Non si ferma la violenza firmata dai militanti di Boko Haram. Ancora una volta è stato colpito un villaggio a cinque chilometri di Maiduguri nel nord est della Nigeria. I testimoni parlano di decine di corpi bruciati e crivellati di proiettili per le strade di Dalori dopo un attacco avvenuto sabato sera. Le vittime sono almeno 65. Un uomo, che è riuscito a sfuggire nascondendosi su un albero, ha raccontato che poteva sentire le urla dei bambini tra le fiamme. I miliziani di Boko Haram hanno imperversato nel paese per quattro ore e tre donne kamikaze si sono fatte esplodere tra le persone che fuggivano.  Uno degli uomini, che hanno raccontato il massacro, è rimasto nascosto su un albero fino all’arrivo dei soldati domenica mattina e ha parlato a condizione di mantenere l’anonimato per paura di ritorsioni.

Solo due giorni fa un attentato in un mercato nel nordest aveva provocato 20 morti. Anchein questo caso ad agire un kamikaze forse adolescente. Il 27 gennaio invece le vittime erano state almeno dieci dopo che cinque donne kamikaze si erano fatte saltare in aria in maniera simultanea in un mercato di Chibok, la città dove nell’aprile del 2014 i jihadisti legati all’Isis rapirono 300 studentesse.

Nei giorni scorsi Human Rights Watch ha accusato il governo nigeriano di violare i diritti umani e di ignorare le violazioni commesse dai militari proprio nella loro battaglia contro i Boko Haram. L’organizzazione ha aggiunto che il presidente Muhammadu Buhari, eletto poco meno di un anno fa, non sarebbe intervenuto come invece aveva promesso in campagna elettorale per avviare indagini sul ruolo dei militari e in particolare sospettati di avere commesso omicidi e arresti illegali di persone legate proprio ai Boko Haram.

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