Dalla manifestazione contro la scuola araba di Milano (anno 2004) ai cori contro i napoletani a Pontida o all’idea di dedicare vagoni della metro ai soli milanesi (estate 2009). Dalla difesa dei confini dagli immigrati “anche con le armi” al dialogo con il Front National di Marine Le Pen. Passando per gli attacchi all’ex ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge negli ultimi due anni. Matteo Salvini, 41 anni, segretario della Lega, dopo Umberto Bossi e Roberto Maroni, è uno specialista di provocazioni e “gaffe”. Assiduo volto tv si è fatto largo nel partito in questi ultimi vent’anni così.
Diciannove anni filati nel Consiglio comunale del capoluogo lombardo ha iniziato la sua carriera di politico nella maggioranza nel 1993 quando Milano ebbe il suo primo e finora unico sindaco leghista, Marco Formentini. Ed è da consigliere comunale, fra banchetti, mozioni, trasmissioni su Radio Padania e sopralluoghi a sorpresa nei campi rom, che ha costruito la sua carriera.
Un pallino quello dei nomadi che Salvini ha da sempre come quando nel 2007 organizzò una serie di ronde all’interno dei campi nomadi milanesi per “ridare Milano ai milanesi”, ma già nel 2000 l’allora segretario provinciale della Lega Nord organizzava manifestazioni contro “i campi abusivi” e nel 2011 ideò le sentinelle della legalità contro la neonata Consulta Rom. Eppure nel 1996 al Parlamento del nord’ capeggiava i Comunisti padani. Parlamentare europeo fra il 2004 e il 2006, arriva a Roma alla Camera nel 2008. Dove è durato solo un anno anche per le polemiche sulle sue uscite. L’idea appunto di riservare vagoni della metro ai milanesi e quel filmato della festa a Pontida in cui cantava a squarciagola: “Senti che puzza, scappano anche i cani. Sono arrivati i napoletani…”.
Una serie di scivoloni che nelle sezioni leghiste sono state però medaglie al petto di Salvini. Tra gli ultimi bersagli era finite le proposte della Cecile Kyenge ”ministro del nulla”. Nell’estate del 2013 sempre contro la Kyenge aveva tuonato: “Questo governo istiga al razzismo. Parlano tanto di immigrati, ma si scordano gli esodati”. Tra gli ultimi blitz non graditi anche una visita a Napoli lo scorso maggio. Dove il leader del Carroccio aveva ricevuto insulti e proteste all’arrivo senza riuscire a tenere il previsto intervento in piazza Carlo III.