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Adnkronos annuncia 23 licenziamenti. Fnsi: “Intollerabile”. Redazione in sciopero

L'assemblea dei lavoratori dell'agenzia di stampa, respinge la comunicazione dell'azienda e annuncia cinque giornate di stop. Il sindacato di categoria parla di "un atto ritorsivo, illegittimo e fuori da ogni regola"
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Licenziamento collettivo per 20 giornalisti e 3 poligrafici: questo l’annuncio dell’agenzia di stampa Adnkronos. L’assemblea dei lavoratori, con un documento approvato all’unanimità dai giornalisti (con una sola astensione) e dai poligrafici, ha risposto con cinque giorni di sciopero, i primi due da attuare domani e dopodomani. “Respingiamo con forza la comunicazione dell’azienda che intenderebbe attivare una procedura di licenziamento collettivo per 23 unità (20 giornalisti e 3 poligrafici)”, ha detto l’assemblea dell’Agenzia, confermando inoltre lo stato di agitazione deciso a dicembre, annunciando anche la sospensione delle prestazioni lavorative domenicali. Allo sciopero, pur non essendo interessate dalla procedura di licenziamento, aderiscono anche, in segno di solidarietà, le redazioni di Adnkronos Salute, Aki-Adnkronos International (redazioni italiana ed araba) e Labitalia, che si asterranno dal lavoro nella giornata di venerdì 24 gennaio. 

Il sindacato di categoria parla di “un intollerabile atto ritorsivo, illegittimo e fuori da ogni regola che disciplini qualsiasi rapporto di lavoro”. “Ferma restando ogni azione di tutela in ogni sede a garanzia dei colleghi e della condizione di esercizio della professione secondo i canoni dell’autonomia fissata dall’ordinamento, Fnsi e Associazione della Stampa Romana denunciano la gravità del comportamento dell’editore e chiedono, sin d’ora, al governo di monitorare rapidamente la situazione intervenendo secondo le sue competenze, anche in ragione dei rapporti pubblici esistenti. Si chiede, inoltre, alla Fieg di fare la sua parte di garante degli accordi pattizi sul lavoro giornalistico e di concorrere a riportare le vicende, che oggi generano uno scontro senza precedenti, sul tavolo delle corrette relazioni sindacali”.

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