I Consigli Notarili di Milano, Bari e Verona hanno posto in essere tre distinte intese restrittive della concorrenza finalizzate a reintrodurre le tariffe abrogate dalla legge quale parametro di riferimento per la determinazione dei compensi, minacciando provvedimenti disciplinari in caso di mancato adeguamento.

Lo ha deciso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che, nella riunione del 30 maggio, al termine delle relative istruttorie, ha diffidato i Consigli coinvolti dal porre in essere analoghi comportamenti. Le sanzioni, calcolate sulla base dei contributi associativi dovuti dai notai dei distretti di riferimento per le attività notarili, sono pari a 99.403 euro per il Consiglio notarile di Milano, 10.227 euro per il Consiglio notarile di Bari, e a 20.445 euro per il Consiglio notarile di Verona.

Secondo l’Antitrust i tre Consigli, sia pur con modalità differenziate, hanno in sostanza cercato di vanificare l’intervento liberalizzatore voluto dal legislatore con il decreto legge Cresci Italia: attraverso il principio dell’adeguatezza del compenso alla prestazione professionale veniva nella sostanza richiesto di ancorare le tariffe praticate alla clientela a quelle ministeriali abrogate dal legislatore.

Per garantire comportamenti omogenei, in termini di prezzo, da parte di tutti i professionisti del distretto, i Consigli ricorrevano poi alla minaccia di azioni disciplinari. Nel corso dei procedimenti istruttori avviati dall’Antitrust i tre Consigli hanno ritirato gli atti finalizzati a reintrodurre le tariffe.

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