I magistrati di Milano, secondo indiscrezioni, stanno valutando la possibilità di chiedere il giudizio immediato per la cosiddetta “cupola degli appalti”. Intanto il commissario straordinario di Expo Giuseppe Sala, intervistato a In 1/2 ora, chiede “controlli migliori” e aggiunge che i lavori devono andare avanti. 

Potrebbe prospettarsi il processo con rito immediato per i sei arrestati nell’inchiesta sulla “cupola degli appalti”: l’ex Dc Gianstefano Frigerio, l’ex funzionario Pci Primo Greganti, l’ex senatore Pdl Luigi Grillo, l’ex Udc-Ncd Sergio Cattozzo, l’ex manager Expo Angelo Paris e imprenditore Enrico Maltauro. L’istanza è al vaglio dei pm Claudio Gittardi e Antonio d’Alessio, ai quali Maltauro, Paris e Cattozzo, con i loro interrogatori hanno confermato il quadro accusatorio e il ‘sistema’ di illegalità ricostruito dalle indagini.

I pm, a quanto si apprende, devono solo avere qualche chiarimento e approfondire alcuni aspetti relativi alle gare ‘pilotate’ in cambio di denaro versato o promesso. Come per il polo sanitario di Sesto San Giovanni, ancora da costruire, su cui Maltauro, per esempio, ha confermato agli inquirenti che l’accordo era il versamento di una mazzetta del valore dell’1 per cento dell’appalto in caso di aggiudicazione. Per completare il quadro e avere gli ultimi riscontri, i magistrati, la prossima settimana interrogheranno nuovamente Cattozzo e valuteranno la convocazione di alcuni imprenditori indagati. Al termine di queste ulteriori verifiche decideranno se depositare la richiesta di processo con rito immediato.

Sala: “Dare poteri veri a Cantone” – “Ha ragione Renzi, non dobbiamo aumentare la dimensione dei controlli, ma la loro qualità. Per questo a Cantone devono essere dati dei poteri veri” e, se rinunciasse all’incarico, “sarebbe un grande problema”. Lo ha detto Giuseppe Sala, commissario unico per l’Expo, intervistato da Lucia Annunziata a In 1/2 ora su Rai 3.

“Renzi mi ha rinnovato la fiducia – ha proseguito Sala – e la determinazione ad andare avanti”. Ha definito poi un illazione la sua vicinanza al Pd. “Ognuno di noi – ha detto – va a votare se se la sente: non ho mai avuto tessere, non ho mai fatto politica e mai lo farò, anzi, l’esperienza di questi mesi mi sta insegnando alcune cose”.

Il commissario di Expo ha parlato anche di Paris, definendolo “un grigio manager che lavorava anche tanto. Dire che io non abbia avuto nessun segnale – ha aggiunto – non è vero, il primo segnale l’ho avuto alcune settimane fa: Paris mi disse di volersi candidare” a Strutture Lombarde. “Ho buoni appoggi da destra e sinistra – avrebbe detto a Sala -, anche da persone vicine a Berlusconi”. Ma da questo “a pensare che potesse commettere degli illeciti – ha concluso -, ne passa”.

Sull’attività di Maltauro per Expo, ha proseguito Sala: “è residuale rispetto alle attività che fa nel mondo. La parte per Expo deve essere separata, ci deve essere qualcuno che la segue, con contabilità separata”, ma non possono essere stoppati i lavori. “Abbiamo venduto 3 milioni di biglietti. La macchina è talmente avanti che tornare indietro non sarebbe più possibile”. Il lavoro della magistratura non è terminato ha aggiunto, e “accostare” le indagini sull’Expo allo scandalo che sta colpendo il Mose di Venezia, “dove sono emersi miliardi di euro” di pagamenti di tangenti, è “giocare al massacro”.

Questa “cupola di pensionati della Prima Repubblica ha preso l’anello debole della catena e l’ha circuito”, ha affermato il commissario di Expo. Ma nessuno, ha precisato, ha provato a corromperlo. “Chiunque sa che io sono incorruttibile, e soprattutto lo so io, questo è il motivo per cui non mi si sono neanche avvicinati. Non ha mai provato nessuno, non hanno il coraggio”.

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