La Sampdoria è “una signora vestita coi colori della sera”. Dall’anno prossimo, con ogni probabilità, potremo godere a pieno della bellezza delle tinte blucerchiate della “regina sotto i riflettori” di cui parla Lettera da Amsterdam, l’inno della squadra genovese. “Stiamo trattando con una realtà locale, se non chiuderemo l’accordo giocheremo senza sponsor sul petto” ha spiegato il presidente doriano Vittorio Garrone. La società ha rescisso il contratto con Gamenet. Dopo tre anni le loro strade si separano per una scelta consapevole e non indolore da parte del club.

Gamenet, gruppo nato nel 2006, è uno dei maggiori concessionari dei monopoli di stato per il gioco d’azzardo. “Rappresentiamo una realtà tra le più complete del settore” si legge sul sito. La loro offerta comprende la gestione di sale slot e di siti per le scommesse sportive e il poker. Una branca dell’azienda fornisce formazione agli operatori del gioco legalizzato. “Sono soddisfatto – ha detto Marco Doria – il club dimostra grande sensibilità e ha il mio pieno sostegno”. Da quando è diventato sindaco di Genova, Doria si è ritrovato davanti al dilagare della ludopatia in città e ha provato a mettere un argine. Poco più di un anno fa, in una delle sue ultime uscite pubbliche, don Andrea Gallo portò in piazza oltre mille persone per protestare contro l’apertura di una sala slot nel quartiere Pegli.

Nelle settimane successive l’amministrazione ha emanato un regolamento che contiene norme restrittive sull’insediamento di nuovi locali per il gioco d’azzardo e stabilisce una distanza minima di trecento metri da parchi, scuole, campi sportivi e luoghi di culto. Genova ha anche dato vita a una Consulta permanente sul gioco con premi in denaro e proprio in questi giorni ha lanciato la campagna “Non azzardatevi, qui il gioco resta fuori”. Un’adesivo con questa scritta sarà attaccato alla vetrina degli esercizi commerciali che rinunceranno agli introiti dell’azzardo. Al capoluogo ligure, ha spiegato di recente l’assessore alla legalità Elena Fiorini, spetta il primato italiano di città con il maggior numero di sale slot tra quelle sopra i 200 mila abitanti: sono oltre 70, una ogni 10 mila persone e ogni 235 metri. I genovesi si giocano in media 755 euro a testa l’anno. L’appello a rinunciare alle sponsorizzazioni dei colossi dell’azzardo era arrivato proprio da Palazzo Tursi.

A dire il vero l’invito era rivolto a entrambe le squadre della città, ma per ora solo una ha risposto. Sì, perché anche il Genoa è sponsorizzato da un’azienda concessionaria dei monopoli di stato. Si tratta della Izyplay che, come Gamenet, gestisce scommesse, bingo e poker online. Dal 2010 il marchio dell’agenzia appare sulla t-shirt rossoblu, Izyplay è tra gli sponsor anche di Lazio e Milan. Mentre il calcioscommesse ritorna a fare parlare di sé, il rapporto tra le aziende del gioco d’azzardo e il mondo del calcio è sempre più stretto. La lega cadetta si chiama Serie B Eurobet e sono numerose le squadre che ricevono finanziamenti da realtà che operano nel settore, con grande predominio da parte delle agenzie online di scommesse sportive. La Gazzetta dello Sport, quotidiano di riferimento per gli appassionati di pallone, ha nei suoi piani un accordo con la multinazionale Playtech per lanciare il sito di scommesse Gazzabet.

Un’ipotesi contro cui i giornalisti si sono battuti sin dall’inizio, ma che alla fine pare proprio si farà. Le agenzie del gioco d’azzardo, inoltre, comprano decine di spot televisivi durante le partite e riempiono gli stadi dei cartelloni con il loro nome. Non solo in Italia funziona così: l’austriaca Bwin ha sponsorizzato negli anni Milan, Bayern Monaco, Real Madrid e la Liga Portoghese, per rendere l’idea della sua potenza d’investimento. In Premier League il Fulham e l’Aston Villa hanno un contratto rispettivamente con MarathonBet e Dafabet. Dopo gli scandali di match fixing degli ultimi mesi, che non hanno risparmiato il calcio britannico, la federazione ha deciso di non accettare come sponsor principale una società di scommesse. In Italia, per ora, il buon esempio è circoscritto a una sponda del Ponente ligure.

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