Un funzionario dell’ufficio sicurezza Telecom si è suicidato a Roma lanciandosi dal terrazzo del palazzo della sede, a Parco De Medici, in zona Magliana Vecchia. L’episodio è avvenuto dopo le 11. A quanto si è appreso lavorava regolarmente nella struttura. I testimoni hanno riferito che l’uomo, di circa 50 anni, aveva improvvisamente lasciato il suo ufficio per poi salire sul terrazzo. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione Torrino. Secondo quanto riferito da il Messaggero, si tratta di Emanuele Insinna collaboratore dell’ex capo della security Giuliano Tavaroli: era entrato nell’inchiesta Telecom sulle intercettazioni, senza però mai essere indagato. 

A citare il nome di Insinna davanti al gip era stato lo stesso Tavaroli (condannato agli arresti domiciliari, ha patteggiato la pena) che lo aveva definito un suo fedele collaboratore. L’inchiesta Telecom inizia alla fine del 2005 con 21 arresti. I magistrati sostengono che investigatori privati, forze dell’ordine e alcuni uomini dentro la sicurezza di Telecom Italia avrebbero creato un sistema di dossieraggio illegale attraverso un sistema di intercettazioni. Nella fitta rete, si inserisce anche il suicidio di Adamo Bove, ex poliziotto che arrivò alla guida della sicurezza dell’azienda dopo le inchieste: è morto dopo essersi buttato da un cavalcavia a Napoli anche se le esatte dinamiche sono ancora messe in dubbio dai famigliari.

 

 

 

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