Monopolizza da giorni le prime pagine dei giornali, ma il lunedì mattina nell’Aula della Camera la riforma della legge elettorale non “tira”. Alla discussione generale sull’Italicum partita a Montecitorio sono presenti circa venti deputati: meno del dieci per cento dei componenti dell’Assemblea.

E’ vero, si tratta di una discussione generale, e normalmente dibattiti di questo genere non sono mai particolarmente affollati specialmente nelle giornate in cui non sono previste votazioni in Aula. Tuttavia, il dibattito sul tema che ha spaccato il patto del Nazareno ma sopratutto ha diviso in due il Partito democratico lasciava sperare un una presenza maggiore di deputati. E invece in proporzione è ben più affollato il banco del governo (a “presidiare” il campo ci sono ci sono il ministro Maria Elena Boschi e i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio Luciano Pizzetti, Ivan Scalfarotto e Sesa Amici) di quanto non lo siano i banchi “semplici”. Lì è il vuoto. Malgrado la presidente della Camera Laura Boldrini stia fin dall’inizio a guidare la discussione, dopo l’appello del weekend ai gruppi a partecipare alle informative chieste al governo dopo il “deserto” di venerdì mattina per le comunicazioni del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni sull’uccisione del cooperante italiano Giovanni Lo Porto.

Il gruppo più presente all’inizio del dibattito è quello del Pd con 8 deputati, prevalentemente della minoranza. Gianni Cuperlo se ne sta lontano, solo, nel suo seggio agli ultimi banchi dell’Emiciclo. A distanza si vedono Rosy Bindi, Roberto Speranza che sull’Italicum si è giocato il posto di capogruppo, Barbara Pollastrini, Teresa Piccione, Enzo Lattuca, Ermete Realacci, Michele Anzaldi e Giuseppe Lauricella. Cinque i presenti di Sel, tra cui il capogruppo Arturo Scotto e Arcangelo Sannicandro oltre a Celeste Costantino. Sono in due per il M5S: Federica Dieni e Federico D’Incà, due di Fi (Elena Centemero e Roberto Occhiuto), uno di Sc (il capogruppo Andrea Mazziotti), uno di Pi. Manca la Lega: il suo relatore di minoranza Cristian Invernizzi si è rifiutato di intervenire “perché in cinque minuti non faccio nemmeno a tempo a cominciare a insultarli”. Per protesta contro i tempi esigui di intervento non hanno parlato neanche gli altri tre relatori di minoranza.

Tutti i parlamentari siedono distanti uno dall’altro, nel vuoto delle boiseries dell’Aula disegnata da Ernesto Basile dove, come spesso capita, ci sono più commessi che deputati. E di deputati se ne vedono pochissimi pure in Transatlantico e in Buvette. La presidente Boldrini si guarda intorno, assiste ad una scena che non avrebbe voluto vedere, ma va avanti. E fa gli auguri al presidente della commissione Affari Costituzionali Francesco Paolo Sisto: nel giorno in cui l’Italicum inizia il proprio percorso parlamentare in Aula alla Camera l’esponente di Forza Italia compie gli anni e si premura di farlo sapere ai presenti: anche questo resterà nel resoconto di una seduta praticamente deserta.

 

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