Può essere la partita della qualificazione matematica o trasformarsi nella più classica delle bucce di banana. La Costa Rica di Luis Pinto era stata presentata come la Cenerentola del Girone D, quello delle tre squadre campioni del mondo, invece all’esordio ha subito complicato i piani dell’Uruguay. Venerdì tocca agli azzurri affrontarla nella seconda partita del mondiale, spesso snodo cruciale per spianare la strada agli ottavi. Prandelli potrà mettere la ‘x’ sulla qualificazione dopo 180 minuti se l’Italia batte i ticos e Inghilterra-Uruguay finisce con un pareggio o la squadra di Hodgson manda ko la truppa guidata da Edinson Cavani.

E’ una possibilità più che concreta, avendo l’Italia due risultati disponibili nell’altra partita del girone. Deve però svolgere il suo compito e di fronte alle ‘piccole’ la nazionale è spesso incappata in terribili scivoloni. Tutti gli azzurri hanno riposto l’entusiasmo nel cassetto subito dopo la vittoria dell’esordio: “Dobbiamo tenere alta la concentrazione, non abbiamo ancora fatto nulla”, è stato il mantra nella pancia dell’Arena Amazzonia. La pressione è tutta sulle spalle italiane: il Costa Rica interpreta il ruolo della pallottola deviata, il ct Pinto continua a parlare di qualificazione agli ottavi (raggiunti una volta, a Italia ’90) e ha studiato il nostro calcio. Si dice grande ammiratore di Trapattoni e Lippi, ovvero gli ultimi due allenatori che sulla panchina dell’Italia sono incappati in scivoloni da leggenda.

Abbiamo ancora negli occhi il pareggino con la Nuova Zelanda del 20 giugno 2010. A Nelspruit gli azzurri non andarono oltre l’1-1, gol di Smeltz e rigore di Iaquinta. Il mezzo passo falso contro i Kiwi costò carissimo alla nazionale, tornata a casa dopo tre partite. Bruciante come e quanto gli ottavi di finale del 2002. Non bastò l’acqua santa del Trap per esorcizzare lo spettro di Pak Doo Ik. Come accade a Middlesbourgh nel ’66, l’Italia dovette arrendersi alla Corea. In Inghilterra gli azzurri vennero puniti dal presunto dentista del Nord (non ha mai realmente esercitato la professione) mentre a Daejon, 46 anni dopo, fu un arbitro a dare una mano ai coreani del Sud. Chi dimenticherà Byron Moreno? Espulsione di Totti, gol annullato a Tommasi, colpi proibiti ai danni di Zambrotta e Del Piero non puniti. Contribuì tutto alla maturazione del 2-1 che spedì i coreani nei quarti di finale e rese tristemente famoso il fischietto ecuadoregno. Tornò in Italia da star, addirittura. Prima ospite della trasmissione Stupido Hotel su Rai Due e poi del Carnevale di Cento, dove ricevette insulti e uova marce. Lo ricordano per altri motivi negli Stati Uniti, dove finì in galera dopo essere stato fermato all’aeroporto JFK di New York con 6 chili di eroina nascosti in un bagaglio. Nel mezzo altre accusate di favoritismi, questo volta al Quito, squadra della regione nella quale Moreno cercò d’intraprendere una carriera politica.

Andando più indietro negli anni, il trionfo finale ha cancellato dalla memoria collettiva i due striminziti pareggi con Perù e Camerun durante il girone di Spagna ’82 e il Partido del siglo con la Germania ha fatto dimenticare lo 0-0 contro Israele a Toluca durante Messico ’70. Come dire: se con la Costa Rica non arriva la vittoria, nessun dramma. Resta invece nei libri di storia la madre di tutti i capitomboli azzurri, la disfatta di Belfast. Fu così funesta da non stoppare la corsa durante un mondiale ma da precluderne la partecipazione per la prima volta. Gruppo 8, partita 4 delle eliminatorie per Svezia ’58: Italia-Irlanda si gioca al Windsor Park il 15 gennaio, fischio d’inizio alle 14.15. Mancano sei mesi alla rassegna, l’Italia non ne ha mai mancata una e a Belfast è data come sicura vincente. E invece accade l’impossibile. Sono McIlroy e Cush a chiudere per la prima volta le porte della Coppa del Mondo alla nazionale del ct Alfredo Foni. Finisce 2-1 per gli irlandesi con gol della bandiera di Da Costa. Ma questa volta possiamo stare tranquilli, Luis Pinto, lo spauracchio di venerdì, ha già profetizzato: “Le due squadre che passeranno il turno nel girone D sono Italia e Costa Rica”. Finora, non ne ha sbagliata una.

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Twitter: @AndreaTundo1

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