Prima l’allarme per l’influenza aviaria, poi quello per l’influenza suina. In mezzo, quasi 500 milioni di sterline spesi per comprare scorte di Tamiflu, un farmaco che ora un gruppo di scienziati indipendenti giudica “inefficace”. Nel Regno Unito a finire sul banco degli imputati è stato il medicinale prodotto dalla Roche, comprato dal governo in enormi quantità anche su indicazione dell’Organizzazione mondiale della sanità e ritenuto, appunto, inutile dal gruppo di medici indipendenti Cochrane Collaboration, con forti legami con l’Università di Oxford e privo di scopi di lucro. Pubblicato giovedì sul British Medical Journal, lo studio del gruppo conclude che il medicinale taglierebbe soltanto il tempo di degenza da sette a poco più di sei giorni, senza nemmeno ridurre il numero dei ricorsi alle cure ospedaliere.
Il dipartimento della Salute britannico ne comprò 40 milioni di dosi e lo prescrisse a 200mila persone. E nel 2009, anno della suina, l’acquisto del Tamiflu rappresentò lo 0,5% del budget totale del servizio sanitario nazionale britannico. Già alcuni anni fa fu messa in dubbio l’efficacia del medicinale e se ne occupò persino il parlamento britannico. L’azienda svizzera, chiaramente, si difende. “La metodologia della ricerca è poco chiara e inappropriata – ha fatto sapere la Roche con un comunicato – e le conclusioni a cui giunge potrebbero avere gravi conseguenze in termini di salute pubblica. I principi attivi utilizzati sono un trattamento vitale per quei pazienti con l’influenza. Quindi noi dissentiamo totalmente dalle conclusioni dello studio e siamo sempre stati fedeli alle indicazioni provenienti dal Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie e dall’Organizzazione mondiale della sanità”.
Nel 2009 l’azienda parlò di riduzione delle complicazioni, come polmonite, bronchite e sinusite. “Non è vero”, dice ora il gruppo Cochrane e dalla sua, appunto, l’autorevole Università di Oxford. Con un’ombra in più, come la campagna mediatica giapponese che ricollegò l’uso del medicinale a episodi psicotici in chi lo assume. Secondo il gruppo, inoltre, il medicinale non sarebbe molto meglio dei normali farmaci da banco per la cura dei sintomi influenzali. “Noi non lo prescriveremmo assolutamente ai nostri pazienti”, hanno detto medici e scienziati che hanno effettuato la ricerca. Il governo britannico cominciò ad accumulare riserve di Tamiflu nel 2006, in seguito all’esplosione dell’influenza aviaria e dopo l’approvazione del National institute of health and clinical excellence.
Ora il dipartimento della Salute difende la scelta, dicendo che “il Tamiflu è provatamente sicuro, di buona qualità ed efficace”. Anche se, da parte dello stesso ente, è arrivata la promessa di una “adeguata considerazione” dei risultati dello studio del gruppo Cochrane. Avendo il nome commerciale di Tamiflu, appunto, l’Oseltamivir è stato brevettato dal 1997 al 2001 dalla Gilead Sciences, che lo ha poi venduto alla Roche, trattendendo dei diritti sulla vendita del medicinale. Donald Rumsfeld – segretario della Difesa degli Stati Uniti sotto l’amministrazione del Presidente Gerald Ford dal 1975 al 1977 e successivamente sotto il presidente George W. Bush, dal 2001 al 2006 – è stato presidente della Gilead Sciences dal 1997 al 2001.
Sostieni ilfattoquotidiano.it: mai come in questo momento abbiamo bisogno di te.
In queste settimane di pandemia noi giornalisti, se facciamo con coscienza il nostro lavoro,
svolgiamo un servizio pubblico. Anche per questo ogni giorno qui a ilfattoquotidiano.it siamo orgogliosi
di offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti: notizie, approfondimenti esclusivi,
interviste agli esperti, inchieste, video e tanto altro. Tutto questo lavoro però ha un grande costo economico.
La pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre dei ricavi limitati.
Non in linea con il boom di accessi. Per questo chiedo a chi legge queste righe di sostenerci.
Di darci un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana,
fondamentale per il nostro lavoro.
Diventate utenti sostenitori cliccando qui.
Grazie
Peter Gomez
GRAZIE PER AVER GIÀ LETTO XX ARTICOLI QUESTO MESE.
Ora però siamo noi ad aver bisogno di te.
Perché il nostro lavoro ha un costo.
Noi siamo orgogliosi di poter offrire gratuitamente a tutti i cittadini centinaia di nuovi contenuti ogni giorno.
Ma la pubblicità, in un periodo in cui l'economia è ferma, offre ricavi limitati.
Non in linea con il boom accessi a ilfattoquotidiano.it.
Per questo ti chiedo di sostenerci, con un contributo minimo, pari al prezzo di un cappuccino alla settimana.
Una piccola somma ma fondamentale per il nostro lavoro. Dacci una mano!
Diventa utente sostenitore!
Con riconoscenza
Peter Gomez