La Guardia costiera della Libia ha segnalato che nel naufragio di un gommone al largo del Paese nordafricano ci sono quasi 100 dispersi. In un messaggio diffuso dal generale Ayob Amr Ghasem, portavoce della Marina libica da cui dipende la Guardia costiera, si afferma che “il numero totale dei migranti a bordo era di 120”: stamattina ne sono stati “salvati 23 e 97 sono dispersi”, tra cui “alcune donne (15) e cinque bambini“. I migranti era tutti di “nazionalità africana”, ha precisato l’ufficiale. Il naufragio è avvenuto a sei miglia nautiche al largo di Tripoli (sul lato della zona di Qerqarish o Gargaresh) e i naufraghi sono stati salvati verso le 10. Il fondo del loro gommone era “completamente distrutto“.

I migranti salvati dal naufragio, spiega la Marina libica, sono stati portati dapprima alla base navale di Tripoli verso le 14:40 e poi al “Centro di ricerche e indagine” dell’autorità di lotta contro l’immigrazione clandestina nella stessa capitale libica.

Solo quest’anno sulla “rotta mediterranea centrale“, quella che dalla Libia porta all’Italia, ci sono stati 603 morti a fronte di quasi 27mila arrivi secondo dati aggiornati a domenica scorsa dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni. L’anno scorso i morti furono quasi 4.600, in forte aumento rispetto agli oltre 2.800 dell’anno prima. Nel triennio, per difetto, l’Unhcr stima 10mila vittime. Il traffico di esseri umani, che spesso finisce in tragedia, è favorito da uno scarso controllo che le autorità dell’ovest della Libia riescono ad esercitare su un territorio scosso da sei anni da una guerra civile permanente che spacca in paese in almeno due pezzi con tendenza ad ulteriore frammentazione.

La foto è d’archivio

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