- 11:41 - Superbonus: Renzi, 'Iv contro il governo ma non contro l'Italia'
Roma, 15 mag (Adnkronos) - "A proposito del voto di ieri in Senato. 1. Italia Viva è contro il Governo Meloni. E infatti oggi vota NO alla questione di fiducia. 2. Italia Viva fa da cinque anni da sola una battaglia contro la Sugar Tax voluta dall’ideologia di Conte e rinviata solo grazie al nostro intervento nel 2020". Lo scrive sui social Matteo Renzi.
"Ieri abbiamo col nostro voto impedito che la Sugar Tax entrasse in vigore a giugno. Siamo l’unico partito che non vuole alzare la pressione fiscale e lo dimostra in tutte le circostanze. A differenza di Forza Italia che si è astenuta su questa tassa. Non c’è più la Forza Italia di una volta!", aggiunge.
"3. Sul SuperBonus noi pensiamo che il Governo Conte abbia sbagliato ma che la maggioranza di Meloni non abbia le idee chiare e questo arreca danno a migliaia di aziende e di famiglie. Noi siamo contro questo Governo ma non siamo contro l’Italia. Se col nostro voto possiamo evitare che questa maggioranza aumenti le tasse lo facciamo. Perché noi saremo sempre contro il Governo Meloni ma non saremo mai contro gli italiani", conclude il leader di IV.
- 11:39 - **Dl Agricoltura: Mattarella firma ed emana decreto**
Roma, 15 mag. (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato ed emanato il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 6 maggio scorso contenente disposizioni per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, nonché per le imprese di interesse strategico nazionale. Il testo nei giorni scorsi era stato oggetto di un'interlocuzione tra Governo e Presidenza della Repubblica su alcuni punti ritenuti critici dal Quirinale.
- 11:33 - Moby, al via la stagione da Genova: tornano le corse per Olbia e Bastia
Roma, 15 mag. (Adnkronos) - L’8 maggio è ripartita la “Classicissima del mare”, la rotta Genova - Olbia, una delle più amate dai viaggiatori che scelgono la Sardegna per le loro vacanze, una vera e propria “porta” per l’isola, in particolare per chi arriva dal Nord Italia e dal Nord Europa. Per l’estate 2024, il ponte sul mare fra Genova e Olbia si prolunga fino al 3 novembre, cogliendo fino all’ultimo la straordinaria stagione che contraddistingue la Sardegna, contribuendo anche alla destagionalizzazione del turismo che tanto successo ha avuto sull’isola negli ultimi anni. Quattro le navi che copriranno questa rotta: Moby Aki, Moby Wonder, Moby Otta e Moby Drea con quattro partenze notturne, due in direzione Genova e due in direzione Olbia per permettere a ciascuno di modulare il viaggio secondo le proprie esigenze. E in più, dal 27 luglio al primo settembre, si aggiungono ulteriori partenze diurne, tre da Genova in direzione Sardegna e tre da Olbia in direzione Nord Italia.
Nell’anno in cui si moltiplica l’offerta di Moby per la Corsica, con nuove linee e il prolungamento delle date in cui vengono effettuate quelle storiche, torna anche la linea tra Genova e Bastia e viceversa, che parte oggi e andrà avanti fino al 30 settembre, con orari differenziati nel corso dell’estate che vengono incontro alle esigenze dei passeggeri. Per l’andata da Genova a Bastia, infatti, fino al 14 agosto, la partenza avverrà alle 21 con arrivo in Corsica alle 7 della mattina successiva, mentre dal 16 agosto le partenze da Genova saranno alle 11 con arrivo a Bastia alle 18,30. Specularmente, i viaggi da Bastia a Genova fino al 14 agosto saranno diurni con partenza alle 11 e arrivo in Italia alle 18,30, mentre da Ferragosto le partenze saranno alle 21 dalla Corsica con l’approdo a Genova alle 7 della mattina successiva.
Venendo incontro alle esigenze dei passeggeri, sulla tratta Genova-Bastia-Genova verranno utilizzate navi con ampia capacità di cabine e nei giorni di maggiore affluenza, da giugno a settembre, nei fine settimana verranno aggiunte ulteriori partenze supplementari diurne veloci con Moby Aki e Moby Wonder, che permetteranno di raggiungere la Corsica con un viaggio ancora più rapido. Praticamente, una metropolitana sul mare per venire incontro a tutte le esigenze dei passeggeri, con i migliori servizi di bordo a disposizione, dalla ristorazione di assoluta qualità e contraddistinta da stagionalità, leggerezza e freschezza alla possibilità di assistere a tutti gli eventi sportivi e non perdere nemmeno un minuto della grande stagione di Sky nemmeno in mezzo al mare.
- 11:32 - Iezzi (AbbVie): "Da retinopatia a glaucoma, impegnati a difendere vista"
Roma, 15 mag. (Adnkronos Salute) - Maculopatia, retinopatia diabetica, glaucoma: contro i “ladri della vista” e compagni silenziosi per oltre 3 milioni di italiani, scende in campo l’azienda biofarmaceutica globale AbbVie. “Il nostro gruppo conferma il suo interesse in tre maggiori indicazioni terapeutiche nell'ambito dell'oftalmologia: glaucoma, occhio secco, malattie della retina, compresa la retinopatia diabetica – spiega all’Adnkronos Salute Annalisa Iezzi, Medical Director di AbbVie Italia - In particolare nel glaucoma AbbVie ha un presidio terapeutico per ogni momento del percorso del paziente con la patologia legata al deterioramento del nervo ottico e seconda causa di cecità nel mondo. Quindi dalle gocce in mono, o combo-terapia, fino ai device in grado di mettere il paziente al centro e ridurre la frequenza di somministrazione della terapia”. Il “nostro è un portfolio ricco che guarda l'esperienza di malattia del paziente avendo soluzioni a 360° per l'organo” aggiunge.
Ogni anno in Italia 63mila persone rischiano la vista perché colpite da una maculopatia – 1 milione al momento convivono con la degenerazione maculare legata all’età. E ancora: 1,2 milioni i pazienti stimati con glaucoma (il 2% della popolazione over40) e oltre 1 milione le persone con diabete che soffrono di retinopatia diabetica, la principale complicanza del diabete e la prima causa di cecità in età lavorativa. Tuttavia, nonostante 4 milioni di persone con diabete, appena il 18% degli italiani si sottopone – secondo i dati del ministero della Salute – all’esame del fondo oculare.
In tutte e tre le indicazioni terapeutiche “AbbVie ha una ricca pipeline. Per quel che riguarda la malattia dell'occhio secco" - un’alterazione cronica del film lacrimale che colpisce circa il 20-30% della popolazione generale dopo i 50 anni di età - "ci sono delle molecole innovative che uniscono all'efficacia attuale richiesta dai medici miglior benessere da parte del paziente quindi miglior comfort nell'erogazione e minori effetti collaterali" sottolinea il Direttore Medico di AbbVie Italia.
Per quel che riguarda il glaucoma, invece, "pur avendo soluzioni che possono accompagnare il paziente nel suo percorso - aggiunge Iezzi - l'evoluzione ulteriore è quella di avere la molecola tradizionale di cui è riconosciuta e confermata l'efficacia ma sotto forma di un device che permetta una somministrazione o due l'anno per mantenere così l'efficacia, indipendentemente dall'aderenza del paziente, facilitandola quindi. La vera novità è quella nell'ambito della malattia della retina, per cui sia nelle maculopatie senile umida sia in quella nella retinopatia diabetica di cui conosciamo una forte incidenza e prevalenza, AbbVie sta portando l'innovazione della terapia genica. In questo momento in Italia 10 centri stanno sperimentando la terapia genica per queste patologie”.
Non solo farmaci. “Per Abbvie la prevenzione in oftalmolgia è un pilastro fondamentale – rimarca Iezzi - Prendiamo l’esempio della retinopatia diabetica, è un'area in cui l’azienda è assolutamente consapevole che per il benessere del paziente è importante agire prima possibile. Per i pazienti con diabete un controllo della retina al momento della diagnosi e poi a intervalli regolari consente di individuare in tempo la retinopatia diabetica. Ma nonostante le linee guida richiedono un controllo annuale per i pazienti diabetici, in Italia meno del 20% si sottopone allo screening. Ed è per questo che abbiamo messo in atto localmente dei progetti in partnership con le società scientifiche e associazioni dei pazienti diabetici che ci permettono di prenotare per loro programmi di prevenzione, in primis l'esame del fondo oculare da ripetere” con cadenza annuale.
“Tra i nostri obiettivi invitare i pazienti, in particolare le persone con diabete per i diabetici, a fare prevenzione. Noi non ci occupiamo solo di terapie ma dobbiamo continuare con quello che è il nostro impegno, proteggere la vista a qualsiasi età” conclude.
- 11:26 - Sostenibilità: studio su appalti, con regole green più lavoro e meno impatto ambientale
Roma, 15 mag. (Adnkronos) - Cambiare rotta e accelerare la transizione a basse emissioni di carbonio nell'Unione Europea. Gli appalti pubblici (oggi responsabili del 15% del Pil e del 10% dell’impronta di carbonio di tutta l’Unione Europea) possono giocare un ruolo chiave per raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica. Come? Acquistando prodotti a minori emissioni, generando in tal modo un effetto volano a sostegno della transizione delle imprese europee verso un’economia a basso contenuto di carbonio, generando benefici socio-economici per i cittadini degli stati membri. Questa la premessa ha dato il via oggi a Roma il Forum Compraverde Buygreen: la manifestazione di riferimento in Italia e in Europa per le politiche, i progetti, i beni e i servizi di green procurement, pubblico e privato promosso dalla Fondazione Ecosistemi.
Durante la conferenza di apertura degli Stati Generali degli Acquisti Verdi è stato mostrato uno studio, 'Buy European and Sustainable Act', secondo il quale se l’Unione Europea adottasse nei primi 100 giorni di insediamento del nuovo Parlamento criteri che fissano un tetto alle emissioni climalteranti negli acquisti pubblici di materiali pesanti, veicoli e cibo si avrebbe una significativa riduzione delle emissioni di CO2 equivalente. Inoltre, se si introducesse anche un criterio relativo alla provenienza europea di tali prodotti, si registrerebbero anche importanti risultati in termini di occupazione locale e investimenti, aiutando così l’economia europea a rafforzarsi anche rispetto a competitors importanti come la Cina e gli Stati Uniti.
Nel documento, in particolare si dimostra che, se l’Italia avesse deciso di allineare i criteri per gli appalti pubblici ai parametri dell’accordo di Parigi per la riduzione delle emissioni climalteranti dal 2019, oggi avremmo una riduzione del 5,8% dell'impronta di carbonio degli appalti pubblici italiani. Inoltre aver adottato questi criteri avrebbe permesso di riallocare 8 miliardi di euro della spesa per gli appalti pubblici a sostegno di attività virtuose all'interno del Paese, generando significativi investimenti in tutti i settori analizzati.
Sostenere attraverso gli appalti pubblici le attività con minori emissioni in settori altamente impattanti come edilizia, trasporti e ristorazione collettiva, in Italia, così come nel resto di Europa, avrebbe permesso di favorire la crescita di imprese innovative e competitive sui mercati internazionali orientati alla decarbonizzazione, dando così all'industria la visibilità necessaria per effettuare investimenti significativi a favore della transizione a basse emissioni di carbonio. Infine, significativi benefici si sarebbero registrati anche sotto il profilo dell’occupazione, elemento chiave per rendere la transizione ecologica desiderabile oltre che necessaria e per redistribuire i costi e i benefici della transizione in modo più equo. Il Besa infatti avrebbe creato molti posti di lavoro in Italia, circa 31mila, di cui il 6% corrisponderebbe a posti di lavoro aggiuntivi delocalizzati (o ri-localizzati) in Europa da altre aree geografiche.
In media, in Europa, grazie al Besa ogni anno verrebbero mobilitati 86 miliardi di euro per la promozione di attività verdi attraverso gli appalti pubblici europei. Questo include un aumento delle vendite annuali di 6 miliardi di euro per le aziende dell'Ue e un miglioramento della bilancia commerciale europea. Allo stesso modo, il Besa potrebbe creare molti posti di lavoro verdi nell'Ue, in media 384mila negli anni analizzati. L'8% di questo totale (30mila posti di lavoro) corrisponderebbe a posti di lavoro delocalizzati che sono aggiuntivi a livello europeo. Lo sviluppo di questi posti di lavoro verdi è essenziale per la sicurezza dell'occupazione nell'Ue in un contesto di transizione verso la neutralità del carbonio.
Il Forum, che si svolge oggi e domani a Roma, riunisce ogni anno i principali attori nazionali e internazionali coinvolti nella diffusione e attuazione degli acquisti di beni e servizi sostenibili e nella costruzione di modelli di sviluppo coerenti con le sfide europee del Pnrr della direttiva Case Green e della transizione ecologica. Molti i temi che verranno affrontati nei diversi panel previsti in questa XVIII edizione: con i numerosi ospiti si discuterà di progetti innovativi di educazione ambientale, di diritti sociali e umani negli appalti, dell’impatto della ristorazione collettiva, degli ospedali verdi, di sport e sostenibilità, fino ad affrontare le pratiche sleali del green e social washing, valorizzando le buone pratiche per comunicare la sostenibilità e affrontare il tema dei cambiamenti climatici. Protagonisti del Forum anche gli amministratori delle città, che con la rete dei sindaci proporranno nuove iniziative per garantire la pace, la tutela dei diritti sociali e umani, la difesa dei beni comuni ambientali.
- 11:26 - Sostenibilità: studio su appalti, con regole green più lavoro e meno impatto ambientale
Roma, 15 mag. (Adnkronos) - Cambiare rotta e accelerare la transizione a basse emissioni di carbonio nell'Unione Europea. Gli appalti pubblici (oggi responsabili del 15% del Pil e del 10% dell’impronta di carbonio di tutta l’Unione Europea) possono giocare un ruolo chiave per raggiungere l’obiettivo di neutralità climatica. Come? Acquistando prodotti a minori emissioni, generando in tal modo un effetto volano a sostegno della transizione delle imprese europee verso un’economia a basso contenuto di carbonio, generando benefici socio-economici per i cittadini degli stati membri. Questa la premessa ha dato il via oggi a Roma il Forum Compraverde Buygreen: la manifestazione di riferimento in Italia e in Europa per le politiche, i progetti, i beni e i servizi di green procurement, pubblico e privato promosso dalla Fondazione Ecosistemi.
Durante la conferenza di apertura degli Stati Generali degli Acquisti Verdi è stato mostrato uno studio, 'Buy European and Sustainable Act', secondo il quale se l’Unione Europea adottasse nei primi 100 giorni di insediamento del nuovo Parlamento criteri che fissano un tetto alle emissioni climalteranti negli acquisti pubblici di materiali pesanti, veicoli e cibo si avrebbe una significativa riduzione delle emissioni di CO2 equivalente. Inoltre, se si introducesse anche un criterio relativo alla provenienza europea di tali prodotti, si registrerebbero anche importanti risultati in termini di occupazione locale e investimenti, aiutando così l’economia europea a rafforzarsi anche rispetto a competitors importanti come la Cina e gli Stati Uniti.
Nel documento, in particolare si dimostra che, se l’Italia avesse deciso di allineare i criteri per gli appalti pubblici ai parametri dell’accordo di Parigi per la riduzione delle emissioni climalteranti dal 2019, oggi avremmo una riduzione del 5,8% dell'impronta di carbonio degli appalti pubblici italiani. Inoltre aver adottato questi criteri avrebbe permesso di riallocare 8 miliardi di euro della spesa per gli appalti pubblici a sostegno di attività virtuose all'interno del Paese, generando significativi investimenti in tutti i settori analizzati.
Sostenere attraverso gli appalti pubblici le attività con minori emissioni in settori altamente impattanti come edilizia, trasporti e ristorazione collettiva, in Italia, così come nel resto di Europa, avrebbe permesso di favorire la crescita di imprese innovative e competitive sui mercati internazionali orientati alla decarbonizzazione, dando così all'industria la visibilità necessaria per effettuare investimenti significativi a favore della transizione a basse emissioni di carbonio. Infine, significativi benefici si sarebbero registrati anche sotto il profilo dell’occupazione, elemento chiave per rendere la transizione ecologica desiderabile oltre che necessaria e per redistribuire i costi e i benefici della transizione in modo più equo. Il Besa infatti avrebbe creato molti posti di lavoro in Italia, circa 31mila, di cui il 6% corrisponderebbe a posti di lavoro aggiuntivi delocalizzati (o ri-localizzati) in Europa da altre aree geografiche.
In media, in Europa, grazie al Besa ogni anno verrebbero mobilitati 86 miliardi di euro per la promozione di attività verdi attraverso gli appalti pubblici europei. Questo include un aumento delle vendite annuali di 6 miliardi di euro per le aziende dell'Ue e un miglioramento della bilancia commerciale europea. Allo stesso modo, il Besa potrebbe creare molti posti di lavoro verdi nell'Ue, in media 384mila negli anni analizzati. L'8% di questo totale (30mila posti di lavoro) corrisponderebbe a posti di lavoro delocalizzati che sono aggiuntivi a livello europeo. Lo sviluppo di questi posti di lavoro verdi è essenziale per la sicurezza dell'occupazione nell'Ue in un contesto di transizione verso la neutralità del carbonio.
Il Forum, che si svolge oggi e domani a Roma, riunisce ogni anno i principali attori nazionali e internazionali coinvolti nella diffusione e attuazione degli acquisti di beni e servizi sostenibili e nella costruzione di modelli di sviluppo coerenti con le sfide europee del Pnrr della direttiva Case Green e della transizione ecologica. Molti i temi che verranno affrontati nei diversi panel previsti in questa XVIII edizione: con i numerosi ospiti si discuterà di progetti innovativi di educazione ambientale, di diritti sociali e umani negli appalti, dell’impatto della ristorazione collettiva, degli ospedali verdi, di sport e sostenibilità, fino ad affrontare le pratiche sleali del green e social washing, valorizzando le buone pratiche per comunicare la sostenibilità e affrontare il tema dei cambiamenti climatici. Protagonisti del Forum anche gli amministratori delle città, che con la rete dei sindaci proporranno nuove iniziative per garantire la pace, la tutela dei diritti sociali e umani, la difesa dei beni comuni ambientali.
- 11:18 - Donne in ambiti economico-finanziari, Tinagli: "Poche e poco interessate"
Roma, 14 mag. (Adnkronos) - “Ci si interroga sempre sulle politiche di conciliazione, quindi tra lavoro e famiglia. Possono essere tanti i canali attraverso cui si cerca di intervenire in un cambiamento che, a mio avviso deve essere anche, e soprattutto, culturale perché le policies non bastano. Ricerche recenti mostrano, per esempio, come nel 65% dei casi dei nuclei familiari il budget è gestito dall'uomo. La donna è poco inclusa anche nelle decisioni economiche e familiari. Ma molte donne sono poco interessate alle tematiche finanziarie, economiche e quindi si fa più fatica anche ad includerle”. Lo ha detto l’onorevole Irene Tinagli, presidente della commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo, partecipando, questa mattina a Milano, alla presentazione dei dati dello studio ‘Donne, lavoro e sfide demografiche. Modelli e strategie a sostegno dell’occupazione femminile e della genitorialità’, di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding, realizzato in collaborazione con Valore D.
“Tutte le autorità e agenzie economiche europee, al momento del mio insediamento, erano guidate da uomini - spiega l’onorevole Tinagli - E le rose di nomi per le nuove nomine erano fatte solo di uomini. Non era una questione di discriminazione nella scelta, ma proprio nella preselezione, a monte. Sono poche le donne che si propongono per ruoli di leadership in istituzioni economiche e finanziarie di alto livello. Abbiamo cercato allora di agevolare i requisiti, di coinvolgere attivamente le persone. Oggi, alla fine di questi cinque anni, la maggior parte delle posizioni di vertice delle agenzie economiche europee, dall'autorità per la vigilanza sui mercati, alla banca centrale europea ovviamente, ma anche l'autorità per la vigilanza sui fondi pensione, sono tutti guidati da donne bravissime”.
Questi ruoli servono per “aprire la strada a politiche che aiutino altre generazioni di donne. Ora che abbiamo portato delle donne in finanza - conclude Tinagli - dobbiamo portare la finanza fra le donne per colmare quel gap, avere più donne in ruoli di rilievo per coinvolgere tutte le donne nell'economia e nei processi finanziari a tutti i livelli”.