Dopo che il governo italiano ha gettato acqua sul fuoco rispetto alla necessità di una correzione dei conti pubblici, la Commissione Ue nella lettera scritta ad hoc per l’Italia e spedita a Palazzo Chigi torna a ribadire che occorrono “misure tempestive per correggere i disavanzi eccessivi”. La “raccomandazione autonoma” arrivata a Roma – gli altri destinatari di comunicazioni ad hoc sono Belgio, Croazia, Finlandia e Romania – ammonisce: è “importante” che l’Italia assicuri che le “necessarie misure per centrare l’obiettivo di medio termine“, cioè il pareggio di bilancio, siano “annunciate in modo credibile e dettagliate al massimo entro il 15 aprile“, data della presentazione del Documento di economia e finanza. Roma, per centrare l’obiettivo di un rapporto deficit/pil 2,2% del pil, dovrà mettere in campo una correzione di circa 3 miliardi di euro.

“Se i dati di bilancio 2015 saranno confermati arriverà rapporto sul debito” – La Commissione inizia la missiva sottolineando che l’Italia ha un rapporto tra debito pubblico e pil “molto elevato”, che “ha raggiunto un picco del 132,6% nel 2015” e “secondo le previsioni economiche d’inverno, è previsto calare lentamente nei prossimi due anni”. L’esecutivo Ue, pur riconoscendo che la zavorra si è perlomeno stabilizzata, prosegue ricordando il “rischio che la regola del debito non sia rispettata” e spiega che se i dati di bilancio per il 2015 validati da Eurostat confermeranno la violazione della regola transitoria del debito nel 2015 “dovrà redigere un rapporto, in accordo con l’articolo 126/3 del Trattato”, come avvenuto l’anno scorso senza che sia poi stata aperta una procedura di infrazione. Il rischio di deviazione nel 2016 verrà rivalutato sulla base delle previsioni di primavera e alla luce del nuovo percorso di finanza pubblica delineato dal governo in aprile.

“Flessibilità? A patto che sia usata per gli investimenti” – La valutazione, ricordano le fonti, dovrà anche tenere conto delle decisioni che la stessa Commissione prenderà sulla richiesta di flessibilità relativa alla crisi dei rifugiati, alla clausola degli investimenti e alle riforme strutturali,. Nel decidere quanta concederne, a fronte dell’1% del pil richiesto dall’Italia, verrà posta “particolare attenzione” al suo utilizzo: quello spazio di manovra dovrà essere “effettivamente usato per gli investimenti“. Il che sembra chiudere le porte alla possibilità di finanziare in deficit misure come il bonus di 500 euro ai 18enni. Si terrà conto, poi, “dell’esistenza di piani credibili per la ripresa del percorso di aggiustamento verso l’obiettivo di medio termine” e dei “progressi dell’agenda delle riforme strutturali, tenendo conto delle raccomandazioni del Consiglio”.

Moscovici: “Abbiamo informato dei rischi, ora sta ai Paesi tenerne conto” – In ogni caso il “rischio di deviazione” dal percorso verso l’obiettivo di medio termine nel 2015 e di “significativa deviazione” nel 2016, messi in evidenza dalle previsioni economiche d’inverno della Commissione, “non cambierebbero nel caso l’impatto incrementale sul bilancio dell’eccezionale ondata di migranti venisse escluso dalla valutazione”. Tradotto: anche se Matteo Renzi e il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan si vedessero accordare lo 0,2% di deficit aggiuntivo giustificato con l’emergenza immigrazione, i conti sarebbero comunque fuori dai paletti. “Abbiamo fatto quanto in nostro potere per informare le autorità nazionali dei rischi di inosservanza”, ha commentato il commissario agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici. “Ora sta a loro tenere conto di questo input in sede di elaborazione dei rispettivi piani di bilancio a medio termine che presenteranno ad aprile”.

Nel comunicato pubblicato sul sito della Commissione, intitolato “La Commissione ricorsa agli Stati membri i loro obblighi fiscali”, si spiega che Bruxelles “ha comunicato le proprie preoccupazioni in merito al rispetto degli obblighi di bilancio” ai sei Paesi, che hanno “ancora un sufficiente margine temporale per adottare misure tempestive per correggere i disavanzi”. “Per questo oggi la Commissione ha segnalato preventivamente questi aspetti. Siamo pronti ad avviare un dialogo costruttivo con i paesi interessati per ridurre al minimo i rischi”, ha commentato il Dombrovskis. Insomma: vi avvertiamo ora in modo che possiate mettervi in regola per tempo.

Le prossime tappe fino al verdetto di maggio – A marzo e aprile la Commissione terrà ulteriori incontri bilaterali con gli Stati membri. Riunioni che daranno modo di discutere delle singole relazioni con le autorità nazionali. Per aprile è prevista la presentazione, da parte dei Paesi dell’Eurozona, dei programmi nazionali di riforma e dei programmi di stabilità, parte del Def. Su questa base, in primavera Bruxelles presenterà le sue proposte per una nuova serie di raccomandazioni specifiche per paese. Le raccomandazioni conterranno anche orientamenti di bilancio, che riporteranno i dati definitivi per il 2015 convalidati da Eurostat. A maggio è atteso il verdetto definitivo sulle leggi di Stabilità ancora sub iudice, come quella dell’Italia.

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