Al 9 gennaio scorso erano 29 le donne infettate dal virus dell’Hiv da Valentino Talluto. Per l’uomo, che ha consapevolmente contagiato le donne che conosceva via chat o tramite i social network, è arrivata una nuova ordinanza di custodia cautelare.

L’indagato, 32 anni, era stato arrestato a novembre con l’accusa di lesioni gravissime perché, pur sapendo di essere sieropositivo, ha trasmesso l’infezione avendo rapporti non protetti. Secondo l’accusa sono 43 donne.

Il nuovo provvedimento è stato firmato dal gip di Roma Francesco Patrone che ha accolto la richiesta della procura della Repubblica che sollecitava anche l’accusa di epidemia dolosa sulla quale il gip non si è pronunciato. Gli episodi contestati a Talluto sarebbero avvenuti tra il 2006 fino e il 23 novembre scorso, quando fu arrestato dopo la denuncia presentata nei suoi confronti: ma sei mesi fa si pensava che le vittime fossero sei.

Tra gli episodi contestati, a partire dall’aprile del 2006 e fino al 23 novembre scorso (giorno precedente il suo primo arresto), anche il caso di un bambino, figlio di una straniera da lui contagiata anni prima. Al piccolo è stato diagnosticato il virus Hiv a otto mesi, unitamente all’encefalopatia, “causalmente riconducibile – si legge nel capo di imputazione – allo stato di sieropositività contratto dalla madre durante il parto”. Altro caso emblematico è quello di una donna in stato di gravidanza che ha avuto la fortuna di scampare al contagio dopo aver avuto rapporti sessuali con Talluto.

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