Un’idea non è di destra né di sinistra. È un’idea, buona o cattiva (febbraio 2013)
- 13:58 - Sanremo 2025, per bookmaker Giorgia favorita su Olly dopo anteprima ascolti
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - Partita davanti a tutti oltre un mese fa, nel giorno dell’annuncio dei cantanti in gara, Giorgia si conferma in cima alle preferenze dei bookmaker per il Festival di Sanremo 2025. Dopo l'ascolto in anteprima dei brani in gara nella 75/ma edizione da parte della stampa, la cantautrice romana vede scendere la quota del suo successo all’Ariston - da 5 a 3,50 su Planetwin365 e Snai - seguita da un sempre più lanciato Olly passato dal 10 di dicembre all’attuale 4,20. Si confermano come diretti inseguitori Irama ed Elodie, offerti entrambi a 8 su Better, mentre si sale in doppia cifra per la coppia Achille Lauro-Rocco Hunt, fissati a 10, tallonati da Noemi a 11.
Più lontano in quota, ma convincente secondo le indiscrezioni, Brunori Sas a 20, con il bis di Francesco Gabbani, vincitore nel 2017 proprio con Carlo Conti conduttore, a 21, seguito da un terzetto formato da Simone Cristicchi, Francesca Michielin e Rose Villain, tutti a quota 26. Non convince i bookmaker Fedez, ancora fermo a 31, che però stacca in maniera sensibile il 'rivale' Tony Effe, ora crollato a 51, alla pari di un nutrito gruppo di cantanti formato da Lucio Corsi, Modà, Emis Killa, Coma Cose, Sarah Toscano, Bresh, Clara, Gaia. Poche le speranze per la 'vecchia guardia': staccato a 71 Massimo Ranieri, mentre chiude la lavagna Marcella Bella, a 101, stessa quota di Willie Peyote e Johan Thiele.
- 13:56 - Usa: Moretti (Pd), 'Italia rischia vassallaggio, Ue alzi voce'
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Un mondo in bianco e nero , retrogrado , senza libertà democratiche . Si va su Marte grazie alla tecnologia ma si torna indietro sullo stato di diritto La forza, soprattutto quella economica, sostituisce la legge. Con il discorso di insediamento Trump appare per quello che è: un uomo ancorato al secolo scorso, con idee propagandistiche che vanno dal colonialismo all’isolazionismo, con parole pericolose contro il mercato europeo, passando per la discriminazione di genere e l’intolleranza verso gli stranieri". Lo dice la vice capodelegazione del Pd a Bruxelles Alessandra Moretti.
"Il tutto condito da un protezionismo economico con la minaccia di dazi che danneggeranno in primis l’Italia , tra i primi paesi esportatori al mondo . La risposta dell’Europa deve essere autorevole, decisa e chiara. Siamo alleati degli Stati Uniti ma non possiamo accettare la prepotenza di Trump e degli uomini miliardari che erano lì ieri a spellarsi le mani con gli applausi. Meloni, unica capo di governo europeo presente alla cerimonia di insediamento, è restata in silenzio anche di fronte al vergognoso saluto romano di Musk".
"Mi auguro che non si voglia proseguire con una posizione di vassallaggio, in un rapporto bilaterale che non può portare alla lunga a buoni risultati , come dice la storia europea. Non si può continuare con un silenzio assordante da parte sia della Premier che della Presidente Ursula Von der Lyen sul programma annunciato dal Presidente americano".
- 13:53 - Usa: Braga, 'con Trump America bianca e egoista, fare argine'
Roma, 21 gen. (Adnkronos) - "Un'America buia anche se bianca, bianchissima, ricca, maschile ed egoista. Quella di Trump è la fine e la mortificazione di tutte le speranze di progresso, convivenza e tolleranza che dovrebbero segnare la nostra complicata epoca. Spetta anche a noi fare da argine". Lo scrive sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
- 13:50 - **Depistaggio Borsellino: 'incompatibilità giudice', si deciderà dopo udienza del 25 marzo**
Caltanissetta, 21 gen. (Adnkronos) - Si saprà solo dopo il prossimo 25 marzo se il Presidente del collegio del Tribunale di Caltanissetta Roberto Davico è incompatibile o meno per presiedere il processo per depistaggio a carico di quattro ex poliziotti, Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli, tutti accusati del reato di depistaggio accusati di avere mentito nel processo depistaggio Borsellino. Dopo una breve Camera di consiglio, il collegio, presieduto da Davico, dopo avere detto di "condividere le osservazioni" fatte da accusa e difesa, ha rinviato, in attesa del deposito delle motivazioni del processo d'appello depistaggio Borsellino, all'udienza del 25 marzo alle ore 10.30. A inizio udienza era stato il pm Pasquale Pacifico a spiegare che il giudice Davico "è incompatibile e non può presiedere il processo" a carico dei 4 ex poliziotti, perché "era stato giudice a latere nel collegio del processo d'appello sul depistaggio Borsellino". Il pm Pacifico, che ha parlato di una "potenziale incompatibilità", ha poi aggiunto che bisognerebbe attendere, quanto meno, le "motivazioni del processo d'appello Bo". La parte civile si è detta d'accordo con l'accusa. Così come la difesa, rappresentata dagli avvocati Giuseppe Seminara, Giuseppe Panepinto e Maria Giambra. Come si è appreso durante l'udienza del Presidente Roberto Davico, lo scorso 13 gennaio, il Presidente del Tribunale aveva rigettato la dichiarazione di astensione del Presidente Davico, non ravvisando ragioni "attuali di incompatibilità". Ma oggi, sia accusa che difesa, hanno ribadito che il Presidente Davico "è incompatibile". Accusa e difesa non hanno parlato di "ricusazione" ma di "opportunità". Ma al termine della breve Camera di consiglio è arrivata la decisione del giudice Davico. Tutto rinviato al prossimo 25 marzo per decidere sul da farsi.
Per l'accusa i poliziotti avrebbero mentito durante il processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio che si era concluso con la prescrizione del reato di calunnia per tre loro colleghi: il dirigente di Polizia Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. Secondo l'accusa, gli imputati durante la deposizione in aula avrebbero mentito e sarebbero stati reticenti. In sede di arringhe l'avvocata Maria Giambra, che difende Maurizio Zerilli e Angelo Tedesco, aveva detto: "Non possiamo parlare di depistaggio su vicende già 'depistate'. Il depistaggio si è verificato allora. E' come se volessimo resuscitare oggi un fatto che già si è verificato e si è consumato. E su quel fatto ci sono stati processi a rimedio". "Se le false dichiarazioni che vengono addebitate agli imputati attengono ai fatti relativi alla strage di via d’Amelio e quindi a fatti che riguardano le indagini svolte e nei processi celebrati, come potrebbero oggi nel processo Bo depistare un processo e indagini che non solo sono state a loro tempo depistate, dalle quali sono derivati tre processi, che sono frutto del depistaggio e genesi di ulteriore depistaggio?", aveva spiegato la legale di Zerilli e Tedesco. Mentre l'avvocato Giuseppe Panepinto, legale dell'ispettore Vincenzo Maniscaldi, aveva ribadito che "è documentalmente provato che quanto dichiarato dall'ispettore Vincenzo Maniscaldi è sempre stato vero". "Non solo non c'è una ipotesi di condanna ma non doveva essere neppure formulato il capo di imputazione", disse in aula. "Non c'è alcuna falsa dichiarazione nell'annotazione", sosteneva il legale. L'avvocato Giuseppe Seminara, che difende l'ispettore Giuseppe Di Gangi, aveva definito in aula il suo assistito: “servitore dello Stato che per 40 anni, da agente fino a diventare Sovrintendente capo, continua la progressione della carriera proporzionata, all'interno di una vicenda che ha riguardato non solo gli appartenenti alle forze di Polizia ma anche la magistratura. Di Gangi ha ricevuto encomi, ha partecipato all'arresto di latitanti, ha svolto con onore il suo servizio per 40 anni, è esente di qualunque pregiudizio penale. Dal 2014 al 2019 si è trovato terminata con una richiesta di archiviazione". Tutto rinviato al 25 marzo.
- 13:50 - Divieti di fumo in Italia bocciati dal web, 10 post negativi contro 1: la ricerca
Milano, 21 gen.(Adnkronos) - I divieti di fumo sono stati un tema di costante discussione durante tutto il 2024, con un incremento significativo dell’attenzione verso la fine dell’anno e l’inizio del 2025. Nella ricerca sul tema realizzata in esclusiva per Adnkronos tramite la piattaforma Socialdata, il team di analisi di Socialcom ha analizzato circa 40 mila post pubblicati e oltre 3 milioni di reazioni.
Sentiment negativo sui divieti
Il sentiment della rete nei confronti dei divieti di fumo è nettamente negativo, con un rapporto di 10 a 1 tra post negativi (44%) e positivi (4%). In pratica, meno di un cittadino su 20 mostra online un atteggiamento favorevole al provvedimento, mentre quasi la metà degli utenti esprime posizioni critiche. Il restante 52% delle reazioni è neutrale, riflettendo il ruolo delle fonti informative tradizionali che si limitano a descrivere i provvedimenti con imparzialità.
Tra i divieti introdotti, quello di Milano è il più discusso, con 20 mila post e 1 milione di reazioni, accompagnato dal sentiment più negativo (41%). A Torino, il volume delle conversazioni scende nettamente a 2600 post e 620 mila reazioni, con un sentiment negativo inferiore (35%). L’iniziativa a Capri, invece, è passata quasi inosservata, con un sentiment negativo che si ferma al 18%.
Sì ma perché?
I concetti chiave nei commenti includono temi apparentemente positivi come sicurezza e salute, che tuttavia veicolano un sentiment prevalentemente negativo. A Milano, la sicurezza è il tema più citato, ma viene spesso usato per criticare il provvedimento, considerato una distrazione rispetto a problemi più gravi come la gestione dei migranti e delle baby gang. La salute, pur essendo un valore positivo, è frequentemente affiancata al concetto di libertà personale, che invece gode di una connotazione più favorevole.
Altri temi, come leggi, provvedimenti, sanzioni e polizia, suscitano sentiment negativo. Si dubita della possibilità per le forze di polizia di applicare le norme, considerandole già sovraccariche nella gestione della sicurezza pubblica. Il criterio della distanza minima, come i 10 metri richiesti a Milano, è percepito come irrealistico, generando ulteriore scetticismo.
I temi meno contestati
Non emergono temi con un sentiment largamente positivo. Tuttavia, analizzando i commenti neutri, si trovano alcune aree di maggiore accettazione. Ambiente: il divieto è percepito come utile per la protezione di spazi naturali come parchi e aree verdi. Minori: la tutela dei giovani dal fumo, sia attivo che passivo, raccoglie più consensi, confermati dal sentiment meno negativo durante le raccomandazioni Ue.
Le leggi sui divieti di fumo all’aperto introdotte a Torino e Milano sono percepite dalla rete come provvedimenti demagogici, considerati una distrazione rispetto a temi ritenuti prioritari, come la sicurezza", sostiene Luca Ferlaino, fondatore di Socialcom. "A Milano, in particolare, emerge un forte bisogno di interventi legati alla gestione di fenomeni complessi come i migranti e le baby gang. Inoltre, molte voci rivendicano la libertà personale come un valore che, secondo loro, dovrebbe prevalere sulla salute pubblica".
Al centro del dibattito web
Il primo picco rilevante nelle conversazioni si è registrato tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, in corrispondenza dell’entrata in vigore del divieto di fumo all’aperto a Torino. Tuttavia, il picco più consistente è arrivato a fine dicembre, legato all’annuncio del divieto a Milano, entrato in vigore il 1° gennaio 2025. Questo provvedimento, pur rappresentando un inasprimento di norme già esistenti, era stato anticipato da tempo e aveva generato commenti lungo tutto l’anno. Un terzo picco, di minore entità, si è verificato nella seconda metà di settembre, quando l’Unione Europea ha avanzato la proposta di introdurre divieti di fumo nelle aree frequentate da minori.
Anche in assenza di notizie di grande rilievo, il tema si è dimostrato capace di scatenare discussioni virali, come accaduto a settembre su Twitter riguardo al fumo nei dehors dei ristoranti. d agosto, l’introduzione del divieto di fumo sull’Isola di Capri per proteggere spiagge e mare non ha invece generato un dibattito significativo online.
- 13:48 - Migranti: smantellata rete trafficanti, tra arrestati due autisti bus
Milano, 21 gen. (Adnkronos) - Ci sono due autisti tra gli arrestati, uno dei sette destinatari dell'ordinanza firmata dal gip di Milano Fabrizio Filice manca all'appello, dell'operazione contro una rete di presunti trafficanti di migranti smantellata dalla polizia di Stato e dalla polizia locale di Milano, in collaborazione con la polizia di frontiera di Bardonecchia e Aosta. Sono una sessantina gli indagati. In particolare uno dei conducenti, sorpreso da un collega a cercare di imbarcare su un bus degli stranieri irregolari, lo avrebbe minacciato ripetutamente di morte. Per un altro autista, invece, ci sarebbe la prova di almeno tre episodi in cui avrebbe effettuato il trasporto illecito dietro il pagamento di una somma di denaro.
Per altri autisti, la singolarità di un'azione ha portato il giudice a non emettere nessuna misura cautelare. Per Filice, "non può non riconoscersi che essi si sono trovati in una situazione estremamente difficile da gestire, in quanto il rigoroso controllo non solo dei titoli di viaggio ma anche, e soprattutto, dei titoli abilitanti lo spostamento nell'area Schengen, che pure è previsto dalle loro mansioni contrattuali, si è rivelata un'attività che li espone a situazioni estremamente problematiche: trovandosi essi, da soli, a dover fronteggiare vere e proprie insurrezioni a seguito del diniego di effettuare il trasporto, sia da parte degli stranieri irregolari, spesso in gruppo o in famiglia, sia da parte dei favoreggiatori che cercavano di assicurare loro il trasporto".
In molti casi, infatti, l'omesso rigoroso controllo dei titoli di viaggio dei passeggeri è attribuibile "non tanto a una deliberata partecipazione dell'autista all'effettuazione del trasporto illegale, quanto invece a un'omissione dei propri doveri di diligenza professionale, certamente anche determinata dal tentativo di evitare, almeno qualche volta, di trovarsi in situazioni tese e di correre rischi per la propria incolumità personale".
- 13:29 - **Depistaggio Borsellino: pm e difesa, 'giudice incompatibile', Corte in Camera consiglio**
Caltanissetta, 21 gen. (Adnkronos) - Il Presidente della Corte Roberto Davico "è incompatibile e non può presiedere il processo" a carico di 4 ex poliziotti accusati di depistaggio, perché "era stato giudice a latere nel collegio del processo d'appello sul depistaggio Borsellino". Così, a inizio udienza, il pm Pasquale Pacifico, nel processo che vede, al Tribunale di Caltanissetta, alla sbarra quattro ex poliziotti: Giuseppe Di Gangi, Vincenzo Maniscaldi, Angelo Tedesco e Maurizio Zerilli, tutti accusati del reato di depistaggio. Per l'accusa i poliziotti avrebbero mentito durante il processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via D'Amelio che si era concluso con la prescrizione del reato di calunnia per tre loro colleghi: il dirigente di Polizia Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo.
Secondo l'accusa, gli imputati durante la deposizione in aula avrebbero mentito e sarebbero stati reticenti. Il pm Pacifico ha poi aggiunto che bisognerebbe attendere, quanto meno, le "motivazioni del processo d'appello Bo". La parte civile si è detta d'accordo con l'accusa. Così come la difesa, rappresentata dagli avvocati Giuseppe Seminara, Giuseppe Panepinto e Maria Giambra. Come si è appreso durante l'udienza del Presidente Roberto Davico, lo scorso 13 gennaio, il Presidente del Tribunale aveva rigettato la dichiarazione di astensione del Presidente Davico, non ravvisando ragioni "attuali di incompatibilità". Ma oggi, sia accusa che difesa, hanno ribadito che il Presidente Davico "è incompatibile". Accusa e difesa non hanno parlato di "ricusazione" ma di "opportunità". A questo punto il Presidente si è riunito in Camera di consiglio per deliberare.
I quattro poliziotti facevano parte del gruppo di indagine "Falcone-Borsellino" creato all'interno della Squadra Mobile di Palermo per fare luce sulle stragi mafiose del '92. Il pm Maurizio Bonaccorso, che oggi è pm alla procura di Palermo, durante la sua discussione aveva parlato di "assoluta malafede" dei quattro poliziotti. Mentre gli avvocati dei quattro poliziotti non hanno dubbi sull’innocenza dei loro assistiti. Si saprà a breve se sarà il giudice Davico a presiedere la Corte o se deve cambiare il Presidente.