Dopo quattro anni di gestazione il Senato ha approvato in prima lettura il testo unificato sulle aree protette, la legge sulla tutela dei parchi. Ma con due errori macroscopici. Il primo? Si fanno rivivere
norme che attribuiscono le decisioni sull’abbattimento e le demolizioni (insieme ai condoni) ai sindaci e al voto dei consigli comunali. Un altro riguarda invece gli scarichi e rischia di compromettere la tutela delle
aree marine. Eppure, nella giornata di presentazione della
25/a edizione delle ‘Giornate Fai di Primavera’, il ministro dei Beni culturali
Dario Franceschini non sembra volersene occupare: “Fatemi parlare del Fai…”, si è limitato a replicare alle domande del Fatto.it sulla possibilità che il Parlamento modifichi la normativa. Per poi fuggire e non rispondere. Condivide i timori sui rischi della nuova legge, invece, il critico d’arte
Vittorio Sgarbi, anche
lui presente all’iniziativa del Fai: “Le decisioni sulle demolizioni ritornano ai sindaci e ai Consigli comunali? Una
scelta grave: perché chi è indifferente e più lontano valuta un bene in termini più assoluti rispetto a chi vicino e più interessato. Dovrebbero fare un
emendamento, perché più il potere è vicino, maggiore è il rischio di
deroghe e condoni” ha sottolineato il critico d’arte.
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