abolisce i voucher e ripristina la responsabilità solidale negli appalti. Il via libera, come nel caso della Camera, è arrivato senza modifiche al testo proposto dal governo. Il decreto diventa quindi legge e farà venire meno la convocazione del referendum per l’abolizione dei buoni lavoro che era stato indetto per il 28 maggio.

“Essendo il testo corrispondente al quesito referendario ci immaginiamo che la Corte di Cassazione applichi le norme che prevedono la possibilità di non svolgere il voto qualora l’intervento legislativo corrisponda ai quesiti proposti”, ha commentato Susanna Camusso, segretario generale della Cgil che aveva promosso la consultazione. Per Camusso “è un risultato importante, anche se questo non ferma la nostra iniziativa per riscrivere il diritto del lavoro. La nostra mobilitazione continua per la ‘Carta dei diritti universali del lavoro”. “Da lungo tempo”, ha continuato, “non si cancellavano in Italia forme di precarietà. E possiamo dire che senza buoni-lavoro venduti in tabaccheria il Paese è un po meglio di quello dei giorni scorsi”.

Stefano Lepri, vicepresidente del gruppo Pd, intervenendo nell’Aula del Senato in dichiarazione di voto ha spiegato che dopo l’abrogazione dei voucher “serviranno subito nuove norme da definire anche attraverso un proficuo confronto con le parti sociali. Esempi positivi possono venire dagli chêques francesi, che incorporano anche un contributo pubblico a sostegno dei servizi alla famiglia o dai mini-jobs tedeschi, magari attivabili modificando le attuali forme del lavoro a chiamata”.

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