Nuovo appuntamento con il Tg di Medici senza frontiere con un focus sulla Siria, dove le manifestazioni di protesta contro il regime di Bashar al-Assad sono state rapidamente soffocate, lasciando il passo a un conflitto mortale, le cui principali vittime sono i civili. Dall’inizio delle ostilità, le strutture mediche di Msf sono state prese di mira, il personale ucciso, trattenuto o costretto a fuggire dalla violenza. Poi c’è un aggiornamento sull’Ebola: l’epidemia sembra rallentare, ma per Msf che lavorano nei paesi colpiti non è ancora il momento di rilassarsi. Ci sono ancora piccole risacche d’infezioni in Guinea e Sierra Leone e la gente continua a mostrarsi restia alle campagne di sensibilizzazione. Ed ancora la difficile situazione delle donne rifugiate in Etiopia, nel campo a Lietchuor, dove c’è un reparto maternità nell’ospedale del campo, dove si trovano molte donne, costrette a lasciare le loro case e spesso i parenti più stretti in Sud Sudan. Medici senza frontiere lavora anche in un ospedale pubblico di Kabul, dove fornisce assistenza alla popolazione circostante, soprattutto di etnia Hazara, un gruppo storicamente emarginato dei musulmani sciiti. Ed, infine, la Nigeria con gli attacchi effettuati da Boko Haram nel nord del paese che hanno costretto centinaia di migliaia di persone ad abbandonare le loro case

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