Mediaset scopre le carte sul piano per le torri tv: pur di entrare nella partita con la Rai si accontenterà anche di una quota di minoranza e quindi apre alle trattative. Ei Towers, la società del gruppo Berlusconi che nelle scorse settimane ha lanciato un’offerta per il 100% di Rai Way condizionando l’operazione al raggiungimento del 66,7% del capitale della società delle infrastrutture pubbliche di trasmissione televisiva, ha fatto sapere di essere di non escludere l’esistenza di “modalità alternative” per raggiungere i “benefici derivanti dal progetto industriale” di creare un polo unico delle torri tv con Rai Way “anche nell’ipotesi di titolarità di una partecipazione di minoranza” nella controllata della Rai. Un chiarimento che arriva dopo un mese di speculazioni e schermaglie dai toni più politici che industriali che al mercato hanno spiegato poco o nulla, visto che nel frattempo il titolo della società pubblica tra alti e bassi ha guadagnato il 13,51% a 4,2 euro proprio in attesa del passaggio di mano.

“Tuttavia l’individuazione di tali modalità alternative, che ad oggi non sono state considerate da Ei Towers, presuppone una valutazione congiunta con l’Emittente (cioè Rai Way, ndr) e il suo azionista di maggioranza (la Rai, ndr)”, spiega ancora Ei Towers in una nota pubblicata mercoledì sera su richiesta della Consob. La società del gruppo Mediaset, quindi, se pure contesta il Dpcm che fissa al 51% la quota pubblica di Rai Way e le prime osservazioni dell’Antitrust, si dice “disponibile ad avviare quanto prima un dialogo con Rai Way e Rai, al fine di illustrare e verificare il progetto industriale volto alla creazione di un “operatore unico nazionale nell’auspicio che da detti incontri e approfondimenti, anche di natura tecnica, possa emergere un giudizio positivo” sull’offerta e sugli “obiettivi prefissati con il progetto industriale sotteso alla stessa”. Sarebbe invece “fondamentale la piena condivisione degli obiettivi di medio e lungo periodo relativi: (i) al raggiungimento di una scala dimensionale paragonabile a quella dei più affermati operatori europei; (ii) alla razionalizzazione dell’infrastruttura, oggi in parte duplicata; (iii) alla piena integrazione organizzativa delle due strutture, in un contesto che comunque assicuri, anche sotto il profilo giuridico, il raggiungimento dei predetti obiettivi”. A tutt’oggi, però, “non è intervenuta né è stata programmata alcuna iniziativa” né con Rai Way né con la Rai “con riferimento all’offerta”, è la precisazione finale.

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